Sabato scorso era una giornata bella e fredda...
da solo, poca voglia di alzarmi presto, un'idea che mi ronzava in testa da un po': ma se provassi a scendere dall'Alpe Portia verso la Borgata Grange (siamo in quel di Condove) per il sentiero balcone che sulla carta n°2 dell'IGC è segnato così grosso e così rosso??? C'è un pezzo di traverso da fare ma quel segno rosso sulla carta mi sembra un'autostrada che mi induce a vaneggiare di uno stupendo single track tutto pedalabile e tutto da esplorare per poi tirarmela alla grande qui sopra...
Salendo, però, mi si spacca di netto il perno della falsamaglia...cazzo...la
catena ha 1000km scarsi...o sono io troppo potente o i giapunaìs stan lavorando proprio male ultimamente...MA CHE SIA UN SEGNO DEL DESTINO????
in ogni caso dopo la divertente riparazione con lo smagliacatene di plastica "
Tacx" (sarà la prima e l'ultima volta che lo utilizzo) , sotto un'aria tagliente arrivo all'alpe portia e mi inoltro per strada inerbita fino a un successivo alpeggio contro il cui muro assolato mi fermo a svuotare lo
zaino e a mettermi addosso tutto quello che ho nonostante siano le 13 e sia in pieno Sud.
Di qui inizia la vera odissea... prima un pezzetto di mulattiera a sassi e fosse tutto sommato divertente...fino al primo guado... di qui...tracce rosse sui sassi e ometti sporadici indicano quella che una volta era la traccia del sentiero e che adesso è nulla più che un pendio d'erba secca sul quale è difficile stare in piedi...
inizia la spinta, qualche tratto brevissimo in sella, qualche tratto in portage... bestemmio, sbuffo, m'incazzo con me medesimo...fino all'alpe di Adois dove mi fermo a pensare che anche se sto faticando più di quanto avessi immaginato sono in un posto spettacolare...e tutto sommato mi piace...
l'aggiramento del successivo costone presenta qualche passo tra roccioni, tanta erba scivolosa verticale e un simpatico scalinone in salita sul quale a momenti mi spacco un ginocchio per scivolone causato dalla deiezione bovina che mina l'aderenza altrimenti ottima delle mie
scarpe vibram...
con fatiche inimmaginabili et peregrinatione solitaria sul monte pervengo infine all'alpe Praburet... in bici ...perchè dopo l'ultimo costone tra tracce rade di sentiero e prato si riesce a ciclare...ed immagino che di qui, le difficoltà dovute alla traccia siano terminate... ECCO APPUNTO...
imbocco a spron battuto un single in discesa che dalla carta sembra conduree infallibilmente all' alpe ghet... solo che a metà del pendio dopo quest'ameno alberello
il sentiero svanisce nel nulla non lasciandomi altra alternativa che una fortunosa discesa su prati un po' a piedi un po' in bici secondo gli stati d'animo e un soverchiante scazzo che comincia a crescermi dentro dopo 1,5h ormai di ravanamento pressochè ininterrotto.
Arrivato all'alpe ghet decido di prendere la strada della Vaccherezza e ritornarmene bravo all'auto dato che la sera dovrei ancora cambiare la catena in vista della giornata ciclistica di domenica...bravo...bel giro...mi dico... è che bello il traverso in portage di prima...
scendendo non mi capacito...mica posso concludere arrivando alla macchina per pezzi di sterrato e asfalto... un cazzo...
così in corrispondenza della semicurva a sx che porta a Prato del Rio vedo una "straiola" che devia a destra...mi fermo, cartina, un sentierello a tornantini segnato poco sotto...UAU...ades la rangiu mi... mi butto a capofitto e raggiunta l'alpe Grisolo...scorgo finalmente una bella traccia che inizia rettilinea a foriera di belle speranze per il resto della discesa...
scopro così questo bel single track, che presenta sezioni molto tecniche e anche difficili (a tratti alcune mi sono sembrate molto difficili a causa anche della stanchezza, in ogni caso mi sembra tutto fattibile in sella facendo attenzione ai rami).
quando arrivo in fondo attraverso questo ponte
e vedo delle case...secondo la carta dovrei essere a Reno... invece sono a Molino (sotto Rosseno)...ma ho fatto un 300m di sentiero da brivido con tornantini, ripidoni, contropendenze,sassi,rami...
fino all'auto è strada...
il resto sono quaranta minuti dietro a un camion bestiame che porta giù le vacche dall'alpe, la catena da cambiare quasi al buio... e il sapore strano di un giorno diverso dal solito per il quale non so se essere incazzato con me stesso per non aver azzeccato 1000 metri di discesa perfetta o essere, come poi sarò, soltanto contento per i posti meravigliosi che le mie errate valutazioni mi hanno permesso di vedere... W LA BIKE......