Di passaggio per Auronzo, martedì ho fatto un giro sul sentiero 101, vi riporto le mie impressioni.
Premessa: la giornata prevedeva una camminata attorno alle 3 Cime e ho approfittato per salire da Misurina e scendere dal 101 in mtb (fino al lago Antorno), quindi ero in modalità gita con zaino appesantito da scarponi da montagna e abbigliamento pesante viste le previsioni di acquazzoni pomeridiani, non aspettatevi distanze esatte, tempi e dislivelli di ogni singolo tratto.
Sentiero impegnativo che richiede concentrazione ma non pericoloso e senza difficoltà tecniche particolari tranne un passaggio tecnico che solo in pochi faranno in sella (tratto stretto con esse stretta tra rocce seguita da un tornatino secco a sx ) a causa della pendenza notevole abbinata ad un fondo sdrucciolevole.
Salendo per l’asfalto, ho seguito il cartello CAI 101 a dx poche decine di metri prima del bivio per salire al rifugio Auronzo (non so se sarà il percorso ufficiale, non c’erano cartelli della gara). Dopo pochi metri mantenere la destra seguendo il recinto elettrificato per le mucche e “puntare” la cresta che segue un ampio semicerchio verso destra, è un tratto breve di sali e scendi dopo il quale si trova la prima tabella che indica il percorso gara. Si lascia il sentiero e si prosegue a dx su traccia erbosa.
Complimenti agli organizzatori che hanno segnato con spray colorato le pietre fisse più grosse che affiorano dal terreno.
Prima parte: la parte alta è una traccia di terra/erba in tipico prato di alta montagna, quindi tutto a gobbe (anche dove sembra liscio… ma almeno non ci sono “tracce” del passaggio delle mucche) con tratti molto pendenti. In alcuni tratti la traccia è obbligata con curve secche e strette. La velocità sarà bassa in quanto per buona parte non c’è la possibilità di molare i freni e le braccia risentiranno delle ondulazioni e della pendenza. Non ci sono difficoltà tecniche particolari e non ci sono tratti pericolosi, unico rischio è di tagliare una gomma pizzicando qualche appuntito sasso dolomitico (questo anche nel tratto di avvicinamento appena lasciato l’asfalto)
Seconda parte: la traccia “pratosa” termina congiungendosi ad un sentiero dal classico fondo terra e roccia. Subito c’è uno strappetto in salita (20 metri) che credo obbligherà a scendere per gli ultimi metri a causa del fondo ghiaioso (un mini ghiaione). Questa seconda parte è completamente diversa dalla prima ed è caratterizzata da un fondo roccioso ma tranne 2 tratti che vi descrivo tra poco, non ci sono passaggi tecnici difficili o pericolosi, chiaramente serve un minimo di colpo d’occhio nello scegliere la linea giusta e un minimo di tecnica base per superare alcuni “scalini” e rocce sia in salita che discesa. Rispetto alla prima parte la traccia è larga con più opzioni di scelta delle traiettorie (più o meno dirette), la pendenza media scende e aumenta un po’ la velocità.
Veniamo ai 2 tratti più ostici segnalati da appositi cartelli che consigliano di portare la bici a mano.
Il primo dei due tratti è semplice ma presenta 2 passerelle nel “vuoto” (larghe almeno 1,5 metri e lunghe circa 3 o 4) e un passaggio di 2 metri di lunghezza un po’ esposto. A me non piacciono i tratti esposti ma questi li ho fatti senza nessun timore o tentennamento anche perché sono dritti da fare senza rallentare troppo. Le cose potrebbero cambiare in gara se si è dietro altri concorrenti senza visuale, sono passaggi banali ma se si cade giù anche da fermi si rischia di farsi male e questo probabilmente giustifica il cartello (non c’è il vuoto ma un bel saltino in un pendio con sassi molto molto pendente, il classico scolo dell’acqua di montagna).
Il secondo tratto segnalato presenta il passaggio con tratto stretto con una esse stretta tra rocce seguita da un tornatino secco a sx (in tutto saranno 5 metri di lunghezza). La difficoltà è la traccia stretta (tra parte di roccia da un lato e reti di protezione già messe dagli organizzatori dall’altra) abbinata alla pendenza notevole e al fondo sdrucciolevole (ci sono anche materassoni sugli alberi, anche qui complimenti agli organizzatori).
Per chi vuole provare a farlo in sella, forse meglio entrare da destra oppure sempre da destra tagliare la esse passando sulle rocce, io sono sceso a piedi e non sono risalito per provare. Secondo me meglio scendere per pochi metri, le rocce non sono mai morbide a caderci sopra e comunque prevedo “ingorghi”.
Se riesco allego un paio di foto.
Terza parte: dopo questo passaggio “per pochi”, il percorso diventa meno pendente e più veloce con ancora alcuni passaggi tra alberi e rocce ma si può lasciar andare la bici e si arriva velocemente in prossimità dell’asfalto in corrispondenza della zona del pedaggio dove, ultima cosa da segnalare, vi aspetta una salitella su letto di radici (50 metri), ok con l’asciutto ma se piove non provateci neanche a farla in sella.
Premessa: la giornata prevedeva una camminata attorno alle 3 Cime e ho approfittato per salire da Misurina e scendere dal 101 in mtb (fino al lago Antorno), quindi ero in modalità gita con zaino appesantito da scarponi da montagna e abbigliamento pesante viste le previsioni di acquazzoni pomeridiani, non aspettatevi distanze esatte, tempi e dislivelli di ogni singolo tratto.
Sentiero impegnativo che richiede concentrazione ma non pericoloso e senza difficoltà tecniche particolari tranne un passaggio tecnico che solo in pochi faranno in sella (tratto stretto con esse stretta tra rocce seguita da un tornatino secco a sx ) a causa della pendenza notevole abbinata ad un fondo sdrucciolevole.
Salendo per l’asfalto, ho seguito il cartello CAI 101 a dx poche decine di metri prima del bivio per salire al rifugio Auronzo (non so se sarà il percorso ufficiale, non c’erano cartelli della gara). Dopo pochi metri mantenere la destra seguendo il recinto elettrificato per le mucche e “puntare” la cresta che segue un ampio semicerchio verso destra, è un tratto breve di sali e scendi dopo il quale si trova la prima tabella che indica il percorso gara. Si lascia il sentiero e si prosegue a dx su traccia erbosa.
Complimenti agli organizzatori che hanno segnato con spray colorato le pietre fisse più grosse che affiorano dal terreno.
Prima parte: la parte alta è una traccia di terra/erba in tipico prato di alta montagna, quindi tutto a gobbe (anche dove sembra liscio… ma almeno non ci sono “tracce” del passaggio delle mucche) con tratti molto pendenti. In alcuni tratti la traccia è obbligata con curve secche e strette. La velocità sarà bassa in quanto per buona parte non c’è la possibilità di molare i freni e le braccia risentiranno delle ondulazioni e della pendenza. Non ci sono difficoltà tecniche particolari e non ci sono tratti pericolosi, unico rischio è di tagliare una gomma pizzicando qualche appuntito sasso dolomitico (questo anche nel tratto di avvicinamento appena lasciato l’asfalto)
Seconda parte: la traccia “pratosa” termina congiungendosi ad un sentiero dal classico fondo terra e roccia. Subito c’è uno strappetto in salita (20 metri) che credo obbligherà a scendere per gli ultimi metri a causa del fondo ghiaioso (un mini ghiaione). Questa seconda parte è completamente diversa dalla prima ed è caratterizzata da un fondo roccioso ma tranne 2 tratti che vi descrivo tra poco, non ci sono passaggi tecnici difficili o pericolosi, chiaramente serve un minimo di colpo d’occhio nello scegliere la linea giusta e un minimo di tecnica base per superare alcuni “scalini” e rocce sia in salita che discesa. Rispetto alla prima parte la traccia è larga con più opzioni di scelta delle traiettorie (più o meno dirette), la pendenza media scende e aumenta un po’ la velocità.
Veniamo ai 2 tratti più ostici segnalati da appositi cartelli che consigliano di portare la bici a mano.
Il primo dei due tratti è semplice ma presenta 2 passerelle nel “vuoto” (larghe almeno 1,5 metri e lunghe circa 3 o 4) e un passaggio di 2 metri di lunghezza un po’ esposto. A me non piacciono i tratti esposti ma questi li ho fatti senza nessun timore o tentennamento anche perché sono dritti da fare senza rallentare troppo. Le cose potrebbero cambiare in gara se si è dietro altri concorrenti senza visuale, sono passaggi banali ma se si cade giù anche da fermi si rischia di farsi male e questo probabilmente giustifica il cartello (non c’è il vuoto ma un bel saltino in un pendio con sassi molto molto pendente, il classico scolo dell’acqua di montagna).
Il secondo tratto segnalato presenta il passaggio con tratto stretto con una esse stretta tra rocce seguita da un tornatino secco a sx (in tutto saranno 5 metri di lunghezza). La difficoltà è la traccia stretta (tra parte di roccia da un lato e reti di protezione già messe dagli organizzatori dall’altra) abbinata alla pendenza notevole e al fondo sdrucciolevole (ci sono anche materassoni sugli alberi, anche qui complimenti agli organizzatori).
Per chi vuole provare a farlo in sella, forse meglio entrare da destra oppure sempre da destra tagliare la esse passando sulle rocce, io sono sceso a piedi e non sono risalito per provare. Secondo me meglio scendere per pochi metri, le rocce non sono mai morbide a caderci sopra e comunque prevedo “ingorghi”.
Se riesco allego un paio di foto.
Terza parte: dopo questo passaggio “per pochi”, il percorso diventa meno pendente e più veloce con ancora alcuni passaggi tra alberi e rocce ma si può lasciar andare la bici e si arriva velocemente in prossimità dell’asfalto in corrispondenza della zona del pedaggio dove, ultima cosa da segnalare, vi aspetta una salitella su letto di radici (50 metri), ok con l’asciutto ma se piove non provateci neanche a farla in sella.