Chi mi conosce sa quanto desiderassi visitare questi luoghi. Troppe volte avevo rinunciato.
Finalmente li ho calpestati e la promessa è......mi rivedranno presto.
Quei nomi vagamente danteschi mi hanno sempre incuriosito: Sibilla, Infernaccio, Laghi di Pilato, Passo Cattivo, ecc.
Ma quello che mi faceva impazzire era la morfologia del territorio, fatto di tante montagne che superano i 2000 metri, dalle forme spesso rotondeggianti, coperti da immensi prati verdissimi. E poi quelle creste dolcissime......quante volte le ho sognate.
Le previsioni meteo non erano delle migliori. Alla partenza eravamo in 9 perchè la mattina ci ha raggiunto il mitico CLAMP, vero fenomeno dell'anticonformismo montainbaicchistico. Cioè voglio dire, uno che si appresta alla discesa con un freddo becco in sifatte condizioni, in quale modo si può chiamare se non FENOMENO?
Descrizione: K-way comprato dallo zio Pino nel novembre 1978 in occasione della verniciatura della ringhiera del balcone, pantaloni della canadese di marca Brunik di due misure più grandi, calza lunga bianca di marca Tiglio avvolta sopra il gambale del pantalone (una perchè l'altra l'aveva persa nel 1997 durante una partita di calcio in 3 media). Osservare come il K-way risulta inserito ordinatamente dentro il pantalone per una ermetica saldatua anti-freddo. Ma la vera chicca è la bici: una splendida Olympia di cui al mondo ci sono solo due esemplari: uno è il suo, l'altro del Sig. Algida che nel 1995 decise di togliere dal mercato l'omonima coppetta alla fragola o stracciatella, per farne una MTB di caratteristiche tecniche avveniristiche. Il buon CLAMP dichiara che è l'unica MTB il cui telaio si allunga e accorcia automaticamente a seconda delle necessità.
Ora chi lo vede così e soprattutto lo sente (se esistesse il Nobel per chi le spara più grosse, lui verrebbe messo fuori concorso) potrebbe dire ingenuamente: ma uno così che vuole fare. Si...si.....vai a fare le follie di CLAMP, soprattutto in discesa (e non solo). Oggi ad un certo è riuscito a salire su tre gradoni davvero alti in successione come Brumotti. Simone, l'unica cosa che mi viene in mente è RISPETTO
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Gli altri compagni di avventura sono le incredibili Laura e ConCubina, Tostarello, Matteo, Nello, Maurizio e Carlo, organizzatore della spedizione.
Arriviamo ad Ussita venerdì notte, sfamandoci con una bisteccona da paura :magna:.
Si va a letto presto perchè l'indomani ci attendono circa 50 Km e soprattutto 1750 metri di ascesa.
Partiamo dal paese alle 9 circa. Il tempo è buono, in barba alle previsioni. Cominciamo a salire su asfalto e, arrivati a Frontignano, continuamo su sterrata. Le pendenze fino a qui sono sempre dolci e, solo dopo aver superato l'arrivo della seggiovia (chiusa in questo giorni
) le pendenze aumentano considerevolmente. Però comincia anche il paesaggio che avevo sempre sognato: spettacolo. Comincia la discesa e i miei occhi ammirano luoghi sempre più belli. La discesa è poca cosa dal punto di vista tecnico e quindi spesso vado a campi (e che campi) per divertirmi un po'. Inizia il bosco ed entriamo nelle spettacolari gole dell'Infernaccio, sempre più strette e impervie, dove possiamo finalmente divertirci in qualche passaggetto tecnico, fino alle Pisciarelle.
Ci fermiamo per mangiare un panino e riprendiamo a pedalare. Dobbiamo raggiungere il rifugio prima delle 17 perchè il meteo ha previsto piogge dopo quell'ora. Arriviamo al Garulla piuttosto stanchi. Veniamo accolti da Gaetano, persona cortesissima e gradevola. Ci mette subito a disposizione le camere. Devo dire che il Garulla è ben più di un rifugio: camere confortevoli con bagno, doccia, balcone....insomma quasi un albergo. E la cena poi.....che roba!!!! Ottima in particolare la pasta e fagioni (me ne sono fatti ben 3 piatti). Stanchi andiamo a letto e l'indomani a colazione siamo tutti un po' dubbiosi: fuori tanta nebbia e pioggia. Ci pensa CLAMP a farci sorridere con il resoconto di una notte "ruggente"
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Basta vedere un piccolo squarcio di azzurro e decidiamo di partire. Neanche a dirlo comincia subito a piovere e l'acqua ci accompagnera a fasi alterne per tutto il giro. La nebbia purtroppo nasconde la meraviglia che ci circonda. Riesco cogliere le poche occasioni in cui sembra diradarsi e capisco che se la giornata fosse stata diversa avrei visto cose incredibili, soprattutto nella salita.
Concludo con un doveroso riconoscimento: nel gruppo c'erano 2 gentili signore. Gentili ma fortissime, capaci di fare in due giorni 80 Km e 3000 metri di dislivello con uno
zaino di 8 chili sulla schiena. Ho sofferto io e quindi immagino loro. Eppure nessun lamento, tanta tenacia e forza di volontà. Romina, Laura, siete fortissime e non lo dico per "galanteria". Sono convintissimo che ci sono pochi uomini capaci di fare quello che avere fatto voi due.
Infine una promessa: Sibillini tornerò e vi accarezzerò molto più a lungo.