Il problema, per quanto noto e grave (anche se in lento e inadeguato miglioramento), non è al momento risolvibile, punto.
Le cause sono quelle note: la Pianura Padana è una valle, è chiusa su tre lati (e ai fini circolatori quello aperto in inverno è il meno utile), è soggetta in grande scala a quello che succede in tutte le valli, ovvero mancanza di circolazione dell'aria nei primi strati al suolo in presenza di condizioni anticicloniche con inversione termica (cosa che si verifica nel semestre invernale, anche se il clima sempre più caldo potrebbe ridurre questa finestra temporale, almeno ai due estremi).
In sostanza, qualsiasi cosa prodotta in loco lì resta, è come sigillare la casa e non aprire le finestre, dopo un po' l'aria diventa irrespirabile anche senza farci niente di particolare.
Aggiungiamoci che in zona si concentra anche la più alta densità abitativa italiana, una (ancora, malgrado tutto) forte presenza artigianale ed industriale ed una elevatissima domanda di trasporto sia privato che merci e la frittata è fatta.
Infine, la zona ha anche una forte connotazione agricola, e le sostanze usate hanno un fortissimo contributo verso certi inquinanti (PM e NOx su tutti).
L'unico miglioramento riguarda l'anidride solforosa, grazie anche alla progressiva desulfurazione dei combustibili.
Soluzioni oggi spendibili a parte il "fermiamo tutto" (che comunque non risolve il problema finché non si apre una finestra per arieggiare la stanza
)?
Oggi non ce ne sono di veramente spendibili, ma solo palliativi che qualcosa fanno, ma non i miracoli. Si è agito molto sui veicoli di trasporto (ma resta un ricorso abnorme all'uso del mezzo privato per gli spostamenti e all'uso di quello su gomma per le merci, malgrado proclami vari puntualmente disattesi), si è agito parzialmente sui sistemi di riscaldamento (ma poi ti incentivano il pellet e ti cadono le braccia), poco e niente su quello agricolo a parte un generico (e quasi sicuramente mai verificato) divieto agli spandimenti quando la situazione si fa critica, qualcosina su quello industriale.
Solare, sia FV che termico (negli impianti con riscaldamento ad acqua c'è anche questa possibilità...) sicuramente possono dare una mano, ma non possono fare miracoli nella stagione meno favorevole per il soleggiamento, e comunque richiedono tempi moderatamente lunghi per diffondersi, non basta schioccare le dita stile Mary Poppins.
Poi vabbè, quando la gente deve usare comunque il camino in città perché fa figo o deve bruciare sterpaglie aprofusione per passarsi la domenica, c'è ben poco che si possa chiedere.