News Pedone su pista per MTB fa cadere biker: condannato

danyswimmer

Biker serius
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La sicurezza assoluta non ci sarà mai, nemmeno se il bikepark fosse completamente recintato: e se un pirla scavalcasse le recinzioni (nulla di più facile)?
Il gestore deve fare le cose a norma di legge e applicare le migliori norme di sicurezza, ma ciò non significa rischio zero. Vale lo stesso nelle aziende o quando si scia. Se uno si becca un pedone cretino, se lo trova comunque e questo fa si che anche nel bike park ci vogliano occhi ben aperti, piaccia o non piaccia, a gratis o a pagamento.
Poi ci sarà un giudice che come in questo caso identifica le colpe; nel frattempo ogni tanto si dovrà frenare e accettare un rischio.
 
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Pietro.68

...estiqaatsi...
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due...
Esempio di responsabilità oggettiva di cui ho conoscenza diretta.
Pista da fondo gestita da una società.
Nevicata forte con vento per 24 ore. Il giorno dopo c'è il sole e aprono la pista.
In un tratto di pista in discesa sul fianco della montagna uno sciatore si sposta sul ciglio della pista che cede letteralmente sotto i suoi sci perché la nevicata con il vento aveva creato un "costone" di pista a sbalzo. La caduta gli provoca una grave distorsione al ginocchio e una lesione alla spalla.
Il giudice ha chiesto al gestore se al mattino prima di aprire aveva fatto un giro della"sua" pista. Il gestore ha detto che non aveva fatto nessun giro ma si è giustificato dicendo che c'erano i cartelli e la liberatoria quando paghi per usare la pista.
Siccome quel "costone" che aveva allargato la pista era difficilmente riconoscibile da uno sciatore ma facilmente riconoscibile dal gestore il giudice lo ha condannato e gli ha fatto pagare parecchi soldini.
Quindi chi gestisce un impianto ha anche l'obbligo di garantire la sicurezza di cui fruisce di tale impianto. Sempre nei limiti della buona diligenza e della prevedibilità del danno.
 
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Esempio di responsabilità oggettiva di cui ho conoscenza diretta.
Pista da fondo gestita da una società.
Nevicata forte con vento per 24 ore. Il giorno dopo c'è il sole e aprono la pista.
In un tratto di pista in discesa sul fianco della montagna uno sciatore si sposta sul ciglio della pista che cede letteralmente sotto i suoi sci perché la nevicata con il vento aveva creato un "costone" di pista a sbalzo. La caduta gli provoca una grave distorsione al ginocchio e una lesione alla spalla.
Il giudice ha chiesto al gestore se al mattino prima di aprire aveva fatto un giro della"sua" pista. Il gestore ha detto che non aveva fatto nessun giro ma si è giustificato dicendo che c'erano i cartelli e la liberatoria quando paghi per usare la pista.
Siccome quel "costone" che aveva allargato la pista era difficilmente riconoscibile da uno sciatore ma facilmente riconoscibile dal gestore il giudice lo ha condannato e gli ha fatto pagare parecchi soldini.
Quindi chi gestisce un impianto ha anche l'obbligo di garantire la sicurezza di cui fruisce di tale impianto. Sempre nei limiti della buona diligenza e della prevedibilità del danno.

Riporta il tuo esempio alla situazione di cui parla il topic:
Se la pista avesse causato un danno al ragazzo perchè non era stata controllata dai gestori, che si fanno pagare un biglietto, allora si che la denuncia per i gestori ci stava.
Ma visto che i gestori la pista l'hanno controllata (paganella è praticamente l'unico park in cui ho visto i patrol girare tutto il giorno sui trail per sistemare eventuali problemi e pericoli), e hanno fatto il possibile per evitare rischi (uno dei cartelli di cui parlavano prima è a 2 metri da dove è successo l'incidente), come fate a continuare a ripetere che " nessuno chiede la sicurezza totale, ma fare tutto quello che si può per limitare al minimo i rischi"...quindi in paganella, cosa dovevano fare per evitare questo incidente e non venire querelati?
 
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Paoloderapage

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Riporta il tuo esempio alla situazione di cui parla il topic:
Se la pista avesse causato un danno al ragazzo perchè non era stata controllata dai gestori, che si fanno pagare un biglietto, allora si che la denuncia per i gestori ci stava.
Ma visto che i gestori la pista l'hanno controllata (paganella è praticamente l'unico park in cui ho visto i patrol girare tutto il giorno sui trail per sistemare eventuali problemi e pericoli), e hanno fatto il possibile per evitare rischi (uno dei cartelli di cui parlavano prima è a 2 metri da dove è successo l'incidente), come fate a continuare a ripetere che " nessuno chiede la sicurezza totale, ma fare tutto quello che si può per limitare al minimo i rischi"...quindi in paganella, cosa dovevano fare per evitare questo incidente e non venire querelati?
se il cartello c'era chiaro e visibile quasi sicuramente (l'interpretazione dei giudici a volte è imprevedibile) la colpa sarà attribuita esclusivamente al pedone e la querela sarà inutile.
Ma questo è diverso da dire ''la MTB è pericolosa, se vi fate male in park per qualsiasi motivo c@zzi vostri".
 
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se il cartello c'era chiaro e visibile quasi sicuramente (l'interpretazione dei giudici a volte è imprevedibile) la colpa sarà attribuita esclusivamente al pedone e la querela sarà inutile.
Ma questo è diverso da dire ''la MTB è pericolosa, se vi fate male in park per qualsiasi motivo c@zzi vostri".
mai pensato che se uno si fa male in park sono fatti suoi, prendono dei bei soldi a poter sfruttare quelle montagne, è giusto che la sicurezza sia compito loro, ma in questo post, è stato detto più volte "giusto denunciarli, devono pensarci loro ad evitare che succeda", e qui io continuo a chiedermi, cosa devono fare?
Hanno fatto un park, hanno messo in sicurezza i trail, messo i cartelli e bacchetti vari (alcuni pezzi condivisi con ad esempio tratti di piste da sci, hanno i paletti che delimitano il trail rispetto alla pista dove la gente in estate può arrivare facilmente), direi che oltre sarebbe eccessivo, e personalmente lo troverei pure uno scempio.
 
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Se era consapevole di trovarsi su un percorso dedicato è pirla 3 volte perché causa pericolo per i biker, per se stesso e per la sua famiglia.
(e non esserne consapevole è veramente difficile...)

C'è poco da discutere:
ignorantia legis non excusat

se è stato giudicato colpevole vuol dire che lo era anche se i cartelli erano mal esposti, poi chiaro... nel mezzo del bosco uno può non rendersene conto, una pisca da sci (altrettanto vietata) è molto più visibile, difatti non ci sono cartelli in genere se non negli attraversamenti di piste di slittino su piste sci.

Contesto quindi il fatto che sia difficile esserne inconsapevoli... noi andiamo in MTB e per noi tutto è normale, ma gente non ha idea cosa sia un bike park ed è per questo che dove ci sono debbano essere ben indicati oltre che fare una campagna sicurezza a monte, anzi sarebbe da dire a valle ovvero nel paese stesso attenzionare i turisti a questo
 

lorenzom89

Biker grossissimus
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Legalmente acquisti un servizio in cui la risalita è funzionale all' uso dei sentieri, tanto è vero che in certe località se non hai il pass non puoi accedere ai sentieri. In modo non diverso dallo sci alpino, che di certe problematiche ha un'esperienza pluridecennale e da un paio d'anni anche una legge in proposito.

Questo "in park", se poi usi la seggiovia per scendere su sentieri naturali è tutt'altra questione.
scusa ma ho dato un occhiata al regolamento ad esempio dello skipass in paganella e al regolamento del bikepark e non ho trovato nulla di quello che scrivi..

in quanto io assolutamente ignorante in materia legale (come hai scritto) mi mostreresti gentilmente gli articoli legali o i regolamenti scritti che parlano di quanto dici?? grazie
 

Paoloderapage

Biker perfektus
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mai pensato che se uno si fa male in park sono fatti suoi, prendono dei bei soldi a poter sfruttare quelle montagne, è giusto che la sicurezza sia compito loro, ma in questo post, è stato detto più volte "giusto denunciarli, devono pensarci loro ad evitare che succeda", e qui io continuo a chiedermi, cosa devono fare?
Hanno fatto un park, hanno messo in sicurezza i trail, messo i cartelli e bacchetti vari (alcuni pezzi condivisi con ad esempio tratti di piste da sci, hanno i paletti che delimitano il trail rispetto alla pista dove la gente in estate può arrivare facilmente), direi che oltre sarebbe eccessivo, e personalmente lo troverei pure uno scempio
Quello che scrivi tu è pienamente condivisibile ed è quello che penso anch'io... Non sta certo al gestore andare a riprendere per i capelli il pedone in pista, serve una buona segnaletica e se questa c'è il discorso è chiuso. Così come è giusto che passino a controllare i trail (come a Paganella) cosa che non succede in molti park.

Altri utenti però stanno dicendo che la responsabilità dei gestori si limita agli impianti di risalita e niente di più.
 

Tc70

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Picola ma carattarastica...
Dalla tua risposta non sei uno che frequenta di park , il gestore ti fa pagare la risalita giornaliera poi non lo vedi per boschi a pattugliare i sentieri, a livigno per esempio se non ti schianti contro i pedoni che sono rari nei sentieri ti schianti contro le mucche e i cavalli…… lui mette i cartelli e si para il culo il resto sta a tutti
No, non frequento, e proprio dal momento che pago, non mi si da, un minimo di garanzia, non frequenterò mai.
 

sembola

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Riporta il tuo esempio alla situazione di cui parla il topic:
Se la pista avesse causato un danno al ragazzo perchè non era stata controllata dai gestori, che si fanno pagare un biglietto, allora si che la denuncia per i gestori ci stava.
Ma visto che i gestori la pista l'hanno controllata (paganella è praticamente l'unico park in cui ho visto i patrol girare tutto il giorno sui trail per sistemare eventuali problemi e pericoli), e hanno fatto il possibile per evitare rischi (uno dei cartelli di cui parlavano prima è a 2 metri da dove è successo l'incidente), come fate a continuare a ripetere che " nessuno chiede la sicurezza totale, ma fare tutto quello che si può per limitare al minimo i rischi"...quindi in paganella, cosa dovevano fare per evitare questo incidente e non venire querelati?
Di nuovo, il punto non è quello che hanno fatto in Paganella: tanto è vero che l'avvocato del pedone non ha cercato di coinvolgerli.

Il punto da tre pagine è che astrattamente e concretamente il gestore di un bikepark è responsabile ANCHE di quello, se non mette in atto tutte le ragionevoli cautele del caso. Posso capire che non ci paia giusto o "etico", ma le nostre convinzioni o percezioni non cambiano la sostanza della legge.
 
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sembola

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C'è poco da discutere:
ignorantia legis non excusat
A parte il fatto che anche questo principio non è assoluto, la questione è molto diversa, perchè non parliamo di una legge ma di un divieto di accesso ad un sentiero, che deve essere comunicato ai potenziali utenti. Per dire, il limite di velocità nei centri urbani di 50 kmh è stabilito dalla legge e puoi multare chi lo supera anche se non c'è un cartello specifico; ma se istituisci una zona a 30 kmh devi mettere i cartelli, altrimenti le multe non sono valide.
 

Pietro.68

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Se la pista avesse causato un danno al ragazzo perchè non era stata controllata dai gestori, che si fanno pagare un biglietto, allora si che la denuncia per i gestori ci stava.
Ma visto che i gestori la pista l'hanno controllata (paganella è praticamente l'unico park in cui ho visto i patrol girare tutto il giorno sui trail per sistemare eventuali problemi e pericoli), e hanno fatto il possibile per evitare rischi (uno dei cartelli di cui parlavano prima è a 2 metri da dove è successo l'incidente), come fate a continuare a ripetere che " nessuno chiede la sicurezza totale, ma fare tutto quello che si può per limitare al minimo i rischi"...quindi in paganella, cosa dovevano fare per evitare questo incidente e non venire querelati?
Io non mi riferisco al caso specifico.
Ragiono in astratto.
Tu gestore hai il dovere di fare tutto il possibile per prevedere eventuali incidenti. Come detto nei limiti della diligenza e della prevedibilità.
Se tu metti i cartelli (magari non uno solo alla partenza e nascosto) ma anche lungo il percorso e magari in concomitanza con incroci di altri sentieri secondo me sei a posto. Poi deciderà il giudice.
Ma se metti un solo cartello alla partenza e la discesa è lunga 3 km e nel frattempo incrocia una decina di sentieri aperti ai pedoni, qualche problema potresti averlo.
 
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scusa ma ho dato un occhiata al regolamento ad esempio dello skipass in paganella e al regolamento del bikepark e non ho trovato nulla di quello che scrivi..

in quanto io assolutamente ignorante in materia legale (come hai scritto) mi mostreresti gentilmente gli articoli legali o i regolamenti scritti che parlano di quanto dici?? grazie
Le stesse condizioni di vendita che hai linkato dicono che sui percorsi del bike park "... è consentito il transito delle mountain bike, nel rispetto delle condizioni di vendita". Successivamente si dice che l'inosservanza del regolamento specifico del bike park può comportare il ritiro del pass. E' abbastanza chiaro che il pass non è svincolato dal bike park, ma rappresenta un insieme funzionale in modo non diverso dallo sci alpino. Infatti al primo punto di quelle condizioni le stesse società di gestione degli impianti definiscono il tutto come "un sistema integrato di impianti e piste/tracciati".

Detto questo, se c'è un "organizzatore", nei fatti è responsabile della sicurezza in astratto ed in concreto indipendentemente dall' esistenza di un contratto di vendita. Ci sono state molte discussioni che parlavano della responsabilità degli "accompagnatori", cercale se vuoi approfondire la questione.
 

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A parte il fatto che anche questo principio non è assoluto, la questione è molto diversa, perchè non parliamo di una legge ma di un divieto di accesso ad un sentiero, che deve essere comunicato ai potenziali utenti. Per dire, il limite di velocità nei centri urbani di 50 kmh è stabilito dalla legge e puoi multare chi lo supera anche se non c'è un cartello specifico; ma se istituisci una zona a 30 kmh devi mettere i cartelli, altrimenti le multe non sono valide.
ed è esattamente quello che ho scritto dato che ho aggiunto:

"se è stato giudicato colpevole vuol dire che lo era anche se i cartelli erano mal esposti"

sid
 

lorenzom89

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Le stesse condizioni di vendita che hai linkato dicono che sui percorsi del bike park "... è consentito il transito delle mountain bike, nel rispetto delle condizioni di vendita". Successivamente si dice che l'inosservanza del regolamento specifico del bike park può comportare il ritiro del pass. E' abbastanza chiaro che il pass non è svincolato dal bike park, ma rappresenta un insieme funzionale in modo non diverso dallo sci alpino. Infatti al primo punto di quelle condizioni le stesse società di gestione degli impianti definiscono il tutto come "un sistema integrato di impianti e piste/tracciati".

Detto questo, se c'è un "organizzatore", nei fatti è responsabile della sicurezza in astratto ed in concreto indipendentemente dall' esistenza di un contratto di vendita. Ci sono state molte discussioni che parlavano della responsabilità degli "accompagnatori", cercale se vuoi approfondire la questione.
Ammetto di nuovo la mia ignoranza ma non ho capito molto quello che hai scritto :mrgreen: mi sembra una specie di supercazzola prematurata..

Comunque non trovo scritto da nessuna parte di responsabilità da parte del gestore dell'incolumità dei biker, o di impegnarsi a mantenere una adeguata cartellonistica, o di impegnarsi a tenere i pedoni fuori dai trail dedicati alle mtb..

Trovami un articolo di legge o di regolamento che dice questo...
 

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Ammetto di nuovo la mia ignoranza ma non ho capito molto quello che hai scritto :mrgreen: mi sembra una specie di supercazzola prematurata..

Comunque non trovo scritto da nessuna parte di responsabilità da parte del gestore dell'incolumità dei biker, o di impegnarsi a mantenere una adeguata cartellonistica, o di impegnarsi a tenere i pedoni fuori dai trail dedicati alle mtb..

Trovami un articolo di legge o di regolamento che dice questo...
Il problema è che spesso molti gestori recepiscono solo quando scatta una denuncia...se ci fosse scritto sul biglietto che se ne sollevano da ogni responsabilità, o fanno firmare una liberatoria, sarebbe diverso, ma non vuol dire che se non c è scritto nulla, non esistan delle attenzioni a cui si dovrebbe appunto prestar attenzione, siamo in Italia, patria con il più alto tasso di avvocati di tutta Europa, (e credo nessun disoccupato)...ogni stronz@ta è buona per creare un pretesto ed un precedente...si aspetta solo un episodio grave, un pò di eco giornalistico e la frittata è fatta, quindi perchè aspettare? Poi si piange...;-)
 

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