Le sveglia suona ad un'ora insolita.
Stancamente mi alzo, le mie gambe, indipendenti dal cervello ancora assonnato, mi portano in bagno e poi in cucina.
Apro la finestra, è buio pesto, un gallo canta: non sono solo!
Latte freddo, un paio di brioches, una manciata di biscotti secchi.
Torno in camera per vestirmi: la divisa l'ho preparata ieri sera per non fare troppo rumore.
Guardo fuori, incomincia a schiarire.
Un bacio ciascuno ai miei tesori che ancora dormono ed esco.
La luce posteriore è inevitabile, un po' d'
olio alla catena, monto il contachilometri ed inizio a pedalare; sopra la divisa ho la maglia con le bande catarifrangenti: adesso, a quest'ora, è diventata obbligatoria; prima era fortemente consigliata dal buon senso.
La partenza è in salita; un contadino sulla porta di casa (.... sull'uscio a rimirar.....) mi saluta sorridente, oltre a lui in giro non si vede nessuno, poco dopo mi sorpassa il camion della nettezza urbana, poi lo ripasso quando lui è fermo al cassonetto e poi di nuovo davanti lui ed al cassonetto successivo davanti io e continuiamo a giocare a rincorrerci per alcuni chilometri.
Iniziano a sorpassarmi alcune auto, io svolto a destra sulla ripida erta che porta al cimitero, una preghiera continuando a pedalare e proseguo.
La salita per il momento è finita, sgranchisco le gambe e spengo la luce: ormai è giorno fatto.
Arrivo ad un altro paese intervallando tratti in asfalto a tratti sterrati; i ragazzi escono di casa con le spalle ricurve sotto i pesanti zaini.
Entro nel centro storico e saluto la guardia comunale che mi guarda incuriosita.
Scendo, salgo, cambio, spingo rapporti un po' più duri, ora il mo corpo è completamente sveglio.
Arrivo ad un altro paese e controllo il chilometraggio calcolando il tempo necessario per rientrare a casa; giro la MTB ed inizio l'ultimo tratto su asfalto, necessario per evitare contrattempi a quest'ora indesiderabili.
Inizia a piovigginare, le orecchie sono gelide, il resto del corpo ha una temperatura accettabile, spingo sui pedali, ultima salita e sono di nuovo a casa.
Sono in ritardo di due minuti su quella che era la mia tabella di marcia: li recupererò evitando la seconda passata di bagnoschiuma, dopotutto non più di otto ore fa ero ancora sotto la doccia.
Incrocio le mie belle sulle scale: un bacio veloce ciascuna e corro a prepararmi.
Mi aspetta un'ora di auto e poi dieci ore di lavoro. Computer, mail, posta da spedire, superiori da esaudire, colleghi da controllare, clienti che si lamentano, clienti da trovare, appuntamenti, telefoni occupati...... con questo risveglio il lavoro, oggi, sarà più piacevole.
Che bella la Valconca all'alba!