Tutto il sabato passato a cercar compagnia per andare a provare la Gavina innevata.
La massa andava verso mare, che è la meta preferita per chi fa mountain bike
dalle nostre parti.
Così ci si allena per andare a correre nell'autodromo (in mtb
) giusto fra qualche settimana .
Io, che di mtb non ne capisco nulla, invece voglio ostinatamente andare verso i monti, e così rimango solo
.
Alla fine due anime pìe che vengono dal mare (a volte le cose sembrano proprio andare alla rovescio) mi rispondono e così ci troviamo di buon ora a Montecerignone.
Prendiamo per Santa Rita, tanto per non trovare traffico.
Salendo incomincia la neve, ma fino a Villagrande lo strato appare sottile e forse ben pedalabile; le strade sono perfettamente pulite ed affatto gelate.
A Calvillano, a lato strada, i cumuli di neve cominciano ad aumentare ma ormai siamo lanciati, alla ragguardevole media oraria di 7 km/h e frenare diventa difficile, tanto che proseguiamo fino al parcheggio dell'Eremo.
Incomincio a nutrire qualche dubbio sulla pedabilità della Gavina e lo manifesto ai miei inconsapevoli compagni di viaggio "ritorniamo fino a Le Ville, per la discesa di Serra Nanni o proviamo ad arrivare alla croce della Gavina, magari spingendo un po'?.
(u
n po', per chi non lo sapesse, è quella unità di misura non meglio specificata che in taluni casi può assumere dimensioni ciclopiche.....)
Beh, gli sventurati non hanno capito cosa li aspettava, e neppure io a dire il vero
, ed hanno proposto di continuare lungo il percorso prestabilito.
Arriviamo alla croce in un paesaggio come al solito da favola, fornendo rassicurazioni a due guardie forestali sugli sci che preoccupati ci vogliono lontano dalle piste e fermandoci a fare qualche foto al passo del Trabocchino.
La discesa nei prati fino all'imbocco della Gavina non è fattibile, nemmeno seguendo le tracce di qualche mostosclitta, talvolta affondiamo nella neve fino alla coscia.
Iniziamo la Gavina con l'imbocco al solito protetto da due metri di neve, ma la cosa è già successa in passato, ed all'istante non mi spaventa.
La Gavina è una favola, e riusciamo a percorrerne in sella una "buona" parte, circa 6 metri, il resto lo facciamo a spinta.... è ovvio che a qualcosa bisogna rinunciare, no?
Torniamo in sella solo sulla forestale che intervalla la Gavina dal sentiero delle pigne, che percorriamo finalmente in sella.
Arriviamo inspiegabilmente in orario sulla tabella di marcia.
Se i miei compagni di ieri avranno ancora voglia di pedalare ancora in mia compagnia ancora non so....... credo però che la loro quota annuale di neve l'abbiano già avuta.
Alla prosssima, per chi vorrà!