Ed ecco arriva il giorno clou della vacanza in bike del lombardo Poldinho in Valconca.
Abbiamo rispolverato un classico Sasso Simone + Gavina tolto dagli annali degli itinerari più interessanti della nostra zona.
A poco a poco il lombardo ha ottenuto un seguito quasi messianico e ci apprestiamo in folto gruppo ad affrontare le salite degli splendidi Sassi e dell'amato Carpegna.
Ce n'è da tutte le parti d'Italia, dai valligiani Luca81 e Luc7a, dal dintornesco Picasso, dai rivieraschi Glassman con i suoi più fidi compari.
Ultimo, ma non ultimo il piemontese Scausacan dal nik difficilmente pronunciabile e goffamente storpiabile.
La mattina si apre con tre, dico tre, defezioni dell'ultima ora: tutta gente giovane e che mai avremmo pronosticata ritirantesi, ma la realtà talvolta è più amara della più triste delle previsioni.
Ed è così che ci appropinquiamo al punto di ritrovo a Carpegna, con Glassman che ci sorpassa in auto e sporge dal finestrino contesco per 3/4 della sua lunghezza (ma chi lo teneva da dentro?); l'unico Luca rimasto in gruppo fa così la sua conoscenza e chiede la didascalia che presenti quel biker cosi...... appariscente.
Stranamente, per due volte, ci appare, seppur con mutato abbigliamento l'Ispettore Clouseau, anonimamente presente in questi lidi in altre occasioni importanti, per noi bikers, che sia una spia? Che sia un esploratore? Oppure una guardia del corpo di qualcuno dei "nordici"?
Ci supera un furgone che poco dopo sapremo essere pilotato dal piemontese.
Quando arriviamo in piazza sentiamo una voce sconosciuta che dice "oggi seguiremo una traccia, asportata illegalmente dal forum ed inserita da un certo apenseri"; la loro colpa sarà scontata dall'obbligo di unirsi alla nostra combriccola che seguirà, appunto, la stessa traccia. A volte le combinazioni del caso portano a strane coincidenze, la coincidenza combina degli strani casi, la coincidenza della combinazione è casuale, beh, insomma, avete capito!
Come tipico di ogni stella del cinema, Poldinho arriva con 1/4 d'ora di ritardo e, ne sarà molto contento il sindaco, si perde tra le vie dell'immensa metropoli carpegnola; sguinzagliamo i segugi in ogni direzione e lo recuperiamo, non senza fatica, per condurlo ai nastri di partenza.
Dopo le dovute presentazioni, si parte.
Attacchiamo subito le rampe che ci conducono ai Sassi, alla nostra destra si erge imponente il monte Carpegna, la cui sagoma e lontananza incute sincero timore ai nostri ospiti.
Arriviamo al grande faggio zigzagando tra mandrie di chianine, future protagoniste delle nostre tavole imbandite.
Ci tuffiamo nella frana, che un dotto biker ci dice non essere una frana, bensì un crollo, un crollo che nasce dalla parete, la frana si crea da sotto; lo minacciamo dicendogli che lo porteremo sul 101 ed anche lui converrà che si tratta proprio di una frana.
Incominciamo a capire chi ci stiamo portando appresso: il piemontese salta da un sasso all'altro come una capra di montagna, il lombardo segue tutto da dietro, con millimetrica precisione, non sbagliando neppure un passaggio, l'uomo-vetro fotografa ogni briciola di terreno mossa dal passaggio da ognuno dei bikers, il dotto ricomincia ad osservare la frana, dando idea di ripensarci, gli ricordiamo la nostra minaccia.
Saliamo in fretta verso la cerreta e ci fondiamo abbestia a valle, facendo slalom come di consueto tra i cerri ed oggi, perdipiù, pure tra i trekkers; non ne abbattiamo neppure uno (di cerri) e proseguiamo ululanti verso la fonte della Cantoniera.
La risalita verso il Carpegna sarà fatta sulle note di Vasco, costantemente su asfalto, cercando le ombre come fossero oasi nel deserto. Arriviamo in vetta e gli ospiti esultano per il raggiungimento dell'obiettivo.
Ora ci resta solo il crinale del Carpegna e la discesa della Gavina.
Bellissima come al solito, in ombra come serve, polverosa abbastanza per far disegnare degli splendidi semicerchi alle nostre posteriori.
Giungiamo a carpegna per le pigne, ci giriamo, ci contiamo, ci ricontiamo, sembra ne manchino 6 (sei), ci saremo sicuramente sbagliati, "proseguiamo fino alle auto!"
I sei arrivano 3/4 d'ora dopo, confermando che non avevamo sbagliato a contare: la traccia dell'aggregatodellultimominuto aledelmo, diceva giustamente a sinistra, il contract indicava destra, comunque la colpa è del Conte.
Ci salutiamo caldamente (per la temperatura che oltrepassa tranquillamente i 30°).
Qualcuno si fionda a casa per salvare il matrimonio,
altri lo considerano già naufragato e si fermano per la birra.
Poldinho mi confesserà via sms di aver sbagliato la strada per il ritorno e di essersi sorbito anche la assolatissima salita della Faggiola! "Ma non doveva essere poco allenato? Che ci nasconda qualcosa?"
peccato per chi non c'era