Lo scettro del Venina traballa
Oggi complice una giornata meravigliosa decido di provare a riportare la partita dello scettro del Venina almeno in parità visto l'attacco portato al Regnante col Cammello dal giovane e impertinente Principe della Torque.
Mi avvio da Carona a tarda ora ma tant'è e via, sono però d'accordo con il principe Paolo di Carona quando asserisce che le parti difficili delle uscite si dimenticano in fretta e penso questo mentre pedalo tra Pagliari e il Dosso una salita strong come sempre, comincia a vacillare il mio desiderio di attacco allo scettro in altrui mani e rimpiangere di non essere stato in ufficio.
Il sole ha già abbandonato le anime di Pagliari
Mentre la luna è già alta sopra il Cabianca in veste invernale, il sole comincia ad abbassarsi inesorabilmente, la temperatura non è minimante paragonabile a quella della settimana scorsa in questi luoghi.
Si potrebbe tranquillamente stare in pantaloncini e maglietta, l'autunno ha iniziato il suo lavoro di abile pennellatore e i paesaggi sono incantevoli.
Cabianca innevato
Dopo la solita lunga pedalata con variante attraverso il Rif. Baitone riprendo la strada per il Rif. Longo e in breve lo raggiungo, le certezze traballono in considerazione dell'orario ormai prossimo alle 16.30 ma dopo una breve pausa parto motivato per sferrare l'attacco al tratto finale ,che poi tanto corto non è visto che dal rifugio sono sempre un 500 m. di dislivello in granparte a spinta.
Rifugio Longo e Monte Aga
Dopo una breve pausa al rifugio purtroppo deserto risalgo il tratto che in breve mi porta al LAgo del Diavolo, solo il tempo di una breve escursione sul muro della diga e il tempo di volgere lo sguardo al passo della Selletta ancora più innevato di come lo abbiamo trovato la scorsa settimana.
Passo della Selletta
Senza esitazione mi avvio verso il sentiero del Passo del Venina che nel primo tratto è anche quello che conduce al Passo di Cigola e sull'Aga per la via normale.
Il sentiero in breve diventa molto esposto e protetto a monte con alcune corde fisse, alcuni attraversamenti di vallette ghiaiose risultano degni di attenzione onde evitare di ritrovarsi sul tetto del rifugio Longo senza passare dal via come nel gioco dell' oca.
La vista sulla valle sottostante è emozionante la luce del tramonto conferisce al tutto un tocco di magia, nel frattempo il sole se ne è andato e devo giocarmi la luce rimanente al meglio.
E me la gioco facendo foto e qualche autoscatto da condividere qui sul forum ma questo nel frattempo affievolisce la possibilità di portare atermine il compito.
Primo tratto di sentiero molto esposto
Il sentiero è di rara bellezza e concede parecchio spazio alle session fotografiche, questo a discapito dello scettro che ormai sto lentamente accantonando.
Attenzione che il transito nella condotta non sò neanche se è consentita e comunque il fondo è leggermente scivoloso per via di un pò di melma che si è formata sul fondo stesso al punto che io trovato le tracce presumo del passaggio del Paolo.
Attenzione anche che l'ingresso in una galleria che comunaque non si percorre è preceduto e seguito da un paio di vasche di discreta profondità magari non ci si annega ma si fa il bagno fuori stagione.
Alcuni tratti nella canale di raccolta dell'acqua
Comunque avanti e indietro foto e scatti camosci infastiditi dalla mia presenza che soffiano quando mi sveglio dal sogno le condizioni di luce sono quelle delle foto successive, per cui scelgo credo saggiamente di ripercorrere a ritroso l'itinerario di salita e con l'ausilio di un faretto giungere al lago del Diavolo.
Durante la discesa l'incontro ravvicinato con una volpe abbagliata dal faretto è la ciliegina sulla torta.
Per adesso il Principe della Torque può dormire sonni tranquilli lo scettro del venina è saldamanete nelle sue mani ma attento il meteo è della nostra e la luna piena è alle porte non escluso che quei luoghi ci rivedano molto presto,
Oggi complice una giornata meravigliosa decido di provare a riportare la partita dello scettro del Venina almeno in parità visto l'attacco portato al Regnante col Cammello dal giovane e impertinente Principe della Torque.
Mi avvio da Carona a tarda ora ma tant'è e via, sono però d'accordo con il principe Paolo di Carona quando asserisce che le parti difficili delle uscite si dimenticano in fretta e penso questo mentre pedalo tra Pagliari e il Dosso una salita strong come sempre, comincia a vacillare il mio desiderio di attacco allo scettro in altrui mani e rimpiangere di non essere stato in ufficio.
Il sole ha già abbandonato le anime di Pagliari
Mentre la luna è già alta sopra il Cabianca in veste invernale, il sole comincia ad abbassarsi inesorabilmente, la temperatura non è minimante paragonabile a quella della settimana scorsa in questi luoghi.
Si potrebbe tranquillamente stare in pantaloncini e maglietta, l'autunno ha iniziato il suo lavoro di abile pennellatore e i paesaggi sono incantevoli.
Cabianca innevato
Dopo la solita lunga pedalata con variante attraverso il Rif. Baitone riprendo la strada per il Rif. Longo e in breve lo raggiungo, le certezze traballono in considerazione dell'orario ormai prossimo alle 16.30 ma dopo una breve pausa parto motivato per sferrare l'attacco al tratto finale ,che poi tanto corto non è visto che dal rifugio sono sempre un 500 m. di dislivello in granparte a spinta.
Rifugio Longo e Monte Aga
Dopo una breve pausa al rifugio purtroppo deserto risalgo il tratto che in breve mi porta al LAgo del Diavolo, solo il tempo di una breve escursione sul muro della diga e il tempo di volgere lo sguardo al passo della Selletta ancora più innevato di come lo abbiamo trovato la scorsa settimana.
Passo della Selletta
Senza esitazione mi avvio verso il sentiero del Passo del Venina che nel primo tratto è anche quello che conduce al Passo di Cigola e sull'Aga per la via normale.
Il sentiero in breve diventa molto esposto e protetto a monte con alcune corde fisse, alcuni attraversamenti di vallette ghiaiose risultano degni di attenzione onde evitare di ritrovarsi sul tetto del rifugio Longo senza passare dal via come nel gioco dell' oca.
La vista sulla valle sottostante è emozionante la luce del tramonto conferisce al tutto un tocco di magia, nel frattempo il sole se ne è andato e devo giocarmi la luce rimanente al meglio.
E me la gioco facendo foto e qualche autoscatto da condividere qui sul forum ma questo nel frattempo affievolisce la possibilità di portare atermine il compito.
Primo tratto di sentiero molto esposto
Il sentiero è di rara bellezza e concede parecchio spazio alle session fotografiche, questo a discapito dello scettro che ormai sto lentamente accantonando.
Attenzione che il transito nella condotta non sò neanche se è consentita e comunque il fondo è leggermente scivoloso per via di un pò di melma che si è formata sul fondo stesso al punto che io trovato le tracce presumo del passaggio del Paolo.
Attenzione anche che l'ingresso in una galleria che comunaque non si percorre è preceduto e seguito da un paio di vasche di discreta profondità magari non ci si annega ma si fa il bagno fuori stagione.
Alcuni tratti nella canale di raccolta dell'acqua
Comunque avanti e indietro foto e scatti camosci infastiditi dalla mia presenza che soffiano quando mi sveglio dal sogno le condizioni di luce sono quelle delle foto successive, per cui scelgo credo saggiamente di ripercorrere a ritroso l'itinerario di salita e con l'ausilio di un faretto giungere al lago del Diavolo.
Durante la discesa l'incontro ravvicinato con una volpe abbagliata dal faretto è la ciliegina sulla torta.
Per adesso il Principe della Torque può dormire sonni tranquilli lo scettro del venina è saldamanete nelle sue mani ma attento il meteo è della nostra e la luna piena è alle porte non escluso che quei luoghi ci rivedano molto presto,