. Appuntamento fissato per le 8,30 da Mimmo, caricata la sua bici ci avviamo in direzione Aleandro. Durante il tragitto ci fermiamo a fare colazione, dando per scontato che Alenadro sarebbe arrivato in ritardo, ed infatti così è stato, 10 minuti di ritardo preannunciati via sms.
Cominciano i tentativi di sistemazione delle bici sul porabici, dopo una mezz'ora di smoccolamenti e vicini a desistere, Mimmo fa :"metti più vicine le bici e monta il braccio più corto (di fissaggio) per agganciare l'ultima bici". Lo guardo con moltooooooo scetticismo ma lui rincara :"ahoooo, per pare che quelli che lo costruiscono so cretini?!? se hanno fatto quel braccio vuol dire che si deve adoperare quello per fissare tre bici!" Provo solo per accontentarlo, ma effettivamente, gira che ti rigira riusciamo a far stare insieme le bici ... Mimmo gongola
Si parte, destinazione Campi di Annibale, arrivati a Rocca di Papa attacchiamo il
garmin per farci portare all'inizio del sentiero, e lui ci conduce precisi al parcheggio. Prima di tirare giù le bici, gli facciamo una foto per essere sicuri di riuscire a ricomporre il puzzle
Si parte, prima sosta dopo 50 metri, al bar, per un supplemento di colazione ed espletamento di funzioni fisiologiche. Ci avviamo verso la salita che porta al Maschio delle Faete, dopo qualche problema di riconoscimento della traccia di cui declino ogni responsabilità
Si comincia a salire, il fondo è abbastanza buono con una pendenza che va dall11 al 18%, dopo avr rotto il fiato andiamo su di buona lena ed al fresco del bosco. Arrivati in cima, inizia la discesa, segnata "rossa" da P&G, effettivamente, pur non essendo ripidissima è piuttosto "incasinata" (non sono ancora abilitata all'uso del termine "tecnica"
), cominciamo a scendere, Aleandro a palla de foco, Mimmo con circospezione ed io dalla bici
Dopo il primo tratto, risalgo e vado giù senza troppi problemi, guadagnando qualche punto.
Almeno fino al tratto di sentiero (anche l'uso del termine "single track" mi è ancora vietato
) caratterizzato dalla presenza di grossi massi. Aleandro lo fa quasi tutto in bici, Mimmo una parte, ed io tutto ... a piedi
, ma non fa punteggio negativo perchè chi ha proposto il giro lo da per "a piedi".
Comincia un tratto di sali e scendi, sempre di sotto bosco con un buon fondo, in cui le discese veloci sono seguite da strappi in salita brevi, ma abbastanza ripidi. Il fatto che io ci arrivi senza avere il tempo di cambiare rapporto, mi costringe a farne alcuni non proprio in agilità, ma per la prima volta, passo sui sassi in velocità mentre prima mi rompevano il ritmo costringendomi a fermarmi. Altri punti guadagnati
Guidando il gruppo alla ricerca della traccia perduta, riguadagno la fiducia di Mimmo ed Aleandro nelle mie doti di orientamento, o meglio, nella mia capacità di seguire le indicazioni del garmin
Arrivati al punto più basso del giro, si comincia a salire su asfalto, la consapevolezza di essere vicino alla meta mi fa lanciare il cuore oltre l'osacolo, e parto in cerca di gloria
La trvo, purtroppo, sotto forma di un bitumaro che incontro e supero, lui non ci sta e parte. Una persona di buon senso avrebbe continuato al suo ritmo per la sua strada, ma non io, come dice Mimmo, sarò pure soltanto di origine calabrese, ma la capoccia è quella, senza discssione
Mi lancio all'inseguimento, annunciato dal rumore delle NN 2,25 che sull'asfalto e con me sopa, sembra quello di un cingolato, il bitumaro lo sente, e spinge, con me dietro. Il garmin mi dice di girare, siamo arrivati al punto in cui si riprende il bosco, ma nun se po ... al grido di "chi si astiene dalla lotta è 'n gran fijo de na ....", continuo a tenere il bitumaro. Sbuffo come un mantice, i quadricipiti fucilati ed il garmin sembra una pianola, visto che beeppa senza soluzione di continuità il fatto che sono inchiodato al livello di soglia massima di battiti cardiaci
Si prosegue, lui davanti io dietro e sotto un sole cocente, per giunta, arrivati alle prima case, proprio quando sto per esalare l'ultimo respiro, lui gira, è arrivato!!! Faccio ancora cinquecento metri per dimostrargli che sono fresco come una rosa
e crollo. Dopo qualche minuto pssato seduto su un muretto a boccheggiare stremato ed aver bevuto tutta l'acqua che mi era rimasta, trovo la forza di chiamare Mimmo ... "ma 'ndo c....... stai?!? è mezz'ora che stamo qui al bivio dove si riprende lo sterrato!!!!" Gli spiego l'accaduto, ma avrei fatto meglio a dirgli che avevo sbagliato strada, perchè il commento è netto
è la sentenza unanime ... esposizione al pubblico ludibrio (questo), perdita di tutti i punti faticosamente accumulati e ritorno indietro al bivio, pur avendo ormai scollinato ed essendo arrivato a pochi metri dal parcheggio.
Riparto che paro pinocchio, tanto c'ho le gambe legnose
riscollino e mi rifaccio in discesa tutta la strada fatta il salita col bitumaro. Arrivato al bivio, Mimmo rincara la dose, Aleandro vorrebbe approvare la cojonata, ma ufficialmente si allinea al giudizio negativo, diciamo così
, espresso da Mimmo.
Si riprende il sentiero e si rifà su sterrato il dislivello che avevo fatto su bitume, fino ad arrivare all'auto. Ci rifocilliamo, rimontiamo le bici senza neppure aver bisogno di rivedere la foto scattata prima di tirarle giù, e ci dirigiamo verso la via dei laghi. Trovato un porchettaro di fiducia, s'abboffamo e ripartiamo per Roma.
Giro molto divertente, faticoso quanto basta e soprattutto quasi tutto al fresco, con la solita, eccellente compagnia. Anche se mi rinfacceranno per mesi i 700 metri di salita in più che hanno fatto prima i capire che ... ehmmm ... avevo sbagliato strada
ed a nulla è servito dirgli che io ne avevo fatti oltre 2.500, se non a rafforzare la convinzione di Mimmo che la mia capoccia sia da calabrese doc
Aspettiamo le foto