- ODISSEA EPICA -
Monte Sirino - Lago Laudemio (PZ)
15.09.2021
...LA GOLA DEL DIAVOLO...
“Cosa NON fare quando si è soli in montagna”.
Ciao ragazzi, ho organizzato grazie a Wikilock un giro sul Monte Sirino fino ad arrivare al Lago Laudemio...
Partenza dal piazzale del Rifugio Conserva (segnalino verde) per farvi ritorno dopo un giro ad anello di 22km circa percorrendo vari trail immersi nel bosco alternati da tratti di asfalto.
Siamo usciti in auto la mattina presto io e Ari per trascorrere la giornata insieme, quando poi mi sarei assentato solo per un'oretta e mezza, lei sarebbe rimasta a Lagonegro e siccome eravamo su quel versante della montagna sono partito da un parcheggio situato dalla parte opposta dal punto di partenza noto (freccia e cerchio rosso sulla mappa).
Inizio a incamminarmi sulla traccia e dopo pochissimi metri vedo questo!
Oh cacchio, la traccia comincia su asfalto ma qui a sinistra c'è scritto chiaro e tondo che ci sono percorsi appositi per MTB che non indicano assolutamente la direzione dell'asfalto.
F...ulo la traccia
...io vado di quà!
Stupendo. Da subito immerso nel bosco su dei sentieri battuti con tanto di indicazioni ma soprattutto trail trail trail
.
Rocce, radici, saliscendi, piccoli salti e...salite, salite e ancora salite.
C'erano ogni tot degli svincoli indicati dai cartelli che andavano verso il basso ma non erano trascorsi neanche 45 minuti e non mi andava di iniziare a scendere anche perchè dalle indicazioni del navigatore, che riportavano il reinserimento sulla traccia, appariva chiaramente che mi sarei ritrovato sulla parte finale ovvero di nuovo al parcheggio.
Oddio...ce ne voleva di strada ma essendo in discesa sarebbe stata comunque troppo breve e avendo Ari ad aspettarmi non è che sarei ripartito di nuovo precludendomi buona parte della "passeggiata".
Quindi continuo a salire fino ad arrivare sulla vetta dell'altopiano del Lago Laudemio, cosa che tra l'altro non era contemplata dal gpx.
Il lago si presentava abbastanza ritirato con le coste asciutte, non so perchè non ho fatto delle foto...forse perchè troppo ingolosito dal lanciarmi in fretta e furia verso il centro scendendo e saltando le varie dunette...e che è? À Dark Fest?
Faccio il giro del lago fino al lato opposto ritrovandomi su una delle piste da sci ormai dismesse da tempo e buttando sempre lo sguardo su ciò che mi circondava vedo dei sentieri non battuti ai lati. Sentieri di servizio dismessi? Boh? Andiamo a vedere.
Da qui, che ha proprio l'aspetto di un canale formatosi nel tempo dalle acque, riesco a ritornare al punto iniziale del lago.
Ecco...qui, adesso non ricordo bene se ero di nuovo sulla traccia ma iniziava certamente l'asfalto che mi avrebbe riportato al parcheggio, era palese.
Allora che faccio? Asfalto o ritornare da dove ero venuto e prendere uno di quegli svincoli segnati MTB?
Ovvio! Faccio la seconda scelta
.
Durante le varie discese continuo (come da sempre) ad essere attratto dai fuori percorso ma che ho fatto solo un paio di volte in compagnia di chi conosceva a menadito il posto. Il Valhalla di Solopaca oppure a S.Stefano del Sole quando in inverno era ricoperto di neve ad esempio.
Sta di fatto che mi sono deciso, sono uscito dalla traccia e mi sò fatto la foresta Wild perchè forte del navigatore cartografico e del mio orologio sapevo che non mi sarei potuto perdere.
Un'odissea!
Il fuori traccia si è trasformato in poco tempo in un Extrawild!!!
Per seguire la direzione che mi avrebbe riportato sull'asfatlo mi sono ritrovaro su pendii al limite dell'equilibrio, non in bici ma A PIEDI ed impossibili da fare in sella...ma non ho avuto paura e ho proceduto con molta cautela nell'avanzamento verso la meta.
Devo dire in tutta sincerità che non avevo paura ma ero preoccupato che se mi fosse successo qualcosa nessuno mi avrebbe ritrovato.
Nessun segnale internet nè linea telefonica, solo il segnale satellitare del gps ma comunque impossibilitato a condividerlo e cime degli alberi che a stento filtravano la luce (pensavo...elicottero? Sticà), pendenze e distanze che nessuna gru avrebbe potuto calare una fune per caricarmi, si ma poi dove avrebbe potuto posizionarsi? Ormai ero addentrato sul fianco della montagna più di orso che si avvinghia con gli artigli agli alberi per non scivolare. Lui se la sarebbe cavata comunque, io...avevo 25kg di zavorra e sono senza artigli, mi ero anche tagliato le unghia il giorno prima
(ridiamo và).
Molto, molto, molto preoccupato per me stesso ma ancor di più per Ari che era ai piedi della montagna ad aspettarmi.
Un giro che sarebbe dovuto durare poco più di un'ora (22km circa x 1061D+) è diventato dopo un'ora e mezza un dimensione avventura sfidando la potenza della montagna.
Come ho accennato non posso dire che mi stavo perdendo perchè tra garmin e orologio combinato al satellitare dello smartphone la direzione per uscire dal bosco ce l'avevo ma ragazzi dire che sapevo al 100% di riuscirne indenne... ... eh beh, non dico che ogni tanto mi assaliva il terrore (cosa credete? sono anch'io alle volte un essere umano con le proprie fragilità) di non venirne a capo ... ma quasi.
Dopo tanto peregrinare continuamente aggrappato agli alberi, alle rocce, cercando in tutti i modi di non scivolare sulle foglie, smosse che ricoprivano il terreno, sempre con la mia zavorra da 25kg, a un certo punto ho creduto di esser salvo quando ho adocchiato in lontananza una gola dove c'era il letto di un torrente in secca.
D'altro canto solo lì potevo andare perchè era impossibile tentare la risalita da dove ero sceso e, sempre col navigatore che indicava la direzione, mi sò menato sapendo che sarei arrivato a valle con ... la consapevolezza che non sarebbe stato facile.
E se la strada fosse stata sbarrata da una frana?
E se il flusso del fiume ha accumulato detriti creando una diga invalicabile?
E se...e se...e se...mille interrogativi!
Non conoscevo il territorio...
Mi infilo nella gola
.
Una situazione pericolosa come mai mi era successa con la bici a seguito, nessuno avrebbe potuto salvarmi se non me e me stesso, la mia tenacia, il mio spirito, la mia forza d'animo, il mio coraggio, il non arrendermi mai alle avversità, trovare sempre una soluzione ai problemi e spingermi oltre i miei limiti.
Però ho anche detto prima in parentesi e lo ripeto: sono anch'io alle volte un essere umano con le proprie fragilità
Questo è solo uno dei primi punti estremamente difficile da superare... ce ne sono stati tanti ma tanti, tanti altri e siccome la faccenda era diventata davvero extrawild ho tolto i guanti per avere più presa sulle rocce, tolto gli auricolari e messo il telefono nello
zaino, ho tolto il sottocasco, stretto lo zainetto in vita e in petto, fisso le
ginocchiere ancora più strette e stringo ancor di più anche il casco...che preciso di non aver mai tolto.
Macigni, strapiombi(ni), roccione smosse, alberi a formare reti invalicabili, ecc ecc, con bici a seguito.... in più, Madonna Santa...c'erano evidenti tracce biologiche. Feci! Ogni 100-200 metri circa, non so, feci che non avevo mai visto di una 20-30ina di centimetri di diametro. Ho pensato: Queste saranno di orso...sono morto! Povera Ari, povera mia figlia... Non vi racconto cosa mi passava per la testa
.
Dopo ore che lottavo per la mia vita (sia ben chiaro!...la bici non l'avrei MAI ABBANDONATA! Avrei fatto di tutto per uscirne con lei!) finalmente la pendenza inizia a diminuire, almeno quella, e man mano che avanzavo anche le difficoltà parevano diminuire fino a trovarmi quasi fuori dalla gola. Faccio una pausa, prendo lo smartphone e c'è segnale!!! Decine di messaggi di Ari in preda al panico dove era quasi pronta a chiamare i soccorsi. La chiamo, le accenno qualcosa, la tranquillizzo e mi scuso chiedendole perdono per l'apprensione che le ho dato. Ci salutiamo con la promessa che l'avrei ricontattata appena fosse stato possibile.
A quel punto decido di lasciare la bici per esplorare più facilmente e velocemente la via migliore da seguire...non so, ho avuto in quel preciso istante una sensazione che non saprei spiegare. Come se visualizzassi l'uscita a breve dal mio calvario...e così è stato. C'era acqua nel letto del torrente in secca che risultava alimentato da una tubazione gigante proveniente da, credo, una centrale idroelettrica.
Ho pensato: sono salvo!
Ho proseguito a piedi per un centinaio di metri fino a quando la gola man mano di allargava fino a ritrovarmi sotto un ponte...CON STRADA ASFALTATA SOVRASTANTE. La freccetta del navigatore combaciava con la presenza di una strada statale.
Ripeto...ero salvo!!!
Torno a prendere la bici e poco prima di arrivare al ponte mi sono tenuto sulla destra fino ad arrivare sulla strada.
Ho giurato a me stesso che non avrei mai più esplorato i boschi uscendo dalle tracce...mai più! Con la bici intendo. Poi lasciamo stare che a piedi fai quel che vuoi ma con la bici... esplorare e non poter più tornare indietro...
mai più!
Finalmente ho potuto togliermi il casco ed abbracciare per credo un quarto d'ora Ari che era molto scossa. . .
Ne sono uscito vittorioso!!!!
Sono salvo e vittorioso!!!!
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