Concordo, ma infatti non è questo il punto. E' giusto che sia punito perchè o non s'è cagato il bollino o se n'è fregato. Dolo o colpa sempre di errore si tratta, ed è giusto che paghi.Con lo stesso concetto se hai sete ma vedi il simbolo del teschio su una bottiglia di varichina te ne bevi un sorso perché magari poca non è così mortale....?Se confermato positivo probabilmente in un'analisi quantitativa (o perlomeno semiquantitativa) la concentrazione era tale da superare quella che EVENTUALMENTE puo' essere considerata la soglia oltre la quale il principio attivo in questione puo' avere effetto dopante. Ma se il regolamento prevede che sia sufficiente la sola positività, l'applicazione di tale soglia è solo una questione di armonizzazione internazionale tra laboratori che effettuano le analisi, legata anche al limite tecnico di rilevabilità degli strumenti utilizzati per le analisi (parliamo di spettrometri di massa accoppiati a gascromatografi o piu' facilmente a cromatrografi liquidi, per chi ci capisce qualcosa GC/MS ed LC/MS, nelle diverse varianti, quindi strumenti che si evolvono relativamente in fretta, riuscendo a rilevare concentrazioni sempre piu' basse).
Detto questo, resta comunque che la singola applicazione della pomata possa tranquillamente superare un'eventuale soglia (se mai ci fosse e fosse applicata) e sicuramente dare la positività, senza poter fornire ai boia da tastiera, che già hanno descritto Raimondi come un tossicodipendente, quella ostentata certezza che sia un habituè di certe pratiche.
Una positività al clostebol metabolita, a meno che Raimondi non sia un'atleta donna della Germania dell'Est negli anni '80, va SECONDO ME vista ed inserita nel giusto contesto. Sia chiaro, ha sbagliato e lo ammette senza farsi sconti, ma parliamo come giustamente è stato definito di un "professionismo sui generis", dove gli atleti non sono abituati a regolari controlli, dove se ti passano una borraccia non ti chiedi cosa ci sia dentro (nel cavallo il doping avviene anche quando butti nel box del cavallo avversario quello che non butteresti nel tuo...), dove ti rendi conto di una leggerezza simile solo quando ci sbatti la testa come è successo a lui, perchè altrimenti non sei abituato a ragionare in tal senso.
Chi oggi lo accusa manco fosse il peggior serial killer della storia, non ha pensato che magari, pur vedendo il simbolo doping sul tubetto di pomata, abbia appunto commesso la leggerezza di usarla convinto che tanto quel poco di "doping" assunto 1) non avrebbe di fatto alterato nessuna prestazione 2) la prossima gara era a giorni di distanza 3) non si immaginava nessun controllo. Il tutto perchè quello di mettersi la pomata che aveva a disposizione era un gesto fatto in buona fede, pensando alla ferita da curare ed a nient'altro?
Se fai delle gare e lo fai di "mezza" professione perché cmq ti pagano, giri alla larga dalla roba con il bollino....
Punto
Ma nell'accusarlo moralmente, secondo me vanno considerate le attenuanti.