Approfondisci Sembola, approfondisci, non ci fa altro che bene.
Prendiamola larga: qualsiasi esperimento che voglia avere una valenza scientifica deve essere progettato in modo da misurare in modo accurato le variabili in gioco e da minimizzare gli elementi che possano falsare i risultati.
Se vogliamo "misurare" una bici rispetto ad un'altra occorre in primo luogo una strumentazione adeguata: occorre misurare il tempo impiegato e la potenza applicata, ma anche il dispendio energetico del biker. Quindi un misuratore di potenza (SRM, Powertap...), un sistema di cronometraggio automatico, e perlomeno la rilevazione della frequenza cardiaca, visto che la rilevazione del consumo di ossigeno (secondo alcuni ricercatori più accurata) è improponibile in movimento per motivi pratici.
A questo punto occorre definire il "cosa" ed il "come".
Le due bici devono essere quanto più possibili simili, montate con gli stessi componenti per quanto possibile: i pezzi per forza di cose differenti (cerchi e gomme) devono essere dello stesso livello qualitativo o meglio ancora dello stesso modello: se la differenza di peso si allontana dal 10% stiamo usando componenti effettivamente "diversi" che devono essere evitati. Visto che le 29er hanno delle
ruote più grandi, occorre fare in modo che i rapporti siano paragonabili, rivedendo le dotazioni di pignoni e corone.
Fin qui le cose sono relativamente semplici, nel senso che si tratta di problemi risolvibili. Ora però occorre definire come va fatto l'esperimento, e qui il proverbiale asino inizia a cascare.
Va definito il percorso: deve essere
sufficientemente lungo da poter evidenziare le differenze, che possono anche essere molto piccole; ma
non troppo lungo da essere poco pratico da ripetere più volte. Inoltre va definito un percorso
in funzione di quello che stiamo cercando: la salita scorrevole, quella tecnica, la discesa scorrevole, quella tecnica, la pianura scorrevole, quella tecnica... o un insieme di tutte queste cose. E' infatti evidente che se si vuole valutare il comportamento nella salita scorrevole e le prove si svolgono su questo terreno, le conclusioni sarannio valide
solo in questo determinato ambito e
non saranno estensibili automaticamente ad altri contesti. (1)
Diciamo di stabilire che due biker facciano diverse prove (ipotizziamo 5) con entrambe le tipologie di bici. Qui nascono ulteriori problemi, legati alla natura umana del "motore".
Occorre trovare due biker che abbiano misure antropometriche
sostanzialmente uguali e che siano abituati a pedalare
su bici molto simili dal punto di vista del setup (altezza sella, altezza manubrio, lunghezza complessiva).
Non solo, ma occorre essere abbastanza sicuri del livello di allenamento dei due tester, che devono essere in grado di ripetere le prove esprimendo lo stesso impegno per tutte e 10 le prove.
Infine, per essere sicuri che non ci sono perturbazioni causate dalla "curva di apprendimento" (vedi il post di Frantz sugli sci da gara, più lenti fino a che non li si impara a sfruttare) dovremmo avere un biker che abitualmente pedala una 26 ed uno che pedala una 29.
Non è invece in alcun modo eliminabile la perturbazione "psicologica", nel senso che sia i tester sia gli sperimentatori saprebbero chi usa cosa: mentre per essere sicuri quando si può si fanno studi "in doppio cieco", cioè chi prova non sa cosa sta provando e neppure chi rileva i dati lo fa.
Un esperimento organizzato in questo modo potrebbe fornire dei dati affidabili, che però vanno elaborati ed interpretati in maniera razionale e metodologicamente corretta.
Spero di non essere stato troppo noioso e di aver chiarito perchè non è banale "misurare" il rendimento di due biciclette. Chi ha avuto la bontà di seguirmi fin qui può benissimo individuare le differenze tra questo ipotetico protocollo di esperimento e quanto scritto dalla rivista, e capire perchè ritengo il confronto della rivista poco significativo. Fermo restando che la mia esperienza dice che su salita scorrevole (il terreno del confronto) un risultato come quello pubblicato sia verosimile.
(
1) Estremizzando, se facciamo una prova di accelerazione tra un dragster ed una vettura Turismo, il dragster vince 100 volte su 100, ma questo non significa che il dragster sia superiore anche in altre situazioni, in un giro la vettura turismo è più veloce.