Ieri io e Pablo dopo tanto averne sentito parlare finalmente siamo sbarcati nell'università del freeride ovvero la zona del lamone vicino a palazzuolo e precisamente a Crespino del Lamone. Giro organizzato dal padrone di casa di quella zona e cioè zio teddy che lo conosce meglio di casa sua. Abbiamo ritrovato finalmente Cico e naldone con i quali era da molto che non uscivamo insieme e fatto la conoscenza di due nuovi amici Kabar e Mauropierre e dello sfortunato Marco che per un problema meccanico ci ha dovuto lasciare proprio sul più bello, peccato Marco sarà per la prossima, e devo dire che alla fine si è rivelato veramente un gran bel gruppo con il quale ha dato proprio gusto raidare insieme e condividere insieme i bei momenti che questa bella giornata ci ha saputo regalare.
Partiamo da qui in quanto alcuni erano venuti a Crespino con il simpatico trenino che da Faenza va a Firenze.
Prima salita su asfalto fino al passo della Colla che Teddy dice essere ideale per scaldarci un po prima della discesa (500 metri di dislivello più che caldi in cima eravamo già col motore che fumava
)
Dalla Colla saliamo ancora un poco, sempre per scaldarci
, fino a prendere l'imbocco per la discesina che ci porterà a Valdiccioli
teddy roda il motore
dietro a lui il resto della truppa
il tempo di una piccola sosta a valdiccioli per ammirare la bella casa attrezzata e dove dormirono a novembre durante un raduno
e poi giù per la prima discesa vera di giornata, un sentiero inedito, non l'aveva mai percorso nemmeno lui, che costeggiando il fosso farfareta porta fino a madonna dei tre fiumi e al paese di ronta. La prima fino ad arrivare a guadare il fosso è molto scorrevole nel bosco
anche se a tratti con con divertenti slalom
qui un biker che si nasconde tra gli 'indiani'
poi comincia a fare sul serio con bei passaggi se volete da copiare
o se preferite da saltare
qui la natura è incontaminata e il fiume scorre tra grandi roccioni in un contesto fiabesco il tutto immerso in un silenzio quasi irreale rotto solo dal rumore delle nostre bike
guadato il fiume comincia il tratto più libidinoso che alterna tratti scorrevoli a passaggi molto tecnici il sentiero somiglia molto al 261 detto le ripe toscane di corniolo sia per il contesto dove è messo che per il fatto che non è tutta discesa ma alterna continui sali e scendi con il fosso da una parte e i costoni di roccia sopra un vero spettacolo della natura
qui Cico in un passaggio hard ma tanto lui con la corrazza da super eroe che ha addosso
non ha problemi di sorta
e pablo in un passaggio trialistico con scalone e curva secca il suo 'pane quotidiano'
teddy lo ha già mangiato
mauro, non contento della difficoltà del passaggio, decide di complicarsi la vita e renderlo ancora più difficile
cico invece segue la retta via
kabar mentre sta per affrontare il successivo passaggio che non era da meno
naldone che ho visto con grande piacere e ammirazione come sia passato in pochissimo tempo dal metodo 'naldone' ovvero a piedi
al passaggio perfetto
e tecnici
il sentiero è lunghissimo e mai banale con diversi tratti esposti e tecnici
che qualcuno come Marco affronta anche con la bici rotta
ma sinceramente in posti come questi io ci andrei anche se avessi un triciclo
alla fine della discesa viene spontaneo e normale girarsi indietro e rimanere sbigottiti nel vedere da dove si è scesi
dopo una breve sosta a Ronta per rifoccilarsi e bere un goccio di birra
(vero teddy ? a proposito devi controllare la carburazione perchè con un litro di birra ci fai veramente poco
)
ecco il 'crostino' di giornata: la salita di frassineto che definirla salita è molto riduttiva i numeri parlano da soli abbiamo fatto più di tre ore e mezza di salita continua con ramponi cementati (solo così il fondo può tenere in simili pendenze) che in diversi punti toccano il 28% la pendenza media e dico media della salita era del 18% con un dislivello totale di 900 metri
L'unico piccolo sollievo, ma è un palliativo è il fatto che fino a frassineto la salita costeggia il fosso rampolli dove si possono ammirare numerose cascate
il problema però, con la vista annebbiata che avevamo, era risucirle a vedere
arrivati in cima dopo una salita del genere la foto parla da sola queste erano le nostre condizioni (
la foto l'ho gentilmente rubata al report di cico ma rende troppo l'idea)
ma dopo tanto patire finalmente il paradiso dell'archetta
della quale facciamo solo il primo pezzo fino ai prati piani per poi girare a destra per il divertentissimo flow della bedetta
qui il contorsionista zio
in un passaggio trialistico
il sentiero è molto ma molto flow ma devo dire che con la stanchezza accumulata dal giro (alla fine saranno 1850 metri di dislivello) è proprio quello che ci vuole, lo zio ha pensato proprio a tutto
e solo alla fine diventa un po tecnico
Nonostante alla fine lo zio mi abbia straccato
(ho finito il giro coi crampi ed era da quando giravo con la tutina da xc che non mi capitava) devo dire gran bel giro che è valso tutti i km fatti per arrivarci con il valore aggiunto della bella compagnia e dello zio teddy che è un gran biker a livello tecnico e un'ottima guida che ha la fortuna di poter raidare in uno dei più bei posti freeride che abbiamo nella nostra zona.
e anche per stavolta è tutto
tutte le foto qui:
https://plus.google.com/photos/115018898203313426787/albums/5721178974174256545
se volete altri resoconti del giro li potete trovare qui:
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=210175&page=11