Cronache dal profondo covid: "il covid non esiste"
Come accennavo, siamo in quarantena: 3 positivi, di cui 2 malati, e un negativo.
Quello che osservo da questa posizione "privilegiata" è il disastro totale delle strutture territoriali preposte a fronteggiare e gestire la famosa malattia, che è anche il centro dei pensieri di chiunque nonché l'unico argomento possibile da due anni a questa parte. Disastro totale.
Partiamo dal medico di base. Da lì dovrebbe partire chi si ammala, no? Dunque, a fronte di una serie di domande sia medicali ("Ho febbre alta e molto raffreddore, un peso sul torace, che devo fare? E che devo fare se aumentano i sintomi?") sia burocratiche ("Lei ha già fatto la segnalazione della mia positività all'Asl? Da quando inizia formalmente la quarantena? Come devono comportarsi le persone che vivono con me?") il medico offre una risposta sintetica e convincente: "Aspettiamo".
Poi il buio. Fine delle comunicazioni. Del resto, ammalarsi a ridosso del Natale... che idea balorda!
Abbiamo capito, bisogna fare da soli. Ma fare cosa? Ci manca proprio la casella di partenza di questo gioco dell'oca. Per cercarla chiediamo a tre diversi medici, e otteniamo risposte diverse, contraddittorie, che all'atto pratico si rivelano ognuna parzialmente inesatta o non più attuale. Un amico medico si dà da fare per trovarci qualche informazione aggiornata. Meno male.
Il punto non è la salute: per prenderci
cura di quella abbiamo alcuni amici medici, appunto, che ci assistono a distanza amorevolmente e con premura, esattamente come se covid fosse una malattia, e non la maledizione di Tutankamon per cui si può solo aspettare... che si avveri. Del resto, in Italia, se non hai amici medici, dove vai? All'ospedale, e magari più in là, se oltre agli amici non hai neanche un po' di fortuna.
Il punto è come cominciare a "esistere" come famiglia in quarantena per il sistema sanitario, l'Inps, il Ministero... insomma per lo Stato. Per esempio: chi di noi quattro in questi giorni dovrebbe lavorare, ovviamente non potrà recarsi sul posto di lavoro. Ma l'assenza sarà riconosciuta o sarà ingiustificata? E sarà giustificata a partire da quando?
In un altro laconico rilascio di informazioni il medico di base ci ha detto che la quarantena inizia dal primo tampone molecolare con trasmissione dell'esito all'Asl.
Ok. Allora va fatto con la massima urgenza. Chi lo può fare?
L'ASL oppure un unico lavoratorio privato convenzionato, dice sempre il medico.
Sito dell'ASL per le prenotazioni del tampone: le disponibilità per le 24 ore successive si aprono a mezzanotte. Oltre le 24 ore non si può andare. Ok. A mezzanotte ci mettiamo davanti al computer e proviamo:
"Si è verificato un problema. Ma non preoccuparti non è colpa tua. Ti preghiamo di riprovare."
Ok. Riprova. Stesso messaggio. Riprova altre dieci volte. Uguale.
Ok. Se ne riparla domani.
Domani, in attesa della mezzanotte, sentiamo il laboratorio privato. "È positivo? Allora il tampone si può fare solo nel drive through e la prima disponibilità è per il 3 gennaio."
Piuttosto in là.
E se non si riesce a prenotare attraverso il sito?? Ci saranno altri modi. Ci saranno numeri per chiedere informazioni e assistenza.
"A proposito, come stai?"
"Di merda, grazie."
"Hai preso l'aspirina?"
"Sì."
"Fluimucil?"
"Sì."
"Tutto il resto?"
"Sì sì."
"Ok. Chiamiamo."
Sito dell'Asl Toscana Centro, troviamo il "numero covid": chiamo, mi risponde una signora gentile che più o meno vuole sapere se sono un espositore o un visitatore.
"Sono uno che ha a che fare col covid. Ma questo non è il numero dell'ASL?"
"No, è Firenze Fiera".
Molto bene.
Anche sul sito della Regione Toscana c'è indicato un "numero covid". Chi risponderà stavolta? La biglietteria del Parco di Pinocchio a Collodi?
No, risponde una che si occupa di covid. Ehi! Allora qualcosa funziona!
"Siamo in quarantena così e cosà. Mi può dire come si fa a fare iniziare formalmente questa quarantena?"
"Ci vuole il tampone molecolare positivo."
"Ma come facciamo a farlo se non si può accedere al sito per le prenotazioni e l'unico laboratorio convenzionato ci rimanda al 3 gennaio?! E chi mi paga le giornate di lavoro saltate nel frattempo?!"
"Ma lei può andare in una qualunque farmacia che fa i molecolari!"
Illuminazione! Ho alzato la voce inutilmente con la povera addetta che aveva la soluzione a tutti i nostri problemi.
Mi scuso, ringrazio, attacco, chiamo una farmacia che fa i molecolari:
"No signore, mi dispiace, i molecolari fatti in farmacia non valgono per notificare l'inizio della quarantena. E se la persona è già risultata positiva a un rapido non possiamo riceverla."
Abbiamo la bava alla bocca, ma questo non basta a uscire dal guado. Nel frattempo si è fatto il 24 dicembre. Cavoli, abbiamo due bambini, è il giorno più bello e più magico dell'anno, dobbiamo organizzare in tutta fretta i festeggiamenti domestici, già che sono saltati tutti i programmi con i parenti, non facciamogli passare un Natale deludente!
Giochi, balli, letture, cena (polpo con le patate strepitoso), film, Babbo Natale arriva in anticipo alle 23:30, poi "Oh! Mancano due minuti a mezzanotte!" e:
"Si è verificato un problema. Ma non preoccuparti non è colpa tua. Ti preghiamo di riprovare."
Cazzo, sì invece, comincio proprio a preoccuparmi!
Abbiamo abbandonato i bambini davanti agli ultimi regali da scartare e stiamo impazzendo da mezz'ora per riuscire a esistere come famiglia in quarantena. Facile dire "non preoccuparti"! E almeno metti la virgola tra "non preoccuparti" e "non è colpa tua", razza di ignorante, è pure gratis!
(A vedere maltrattata la grammatica, anche nei frangenti più assurdi e drammatici, divento cattivo, che posso farci?)
Dopo mezz'ora si riesce a entrare. Ci sono un paio di disponibilità. "Clicca subito!"
"Ma dov'è?"
"Non importa, è verde, clicca, dai!"
"Ok."
La rotellina gira. Gira. Gira.
Mentre gira: "Ma dov'è che stiamo prenotando, poi?"
"Boh. Arezzo, Grosseto...!"
"Grosseto?! Ma porc..."
Non c'è bisogno di finire l'imprecazione, visto che la rotellina che stava girando si è fermata e ha lasciato spazio all'annuncio che si è verificato un problema e l'opzione rischiesta non è più disponibile.
"MA PORC...!"
"Non bestemmiare, è Natale."
"Di già?"
"Sì, è l'una".
"Papà, ho sonno."
"Sì, giusto: il sonno! Niente paura, è tutto sotto controllo: ora si va a letto e domani si gioca insieme tutto il giorno, va bene? Buon Natale!"
"Psss... ehi!"
"Eh?"
"Tu come stai?"
"Di merda, grazie. Buon Natale."
"Buon Natale."
Panettone glassato, favoloso.
Aspetta... Adesso viene fuori grazie a un'amica che forse esiste un altro centro diagnostico privato con varie sedi sparse in Toscana.
"Vai vai, controlla!"
"C'è posto per il 29 dicembre."
"Ottimo, prenota, per tutti e 4!"
"280 euro, va bene?"
"Va bene una s...a, ma che si deve fare? Prenota!"
"Fatto."
"E dov'è il posto?"
"A Castelnovo Garfagnana".
"Ma porc...!"
"Guarda che è sempre Natale."
"Ok, mi sfogo stanotte a mezzanotte e uno."
"Davanti al sito dell'ASL."
"Certo."
Davanti al sito dell'ASL, ore 2:10, dopo 45 tentativi, qualcosa si sblocca: abbiamo beccato la maglia rotta nella rete! Prenotato per il 27.
"Spumante da stappare ne abbiamo ancora?"
"Per me no, sono sotto aspirina."
"Fa male?"
"Direi."
"A proposito, l'hai presa stasera?"
"Sì, ho preso tutto."
...
"Senti..."
"Eh?"
"Stavi dormendo?"
"Sì."
"Mi è venuto in mente... Ma dopo che hai fatto il molecolare, che cosa succede esattamente?"
"Boh... Aspettiamo, immagino."
"Ok."
La scena è un po' romanzata, perché sarebbe troppo desolante raccontarla senza un filo di ironia. Ma c'è ben poco da ridire. Quello che stiamo tastando con mano è che dopo due anni di emergenza non è stato fatto NULLA per rendere le strutture territoriali in grado di gestire quella che è una malattia, offrire servizi adeguati alla persona malata o interessata dal covid, parare il colpo dei flussi che vanno verso gli ospedali. Nulla. Niente funziona. Nessuno sa niente. Tutti i percorsi sono intasati. I medici di base sono tenuti fuori da una
catena di comando che del resto è del tutto assente.
Funziona la campagna vaccinale. Tutto il resto, cio che concerne la malattia, non esiste, non esiste più, non è mai esistito. Ah be': funzionano anche i Maneskin.
L'impressione è che nel territorio "il covid non esiste". Inizia a esistere negli ospedali, e finisce di esistere nei mezzi di comunicazione, generalmente per parlare delle meraviglie dei vaccini e delle nefandezze dei no vax. Fuori da queste due realtà - ospedali e mezzi di comunicazione - il disastro, il più totale abbandono, il più completo scarico di responsabilità.
In effetti in quattro giorni ci siamo imbattuti in un gran numero di negazionisti del covid: non pericolosi complottisti e perfidi no vax, ma persone collocate all'interno delle istituzioni, delle amministrazioni e degli studi medici, che sarebbero preposte al primo e più importante momento della gestione di una malattia epidemica, e invece non sanno neanche di cosa si parla, quali sono i protocolli, i meccanismi, le pratiche, le priorità: non sanno niente, non fanno niente, forse loro stessi non esistono proprio.
Meno che meno ti chiedono "come stai?", per stabilire un grado di urgenza e di priorità.
Perché questo disastro?
Il sospetto è che... perché tanto da 12 mesi siamo all'ultimo miglio; perché i vaccini ci salveranno; perché i vaccini ci salveranno in parte, ma comunque sono l'unica arma che abbiamo; perché tanto non ci sono le cure, cosa vuoi fare?; perché tanto se la situazione si aggrava diventa competenza dell'ospedale; perché è colpa dei no vax che intasano le terapie intensive, se nascono le varianti e le cose non funzionano.
Quanti sono gli alibi sotto questo sfacelo?
Alibi. Alibi buoni per continuare a sostituire la necessaria risposta medicale e territoriale con quella simbolica e criminologica, così come è stato impostato grazie alla linea "cinese" di Conte a compagnia bella all'inizio del 2020.
Simbologia e criminologia.
"Vaccìnati" e "dagli al no vax". Basta. Non si va oltre. Sotto la retorica, il nulla. E i suoi costi sociali, psicologici, umani. Compresa la perpetuazione dell'emergenza