Dico solo: 1950m in 12,5km, percorsi in 3h 50 pause incluse... Il fondo è pessimo, ghiaia e massi che rendono ogni pedalata uno sforzo e molto pezzi li abbiamo fatti a piedi. A detta del ragazzo che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo fatto il giro, la strada è molto peggiorata da dopo i lavori. La parte bassa si pedala alla grande, nonstante le elevate pendenze (non ho praticamente mai tolto il 24-36!), ma dai tornanti il fondo peggiora moltissimo.
Paesaggio stupendo, parecchio vento al mattino e un po di freddo, poi verso meggiogiorno sole e temperatura gradevole sulla cima. La vista da sopra è fantastica, si vede tutto l'arco alpino: Meije, Thabor imbiancato di neve, con un binocolo avremmo forse potuto vedere Magda sulle torri di Barabba!
Discesa pensavo peggio, molto peggio. Primo pezzo si approfitta dei tagli per un po di bike surf tra le pietre. Dal Colle dello Chaberton fin giù al 7 fontane si cicla tutto tranne 2 passaggi di attraversamento del torrente. Però è tutto uno sfasciume unico, non molto divertente, è più un guidare sulle uova e cercare di non cadere controllando le sbandate della bici.
Arrivati al ricovero 7 fontane pensavamo fosse tutto finito ("questo giro vale 2 gionate in bike park, un mazzo così in salita e una discesa del menga" era il commento), ma in realtà il bello doveva ancora venire. Dal 7 fontane a Claviere c'è un sentiero spettacolare. Tutto saliscendi, una specie di pumptrack naturale. Curve, controcurve, passaggi con radici, contropendenze, tratti stretti. il tutto da fare a cannone. Spettacolo puro! Da Claviere, ormai rassegnati a scendere su asfalto, abbiamo invece trovato una simpatica alternativa. Discesa nella gola verso il ponte tibetano. Sentiero nuovo, tornanti stretti, alcuni da nose press obbligato, piuttosto esposto. Bello impegnativo, specie per il fondo ghiaioso. Difficoltà primo tratto S3 con un passaggio o due S4. Poi breve tratto aspinta, un paio di tornanti S5 molto esposti praticament einfattibili e poi stupendo sentiero lungo il fiume con ponticelli e strette passarelle di legno inchiodate alla roccia che permetono di percorrere (divertendosi) completamente in sella tutta la gola, tra l'altro larghe giuste giuste per passarci in bici. Tutto ciclabile con un po di equilibrio e tecnica, con un paio di passaggi tecnici e un sorriso a 32 denti per la simpatica scoperta.
Morale della favola, a pare l'ultimissimo pezzo di asfalto per rientrare a Cesana e il fondovalle fino a Fenils, non abbiamo toccato bitume e siamo scesi solo su sentiero.
Insomma, giornata spettacolo, peccato per chi non c'era!