Massimo rispetto per il mazzo che si fanno! Ammetterai però che, a tutti i livelli, chi fa agonismo se non se la vanta nel negozio di biciclette (ritrovo di molti) che si è fatto la tot salita tutta col 44 non è sazio. Se non gli metti il portaborraccia in carbonio gli vengono "gli stinnicchi"!, se non getta via la borraccia prima dell'ultima salita e se non piscia 100ml la mattina prima della gara non è contento! Non sono tutti così, ma sai meglio di me che l'aria che tira in questo settore (xc agonistico/bitume) è spesso questa. E ciò, ne sono certo, è poco FREE.
P.S. avevo letto parte della discussione precedentemente aperta da Grillo, ho visto che è stata chiusa per scerra e mi dispiace. Non mi intrattengo a parlare del freeride perchè voglio sostenere discorsi oziosi e triti, lo faccio per sparare due kazzate e confrontarci, un'occasione d'informazione in più per tutti, evitando estremismi e teste calde.
P.P.S. @ Viktor: non concordo per nulla con quanto affermavi circa il fatto che sull'Etna non si può fare freeride per via della sabbia che mangia il cambio (e che problema è?) e che rende indomabile la bici (per me qui viene il bello), che c'è il fondo smosso (magnifico) e che non ci sono ST: i ST ci sono eccome! ma sono da trattare con criterio e sono immodificabili; io mi faccio spesso la Adrano Avalanche! misto Xc-Dh come la rinomata francese, con 1400mt di dislivello negativo su 20km di sola discesa, e si potrebbe fare qualcosa di EPICO scendendo dal centrale e salendo sempre in bici in assoluto FREERIDE con rischio di infarto cardiaco (.
L'Etna è una risorsa IMMENSA, il freeride lo si fa e lo facciamo sempre. Il punto è un altro, l'Etna è una RISERVA e quindi non si potrà mai (per fortuna) realizzare un impianto che consenta ai bikers di scenderla a mandria, nè ospiterà mai bike park per il terreno e la condizione sopracitata di riserva. Rimane un posto unico e mistico, adatto al freeride esclusivamente pedalato per amanti della bike e della montagna oltrechè della discesa, per poche persone (poche in rapporto al numero che affolla gli impianti sciistici) e a me piace per questo, mi sento un privilegiato nel poter accedere pedalando a luoghi favolosi come quelli del vulcano e che tu di certo conosci. Un bel resort per mountain bike sarebbe sui PELORITANI, discesa + mare + Taormina, rilanciando il turismo costiero e sottraendo quelle vette al degrado di rifiuti in cui versano, alle macchine bruciate ecc.
Ma li... comandano i pastori! altrimenti... ALTRO CHE FINALE LIGURE.
mettiamo i puntini sulle i, spero di spiegarmi in modo chiaro.
Questione 1, sul FREERIDE:
FREERIDE = modo di intendere l'approccio alla mtb, non è una disciplina è non è definibile attraverso capacità tecniche precise da dover possedere. All'interno di questo modo di intendere la mtb è però possibile rintracciare un universo variegato di discipline, più o meno formalizzate o normalizzate, che attingono allo spirito ed all'approccio freeride alla mtb. Così abbiamo il freeride big drops o rampage (vedi redbull rampage o freeride tipo NWD), disciplina dove l'elemento fondamentale consiste nella capacità di superare grossi drop naturali. Abbiamo il freeride northshore, disciplina simile alla prima con la differenza che è quasi interamente praticata su strutture artificiali e che l'agilità, e quindi la diversa reattività del mezzo, diventano qui un fattore predominante. Chi fa northshore, rispetto a chi ama i grossi drops naturali, spesso predilige bici molto agili e reattive anche se meno stabili sullo sconnesso veloce, oltre a privilegiare spesso, ma non sempre, passaggi pseudotrialistici e drops di dimensioni ridotte rispetto alla disciplina precedente (vedi il Vncouver style o la serie video north shore extreme). Abbiamo il freeride sloop'n'style, disciplina che attualemnete ha sostituito la big drops nel ruolo di rappresentante mondiale della scena freeride. Lo sloop'n'style si caratterizza per un ulteriore esasperazione del criterio di agilità, si svolge quasi esclusivamente su strutture artificiali e predilige, come dice la parola stessa, lo stile, ossia la capacità dei riders di eseguire tricks durante la prestazione atletica (vedi Adidas sloop'n'style e redbull district ride). Poi abbiamo il dirt, disciplina in cui ancora una volta si predilige l'agilità e la capacità di eseguire tricks, con la differenza che qui il tutto è eseguito in campetti appositamente preparati con tables e gap tables interamente realizzati con terra di riporto e spesso su superfice pianeggiante. Poi abbiamo lo street, variante urbana del trial, con elementi di dirt e bmx. Poi abbiamo il freeride megavalanche, qui si tratta di maratone di discesa su lunghe distanze, le maxi su circa 15km e le mega su 30 0 più km. In questa specialità viene privilegiata sì la capacità performante del mezzo ma soprattutto la sua leggerezza, di solito chi vince in queste discipline utilizza mezzi enduristici o additittura allmountain con 130/150mm d'esc. Questo perchè spesso sui tracciati è possibile trovare tratti pedalati se non addirittura in salita difficili da percorrere, con prestazioni accettabili, con bici troppo pesanti e performanti. Poi abbiamo il freeride enduro, disciplina forse fra le più diffuse fra gli amatori, si tratta quasi di almountain con la differenza che l'endurista cerca il sentiero molto tecnico in discesa, utilizza le protezioni e bici con escursioni (indicazione di massima) intorno ai 150/160mm. Questa disciplina sta sempre più prendendo piede in manifestazioni come la vtt classic o la trailfox o la passport du soleil. Qui il rider deve affrontare le condizioni più svariate tipiche di varie discipline, salita, discesa tecnica fino anche a nortshore (su percorsi preparati come la trailfox) o night riding. Poi abbiamo il freeride vertridings, disciplina che nasce come estremizzazione di quella enduristica. Anche qui si guadagna la salita con le proepie gambe, spesso anche salendo con bici in spalla, ed in discesa si cerca l'estremo tecnico e l'estremo in pendenza (da qui vert-riding, crasi di vertical riding). In questa disciplina è assolutamente esclusa la velocità (o quasi) data l'estrema tecnicità dei percorsi affrontati e dato che si tratta di single track alpini spesso esposti e con pendenze a volte vicine ai 40°. Per questo tipo di disciplina è stato recentemente fondato un bike park apposito ad Innsbruck ed una scala internazionale di classificazione della difficoltà dei single tracks ( http://www.singletrail-skala.de/ ).
La confusione nasce dal fatto che spesso, nei video classificati come freeride, si trova un misto di tutte queste discipline (o ancora peggio solo poche di queste, come a esempio nwd che si limita ancora a caratterizzare il freeride come big drops e tricks), anche se spesso alcune sono fra loro molto diverse e chi eccelle in una può non eccellere in un'altra. Per questo motivo nei video freeride di ultima generazione (vedi collective, roam, halfway to nowhere e kranked 6) i riders e i producers hanno tentato di superare la definizione freeride in semplice "mountainbiking". Intendendo con questo termine l'approccio libero, e per questo estremamente variegato, alla mtb. Libero soprattutto da velleità agonisctiche e da federazioni. Per questo motivo le gare o manifestazioni freeride vengono definite contest e non fanno parte, nella loro estrema diversità, di alcuna federazione agonistica. I bike parks del mondo tendono ad accontentare tutte queste discipline senza per questo avere l'effetto di cancellare l'elemento salita dal freeride (alcune discipline come l'enduro o il vertriding sarebbero del tutto impraticabili con impianti di risalita). Ultmamente la filosofia freeride sta tendendo ad inglobare anche contest di tipo orientering, visto che è stato da più parti notato che altro elemento fondamentale del freeride è l'exploring. La filosofia freeride è talmente vasta che ha attirato anche agonisti in contest che originariamente erano considerati freeride, ad esempio la 24 ore di moab ha cominciato ad attirare gli agonisti dell'xc e le megavalnche hanno attirato i professionisti della dh e della marathon. Non essendo però una disciplina, e per il carattere di estrema libertà fin qui messo in evidenza, non sarà raro vedere riders dallo spirito free partecipare a granfondo o dh accanto ai profi, solo con tutt'altro spirito (competizione sì ma non agonismo e non federazioni).
Questione 2.
sull'Etna:
non ho mai detto che l'Etna non è un buon posto per fare freeride, ho solo voluto incoraggiare i bikers palermitani e non a non pensare che l'etna sia l'unico buon posto in Sicilia. Sacrificando così le enormi possibilità di altri comprensori. La mia critica all'esistenza di single tracks sull'etna, alla mancanza di un buon dislivello utilizzabile e alla geologia sono basate esclusivamente sul fatto che in altre zone della Sicilia, come ad esempio nella zona della conca d'oro, sono presenti singletracks in quantità tale e con lunghezze e dislivelli tali da far impallidire l'Etna, con l'aggiunta di boschi e fondo tipo lago di garda o altevie alpine. Se ne vuoi una prova vieni che ci facciamo qualche giro. o-o
P.S.
guarda che è da 8 anni che vado in mtb sull'etna