Ciao, in merito alle prestazioni degli italiani, premetto che ho un figlio di 16 anni che quest'anno ha fatto il suo primo anno di gare nel campionato xc regionale....., come allievo 2 anno, prossimo anno juniores. I sacrifici sono enormi, in primis per lui che da adolescente non vorrebbe rinunciare a nulla, soprattutto alla "F" che buon per lui lo chiama da tutte le parti, per noi che gli dobbiamo garantire il massimo di ciò che gli serve, perché già in queste categorie seppur minori l'agonismo è esasperato, e il mezzo deve essere all'altezza altrimenti, provato in prima persona, meglio stare a casa. Le cose non vanno meglio per le Asd che spesso non sono in grado di fornire all'atleta nemmeno il minimo indispensabile. Per come la vedo io in Italia a parte il calcio tutto il resto sta a zero.
Due consigli. Tuo figlio è arrivato tardi, quindi ha due strade, stressarlo a morte per fargli recuperare lo svantaggio di quelle che come i miei hanno iniziato da G6, prima giocavano a calcio. Oppure farlo divertire incoraggiarlo, non guardare il risultato, ma impegno e divertimento. Fagli capire che nel giro di poco tempo le sue capacità rispetto ai suoi coetanei saranno incredibilmente superiori, e aspettare la sua maturazione fisica. A 18 anni se rimane affezionato a questo sport, e se lui vuole farlo, allora deve comincia con capire come funziona il nostro organismo, come possiamo allenarlo al meglio, per ottenere risultati migliori. Diventerà un campione, questo non si sa. Però se continuerà a divertirsi, vale uguale. Da quell'età si inizia con i carichi, diciamo, fisici. Ma è fondamentale reggere il carico mentale. Un giovane deve andare a scuola, tenere a bada la concorrenza dei pari, cercar di piacere alle ragazze, preoccuparsi del suo futuro, fare quello che i genitori gli chiedono, se poi deve anche piegare la testa, sotto il solo o al gelo, pedalare e digiunare, capisci che c'è anche il carico mentale. Soprattutto la mente deve essere allenata, perché altrimenti mollerà prima di capire quanto poteva fare. I miei ragazzi non hanno ancora 14 anni, pedalano sempre con gioia, e hanno abbandonato la squadra delle schede per andare in una squadra molto più rigida, sul piano comportamentale (tute sempre ordinate, bici,
scarpe e caschi puliti, puntualità), ma senza schede e sempre in gruppo, con lo scopo anche di fare amicizia e di stare insieme. Grande attenzione alla mente, e all'impegno, ma meno ai risultati. Certo che il coach, ex pro con notevoli risultati su strada, non gli consente di inventarsi scuse e gli da il rimando del senso di realtà: ti stai impegnando poco, ho visto che non eri convinto, ecc. Tanti rinforzi e tanta comprensione, perché questo è uno sport durissimo, pericoloso, dove su 150 vince solo 1 e in 5 vanno a podio, per cui se si corresse solo per il risultato assoluto, converrebbe fare gare con al massimo 5 atleti, così nessuno perde.
Sul fatto che il mezzo deve essere al massimo nell'xc regionale (non so di che regione), mi permetto di dissentire. Un mezzo medio, telaio in carbonio no brand, ma garantito, o un ottimo alluminio, con una forca ad aria, come la
reba e due
ruote leggere in allu, (1500 gr) con
slx/xt o gx come gruppo e dei deore come
freni. Io non ho speso più di 1500 euro per bici, ho comprato anche roba usata. Poi se gli allenatori non capiscono un tubo e ti dicono che senza ruote in carbonio (anzi grigio carbonio), telaio full, fox kashima non si arriva nei primi, mi spiace ma stiamo parlando dei famosi dilettanti allo sbaraglio: senza la gamba non si arriva tra i primi. Poi i materiali nutrono l'orgoglio, che come dice il poeta, ne ha rovinati più lui che il
petrolio.