Intanto mi presento, per chi non mi conoscesse.
Ho 62 anni suonati e amo l'enduro.
Quello vero, sui singles della mia regione teatro delle gare tra le più belle (Sestri L.te, Finale, Diano Marina, Sanremo).
Discese toste e tecniche.
Ma prima bisogna salire e guadagnarsele (va bè ci sono anche le scarrozzate con furgone, ma.... magari una ogni tanto, per il resto ... sudarsela).
Ora, complice l'età, la difficoltà ad allenarsi a modo, gli acciacchi ecc., che mi creano difficoltà a mantenere il passo degli amici, mi sta balenando un'idea "malsana" per il 2015: sostituire almeno una delle mie amate bighe con una Enduro assistita.
Parlo di enduro vera, con caratteristiche del tutto simili alle mie attuali, per lo stesso tipo di utilizzo.
Allora vi dico tutte le mie perplessità e le mie speranze.
Io la vedo così:
Il primo passo è superare il blocco (mentale) che deriva dal fatto di vivere questo come una resa: una resa al tempo che avanza, per dirla alle brutte, alla vecchiaia incombente; non è un passo facile, la cosa fa veramente male psicologicamente.
Ma se si supera questo, la mia idea (e la mia speranza) e che mi si apra un mondo.
Cioè: leggo che con l'assistenza minima è come pedalare una bici di peso inferiore, come le tradizionali; quindi è comunque un allenamento e un'attività fisica simile alla attuale; quando si incontra una pendenza o difficoltà che ti farebbero sputare sangue, un po' più di aiuto e si limita la fatica.
E poi l'assistita, secondo me, ti consente di affrontare tratti che a pedali anche i migliori eviterebbero, non dico trialistici, ma quasi, con maggior divertimento e soddisfazione.
Inoltre si arriva in cima con ancora abbastanza energie per godersi la discesa, che richiede ovviamente di essere lucidi, reattivi, aggressivi (e quando sei stravolto dalla stanchezza guidi male e corri rischi).
Allora ditemi la vostra: se faccio questa scelta sono un biker finito, o mi si apre un mondo di nuove possibilità?
Ciao
Fish
Ho 62 anni suonati e amo l'enduro.
Quello vero, sui singles della mia regione teatro delle gare tra le più belle (Sestri L.te, Finale, Diano Marina, Sanremo).
Discese toste e tecniche.
Ma prima bisogna salire e guadagnarsele (va bè ci sono anche le scarrozzate con furgone, ma.... magari una ogni tanto, per il resto ... sudarsela).
Ora, complice l'età, la difficoltà ad allenarsi a modo, gli acciacchi ecc., che mi creano difficoltà a mantenere il passo degli amici, mi sta balenando un'idea "malsana" per il 2015: sostituire almeno una delle mie amate bighe con una Enduro assistita.
Parlo di enduro vera, con caratteristiche del tutto simili alle mie attuali, per lo stesso tipo di utilizzo.
Allora vi dico tutte le mie perplessità e le mie speranze.
Io la vedo così:
Il primo passo è superare il blocco (mentale) che deriva dal fatto di vivere questo come una resa: una resa al tempo che avanza, per dirla alle brutte, alla vecchiaia incombente; non è un passo facile, la cosa fa veramente male psicologicamente.
Ma se si supera questo, la mia idea (e la mia speranza) e che mi si apra un mondo.
Cioè: leggo che con l'assistenza minima è come pedalare una bici di peso inferiore, come le tradizionali; quindi è comunque un allenamento e un'attività fisica simile alla attuale; quando si incontra una pendenza o difficoltà che ti farebbero sputare sangue, un po' più di aiuto e si limita la fatica.
E poi l'assistita, secondo me, ti consente di affrontare tratti che a pedali anche i migliori eviterebbero, non dico trialistici, ma quasi, con maggior divertimento e soddisfazione.
Inoltre si arriva in cima con ancora abbastanza energie per godersi la discesa, che richiede ovviamente di essere lucidi, reattivi, aggressivi (e quando sei stravolto dalla stanchezza guidi male e corri rischi).
Allora ditemi la vostra: se faccio questa scelta sono un biker finito, o mi si apre un mondo di nuove possibilità?
Ciao
Fish