Bene allora leggeteVi il mio resoconto dell'anno scorso.
http://www.bikersgiant.blogspot.it/2011/07/sellaronda-hero-2011-resoconto.html
Sono andato alla Sellaronda con allenamento scarso, con una Giant in alluminio di 15 anni fà, con la corona centrale spaccata, e con il gruppo cambio posteriore che montava il 28, in pratica sulle salite estreme la moltiplica del mio rampichino era 22x28 avendo ancora la bici ad 8 velocità.
Io mi sono ritirato a Campitello di Fassa. Devo dare ragione sia a chi dice che serve l'allenamento fisico, sia a chi dice che la testa sia importante.
Fisicamente è molto molto impegnativa, le salite sono salite vere, la pendenza sull'Ornella raggiunge in alcuni punti il 30% e si mette il piede a terra.
Le discese sono divertenti ma non supertecniche, per lo meno fin dove sono arrivato io non ho trovato niente di trascendentale in discesa a parte molti imbranati nella prima discesa, quella dal Dantecerpies dove si era formato un tappo pazzesco. Secondo me comunque occorre avere la testa, è importantissimo, oltre alla condizione fisica, ma la testa è fondamentale, in primis non ci si deve far prendere dalla foga iniziale, bisogna sapersi alimentare nei tempi e nei modi giusti, e poi bisogna avere la tenacia di saper soffrire e di non ascoltare nessuno. Se ci sei di testa, anche se hai un allenamento scarso la puoi terminare, ma se non ci sei di testa anche se sei allenato decentemente, puoi andare in crisi e mollare. Ho visto gente mollare prima di me sul Pordoi, un ragazzo di Jesi che ha partecipato al Mongolia Bike Challenge, prova estrema di tutto rispetto, palestrato, super allenato, ha mollato sul Pordoi, incontrato l'indomani nella piazzetta mi ha confidato di essere scarico mentalmente, e giunto al Pordoi non aveva più voglia di soffrire. Ecco cos'è la Sellaronda. Io la prima salita di giornata il Dantecerpies l'ho superato e mi sono meravigliato di me stesso, a parte la schiena che mi da sempre fastidio sulle salite prolungate, ho retto benissimo, poi ho avuto il primo accenno di sconforto nella seconda ascesa, quella che porta a Campolongo, purtroppo io ho un difetto gigantesco, quando sento la motoscopa vado in crisi, mi prende il magone, comincio a pensare sempre che mi conviene ritirarmi, la faccio più dura di quanto non sia. Inoltre prima di iniziare la salita c'era il bivio tra lungo e corto, e una volta preso il lungo mi sono ritrovato a pedalare da solo, moltissimi erano quelli che han girato per il corto, e vedevo davanti a me una decina di bikers del lungo a 300/400 metri di distanza, mentre dietro all'inizio non vedevo nessuno, poi pian piano che salivo, vedevo che dietro di me c'erano altri. Pedalavo in quella salita come un automa, come se in cima mi fossi dovuto ritirare. Poi gli ultimi 50 metri sono sceso ed ho spinto, facevo una fatica bestiale ero in crisi mentale e fisica. Scollinato, il panorama mi ha fatto rinvenire, ma sentivo che le mie gambe avevano accumulato tanta stanchezza, poi è iniziata la discesa e giù a tutta.
Tutto ok fino al 30mo km dove aspettavo l'inizio dell'Ornella che non arrivava mai, mi ero ripreso, su asfalto pedalavo col 44 senza rendermene conto, poi la salita asfaltata, stavo bene, avevo ripreso, solo la schiena mi dava noia, per errore mi sono fermato un attimo con dei ragazzi abruzzesi per fare un sorso dalla borraccia, e poi sono ripartito, a quel punto era come se le gambe fossero appesantite da zavorre. Mi dicevo quando arriva l'Ornella? Poi ad un certo punto una svolta a destra mi fa lasciare l'asfalto ed inizia lo sterrato, e qui inizia il calvario. Una salita da bestia che non finiva mai, non avevo più acqua, dietro di me 6/7 bikers, avanti a me idem, cercavo di riprendere quelli davanti a me ma non ci riuscivo, e cercavo di non farmi riprendere da quelli dietro. Salivo e scendevo dalla bici, imprecavo, non vedevo l'ora di arrivare alla fine. Arrivato in cima panorama stupendo ma ero devastato, guardo davanti a me avevo perso la cognizione del tempo e della distanza, ipotizzavo che sarei dovuto essere vicino al Pordoi, ma prima dovevo arrivare al Sourasass, non ci capivo più nulla, vedevo una salita brecciata che non finiva mai e non sapevo se dovevo svalicare quelle pareti rocciose o se sarei ridisceso una volta giunto sotto di esse. Per fortuna ad un certo punto si ridiscendeva, e vai fino al Pordoi. QUi un provvidenziale panino mi ha ridato carica. Giu fino a Canazei a tutta, quello della motoscopa mi fa sbagliare anche strada, dal pordoi fino a Campitello la motoscopa mi ha stressato i testicoli ammonendomi che c'era ancora tanta strada da fare, mi chiedeva se ero sicuro di farcela etc etc etc, il magone mi è tornato, come sono arrivato a Campitello e stavo per avviarmi alla Val Duron, nelle prime salite, sentivo le gambe senza più forza, quel tipo che mi angosciava, alla fine ho mandato tutto a quel diavolo e mi sono ritirato, e pensare che i miei amici che mi sono venuti a recuperare, mi han fatto tornare indietro fino a Canazei e su fino a metà Passo Gardena dove la salita non mi pesa affatto.
In sostanza se avessi stretto i denti e avessi mandato a quel paese il tipo della motoscopa forse dico forse l'avrei anche terminata, le forze andavano e venivano, alti e bassi, scoppiato si ma non finito.
Ecco che la testa comunque è molto importante. Andate nel link postato e leggetevi bene il resoconto e capite se non l'avete fatta cosa sia