mcpelo68
BIKER SKLEROTIK
mi piacerebbe aver un bosco del genere...
ecco, semmai capiterà una volta di incontrarci nella vita, bhè sai già che portarmi come regalo!L'unica vera focaccia è quella barese. E non mi fate incazzere
Un bel panino cruccoecco, semmai capiterà una volta di incontrarci nella vita, bhè sai già che portarmi come regalo!
nono quello te lo mangi te.....Un bel panino crucco
Con l'albero delle focacce?mi piacerebbe aver un bosco del genere...
Pregiatissimo pregoNon dare retta a quello che ti dice lo stimatissimo @Big Steak One
Bello. BravoPurtroppo pago ancora con eccessiva frequenza qualche caduta di troppo e sono convinto che debbano essere episodi veramente eccezionali e non abitudinari, perchè la caduta è una circostanza che si presenta in fase di apprendimento e progresso ma è sempre la conseguenza di un errore:
L'errore può essere di tecnica (baricentro, posizione, braccia, piedi, flessione, gestione della curva o della pendenza) ,di set up della bici, o di inadeguata preparazione: meno sei performante fisicamente, sovrappeso, lento più sei esposto a errori indotti da stanchezza e poca reattività.
Molti esperti sostegno che siccome la caduta è la conseguenza di un superamento dei propri limiti tecnici, rappresenta una mancanza di consapevolezza o una incapacità di valutazione che sono rischiose e da evitare, ovvero bisognerebbe scendere (o salire) sempre nel controllo dei propri limiti, anche in fase di progressione o apprendimento Un eccessivo rischio o mancanza di consapevolezza non è ammissibile in certi percorsi e circostanze, se in un trail flow puoi magari permetterti una caduta con protezioni (dipende sempre cosa urti purtroppo) se stai facendo un passaggio in montagna su terreno difficile, esposto o strapiombi l'errore lo paghi con conseguenze tropo alte, fino a non poterlo raccontare.
Per questo a un certo livello di percorsi, bisogna avere il giusto compromesso di preparazione tecnica e fisica e di consapevolezza per affrontare in sicurezza i passaggi, meglio un tratto a piedi che una caudata letale..
La mtb trail/am/enduro è un sport molto performante e salvo per chi ha tecnica eccelsa la preparazione fisica è un'aspetto fondamentale, non solo la parte aerobica/resistenza di pedalata ma braccia, spalle, potenza delle gambe, reattività vanno adeguatamente implementate, soprattutto se si passano gli anta. Si spendono migliaia di euro per avere bici mezzo chilo più leggere e non ha senso presentarsi con 5-10 kg di zavorra adiposa addosso.
La caduta non è tanto dannosa in quanto tale ma per le possibili conseguenze, i danni sono inversamente persistenti e duraturi all'età (scrivo con magneto terapia alla spalla per alleviare dolori articolari da ripetute cadute sulla stesa), e anche una caduta quasi da fermo può avere conseguenze notevoli. Soprattutto i tempi di fermo obbligatorio e di recupero susseguenti all'infortunio generano un loop negativo di perdita di allenamento oltre che insicurezza.
Dissento assolutamente da chi ritiene superflui i corsi e la formazione. Premesso che sono validi solo se fatti con istruttori qualificati ed adeguati al tipo di esperienza richiesta, sono utili a tutti i livelli, e questa è una caratteristica comune a quasi tutti gli sport di dicessa.
Siccome la prima causa di caduta è il superamento dei propri limiti tecnici, alzare il limite tecnico individuale è sicuramente la migliore garanzia per ridurre il rischio, e difficilmente si migliora solo vedendo altri , perchè le impostazioni tecniche e i gesti da eseguire non sono così banali.
Molta gente scende affidandosi a coraggio , buona escursione di ammortizzatori, equilibrio o principi di guida motociclistica, molti meno scendono con una perfetta conduzione e capacità tecnica. Il percorso "preparato" del trail park è sicuramente il miglior contesto per fare pratica e crescere tecnicamente, ma i limiti si trovano soprattutto affrontano il trail/enduro su terreno naturale, dove la curva è magari irregolare e senza sponda, ill terreno non preparato, la tecnica dal cornering agli assetti sugli ostacoli fa tutta la differenza perchè non ci sono simmetrie, raggi di curve omogenee, rock garden "sicuri", anche il ritmo è assai più difficile da tenere.
Spesso ci si affida un po di velocità o abbrivio per passare ostacoli tecnici, che sicuramente agevola, ma in verità esser in grado di passare gli ostacoli a velocita minima richiede il corretto gesto tecnico, che andrebbe poi esercitato con la velocità di esecuzione non viceversa.
Infine dando per possibile la caduta, oltre a cercare di lavorare su tecnica e preparazione fisica (che consente anche miglior recupero dagli infortuni), la prevenzione "passiva" da sicuramente una mano,: un casco con buona copertura (tipo AM/trail) e magari MIPS, da unire a un integrale in caso di percorsi "spinti", utilizzo di ginocchiere in discesa e anche gomitiere pure nei percorsi dove "quelli bravi" non le usano (Una botta sul gomito è micidiale anche con impatti minimi), anche una protezione stinco con parastinco, calza con protezioni, etc aiuta molto perchè è un altro punto doloroso e facilmente esposto ad urti, non solo il micidiale pedale coi pin che si stampa sullo stinco, ma anche una scivolata urtando il telaio, una roccia che ruzzola etc.. Siccome la caduta classica dell'incapace (come avviene a me ) è il ribaltamento in avanti la protezione della schiena con un costoso zaino omologato o parlaschina è una altra possibilità di evitare danni pericolosi.
...Ad eccezione di quelli che hanno fatto arti marziali, quelli sanno cadere e anche andare in bici(mi é stato detto recentemente)
Ed è così...rispetto a chi non ha mai fatto sport (qualsiasi di dinamico) o ancora in più, a livello agonistico.No no, sono cose che ho anche sentito in diverse occasioni anche al di fuori di questo forum e della bici in generale
sì però sai che bello sarebbe cader in mezzo alle focaccia?? ecco lì io ci cadrei molto più volentieri!..invece me tocca cadere quando capita...in boschi di mmmerda ...Pregiatissimo prego
Bello. Bravo
Ed è così...rispetto a chi non ha mai fatto sport (qualsiasi di dinamico) o ancora in più, a livello agonistico.
Però vorrei precisare approfondendo il mio punto di vista, approfondendo ME.
Come dice Paolo e che condivido pienamente, anche se si è cominciato in tenera età praticandola fino ai 24-25 anni, arrivati agli anta resta un bel divario. Anche solo 5 anni di inattività portano inesorabilmente a dei cali di prestazione fisica e di resistenza (a tutto
A 40 anni (dico 40 per dire) sono ben 15 e quello che resta, se non si continua, è una reminiscenza.
Però ci sono delle eccezioni, non casi straordinari ma semplici differenze, partendo ad esempio, come ho accennato su, se si sono praticate le arti marziali a livello agonistico rispetto a chi l'ha fatto solo perchè la madre pur di far muovere un pò il figlio bambino/adolescente iperattivo e obeso l'ha iscritto a un corso.
La volontà di imparare e migliorarsi. Il vero e proprio godere dei risultati ottenuti...e superarli di volta in volta. Chi coi propri sacrifici (non solo fisici ma sociali) ha fatto delle arti marziali uno stile di vita. Chi ha smesso...ma non ha mai smesso veramente.
Scuola, università, lavoro, morosa, famiglia, figli. t
Tutto distoglie dalla pratica e continuità e...tutto è niente.
Troppo filosofico eh?
Ok, diciamo che, ritornando ai giorni nostri, il fisico e l'allenamento sono fondamentali ma non dimenticate mai lo spirito, la fibra, la proiezione che nel tempo ha fatto sì di diventare quello che si è oggi. Quello non è solo reminiscenza ma un portare avanti quello che si è appreso nel tempo.
Mettici anche quando ti sale la capata di isolarti per qualche oretta e fare esercizi, forme, taegeuk...nonché dare una sonora lezione a chi se lo merita o difendersi in situazioni di pericolo (vita mia - morte tua), insegnare ai propri figli (figlia)...stile di vita insomma. Và, diciamo ¼ eheheh.
Ad ogni modo se cadi bene...cadi bene, se cadi male puoi essere chi vuoi...sei caduto male.
Tutto sta nello spirito giusto a saper affrontare le avversità. Avversità della vita...avversità sui trail
A bocca apertasì però sai che bello sarebbe cader in mezzo alle focaccia?? ecco lì io ci cadrei molto più volentieri!..invece me tocca cadere quando capita...in boschi di mmmerda ...
già...senza paura di rimetterci i denti !A bocca aperta
La solita supercazzola!Pregiatissimo prego
Bello. Bravo
Ed è così...rispetto a chi non ha mai fatto sport (qualsiasi di dinamico) o ancora in più, a livello agonistico.
Però vorrei precisare approfondendo il mio punto di vista, approfondendo ME.
Come dice Paolo e che condivido pienamente, anche se si è cominciato in tenera età praticandola fino ai 24-25 anni, arrivati agli anta resta un bel divario. Anche solo 5 anni di inattività portano inesorabilmente a dei cali di prestazione fisica e di resistenza (a tutto
A 40 anni (dico 40 per dire) sono ben 15 e quello che resta, se non si continua, è una reminiscenza.
Però ci sono delle eccezioni, non casi straordinari ma semplici differenze, partendo ad esempio, come ho accennato su, se si sono praticate le arti marziali a livello agonistico rispetto a chi l'ha fatto solo perchè la madre pur di far muovere un pò il figlio bambino/adolescente iperattivo e obeso l'ha iscritto a un corso.
La volontà di imparare e migliorarsi. Il vero e proprio godere dei risultati ottenuti...e superarli di volta in volta. Chi coi propri sacrifici (non solo fisici ma sociali) ha fatto delle arti marziali uno stile di vita. Chi ha smesso...ma non ha mai smesso veramente.
Scuola, università, lavoro, morosa, famiglia, figli. t
Tutto distoglie dalla pratica e continuità e...tutto è niente.
Troppo filosofico eh?
Ok, diciamo che, ritornando ai giorni nostri, il fisico e l'allenamento sono fondamentali ma non dimenticate mai lo spirito, la fibra, la proiezione che nel tempo ha fatto sì di diventare quello che si è oggi. Quello non è solo reminiscenza ma un portare avanti quello che si è appreso nel tempo.
Mettici anche quando ti sale la capata di isolarti per qualche oretta e fare esercizi, forme, taegeuk...nonché dare una sonora lezione a chi se lo merita o difendersi in situazioni di pericolo (vita mia - morte tua), insegnare ai propri figli (figlia)...stile di vita insomma. Và, diciamo ¼ eheheh.
Ad ogni modo se cadi bene...cadi bene, se cadi male puoi essere chi vuoi...sei caduto male.
Tutto sta nello spirito giusto a saper affrontare le avversità. Avversità della vita...avversità sui trail
beh dai se tagli tutti gli ostacoli fili giù che è un piacereSecondo te .......... Vedi l'allegato 429064
scherzo non l'ho tagliato anche se ammetto di averci pensato.
Edit. la foto non è mia! sono sempre infortunato e sopratutto SFATICATO.
dopo l'ultima botta di ieri (sull'argine del fiume!!! ) e l'altra in cui mi ero lussato la spalla ecc. facendo un po' di statistica effettivamente ti do' ragione.per noi "umani" la disattenzione è la prima causa
Nelle discese difficili sei concentrato, hai adrenalina in circolo e sei pronto alla caduta.dopo l'ultima botta di ieri (sull'argine del fiume!!! ) e l'altra in cui mi ero lussato la spalla ecc. facendo un po' di statistica effettivamente ti do' ragione.
Tra le volte che mi sono fatto male (per fortuna mai niente di grave) sono in maggioranza quelle in cui ero superilassato perchè non stavo facendo niente di che.
Quelle in cui ho osato troppo in genere hanno avuto meno conseguenze, perchè andavo più piano e sapevo di essere al limite.
@pk71 buona guarigione!!
Ovvio Siamo in un forum di mountain bike quindi parliamo di bici ma la concentrazione serve in ogni circostanza quando giri per strada forse anche a piedi
Big.........
La volontà di imparare e migliorarsi. Il vero e proprio godere dei risultati ottenuti...e superarli di volta in volta. Chi coi propri sacrifici (non solo fisici ma sociali) ha fatto delle arti marziali uno stile di vita. Chi ha smesso...ma non ha mai smesso veramente.
...Ok, diciamo che, ritornando ai giorni nostri, il fisico e l'allenamento sono fondamentali ma non dimenticate mai lo spirito, la fibra, la proiezione che nel tempo ha fatto sì di diventare quello che si è oggi. Quello non è solo reminiscenza ma un portare avanti quello che si è appreso nel tempo.
Mettici anche quando ti sale la capata di isolarti per qualche oretta e fare esercizi, forme, taegeuk...nonché dare una sonora lezione a chi se lo merita o difendersi in situazioni di pericolo (vita mia - morte tua), insegnare ai propri figli (figlia)...stile di vita insomma. Và, diciamo ¼ eheheh.
l
Grazie 1000!dopo l'ultima botta di ieri (sull'argine del fiume!!! ) e l'altra in cui mi ero lussato la spalla ecc. facendo un po' di statistica effettivamente ti do' ragione.
Tra le volte che mi sono fatto male (per fortuna mai niente di grave) sono in maggioranza quelle in cui ero superilassato perchè non stavo facendo niente di che.
Quelle in cui ho osato troppo in genere hanno avuto meno conseguenze, perchè andavo più piano e sapevo di essere al limite.
@pk71 buona guarigione!!