Poi, quando si è cominciato a dire che le attività estrattive, qui ma soprattutto altrove, avevano esagerato, e probabilmente era vero, è stato vietato di estrarre ghiaia dal letto dei fiumi. Da 25 anni ormai, grazie alla famosa
legge Galasso, chi vuole cavare la ghiaia deve affittare un terreno a più di 150 metri dal letto del fiume, eliminare la terra, rimuovere tutta la ghiaia che riesce a trovare al di sotto, e richiudere con nuova terra. Il risultato paradossale è che, mentre il letto dei fiumi si innalza di metri perché nessuno provvede a rimuovere il materiale alluvionale, i livello dei terreni intorno si abbassa (è praticamente impossibile ripristinare le quote di livello originarie dopo l’estrazione) e gli stessi terreni drenano molto meno (laddove c’erano metri di ghiaia sotto un metro e mezzo di terra, oggi c’è solo terra di riporto). E quindi sono ormai anni che da mio cugino l’acqua arriva a casa quasi tutti gli anni, interi campi devono essere bonificati dai sassi, ettari ed ettari devono essere riseminati, strade rurali e fossi tracciati daccapo, quando i danni non interessano anche bestiame e fabbricati, senza contare la perdita di valore delle proprietà.
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Tutto questo popò di carrozzoni e carrozzine (a cui vanno aggiunti anche, per le emergenze, la Polizia Provinciale, la Polizia Idraulica, il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco e la Protezione civile) non sono riusciti a fare, sul letto del fiume Paglia, quello che in passato facevano due dico due piccoli impianti per l’estrazione della breccia di fiume. Intanto continua a piovere…