Prendere in giro chi fa notare che la lingua e la cultura italiana sono trattati con i piedi equivale al fanatismo ideologico di coloro che bruciano i libri
Non è questione di "indottrinamento", o perlomeno non solo.
Ci sono decine di studi che mostrano come in ambito culturale le "condizioni di partenza" siano robustamente correlate con la situazione futura, per dire chi nasce in una famiglia dove si legge ha molte più probabilità di leggere a sua volta e così via. O se parliamo di disvalori, razzisti non si nasce ma si diventa.
Insomma, c'è senz'altro chi ci marcia e per evitare di doversi impegnare svaluta la conoscenza a non-valore, ma sono molti di più quelli che semplicemente non sono stati esposti a certi valori.
La vedo anche io così.La situazione ambientale influisce, assolutamente, ma con la facilità di accesso alla conoscenza che oggi ci da internet, in termini anche di costi, se uno decide di passare un'ora della sua vita a vedere monnezza invece di un documentario, è una scelta sua, non è l'ambiente che lo forza a fare niente.
Sapevano leggere e scrivere ma non immaginavano cosa farsene. Secondo me il retaggio culturale, non e' deteriorato rispetto agli anni passati,
Detto questo, mi permetto di ricordare che certi valori (ma anche i disvalori) non sono automatici o innati, ma sono un risultato dell'ambiente. E' per questo che la mia opinione differisce da quella di Frenk, non credo che tutti coloro che ritengano la conoscenza, lo studio, la cultura uno spreco di tempo o peggio un inutile orpello lo facciano per pigrizia o per interesse personale, o che se non sei in grado di esprimerti in un italiano corretto (figuriamoci in inglese) o comprendere un testo scritto è solo per mancanza di volontà.
quelle di Frenk sono opionini rispettabili (peraltro riconducibili ad una parte politica in netta minoranza nel paese) ma restano opinioni.
La realtà è che veline trapper e tutti i disvalori proposti in questi anni dalla società e dalla tv privata (seguita a ruota da quella pubblica) parlano alla pancia del paese in un modo che gli "altri" non sono piu capaci di fare.Tra l'altro generalizzando ed escludendo a priori che tra questi personaggi ci possa essere anche qualche artista vero o persona con una preparazione e dei valori
Anzi si comportano come fa qualcuno qui, mostrando disprezzo e sfoggiando una pseudocultura perlopiù nozionistica in faccia al malcapitato che sbaglia un verbo o la sintassi.
Concetto condivisibile, ma che a maggior ragione dovrebbe spingere alla mobilità, magari geografica (fisica o virtuale).È venuta meno in gran parte, a torto o ragione, la motivazione rappresentata dalla mobilità sociale connessa al titolo di studio, e questo spinge a non riconoscere un valore alla conoscenza o all'istruzione.
La cultura è cultura... "pseudocultura" è un termine che gli ignoranti utilizzano per screditare la cultura alla quale non si avvicinano perché i loro idoli gli hanno fatto capire che non è "cool"!
Pseudocultura, professoroni, buonisti, "tutti maestri"... e via discorrendo, sono termini distorti appositamente per acquisire un'accezione negativa e sono cavalli di battaglia della suddetta deprecabile "cultura dell'ignoranza".
Invece secondo me la cultura è quella cosa di cui non ci si vanta in tv o sul web.Non sono mezzi adeguati a diffondere il sapere, troppo immediati troppo semplici e troppo anonimi...Su questi media si fa appunto pseudocultura fino a prova contraria..
Invece secondo me la cultura è quella cosa di cui non ci si vanta in tv o sul web.Non sono mezzi adeguati a diffondere il sapere, troppo immediati troppo semplici e troppo anonimi...Su questi media si fa appunto pseudocultura fino a prova contraria..
Ed i miei "idoli" (che non saprei dirti chi sono dato che non ne ho tranne alcuni sportivi) di certo non offenderebbero uno sconosciuto perché sbaglia un termine (tu ad esempio malcelatamente mi hai dato dell'idiota perché non capivo qual'era il metodo di pagamento per la dream bike ed ora dell'ignorante perché ho usato un termine che non ti garba)
Lungi da me darti del piddiota (prima volta che sento queto termine in vita mia) perché io sono abituato a ragionare e mai ad insultare chi mi sta davanti...Il problema a mio modo di vedere è una visione cieca della realta', puoi distiungure una cosa valutarla ma tutte le sovrastrutture del sistema e personali ti condizionano sul giudizio finale...Quindi gli ignoranti sono tali per scelta e gli intelletuali una categoria che ha capito tutto senza nessun dubbio, poi magari i primi nom hanno avuto il tempo di erudirsi perché lavorano 16h al giorno e gli "altri" non hanno mai fatto niente in vita loro....Come diceva Pasolini, se devo scegliere tra manifestanti e poliziotti sto con questi ultimi che sono figli di povera gente e non borghesi travesti da anarchici
Quindi gli ignoranti sono tali per scelta e gli intelletuali una categoria che ha capito tutto senza nessun dubbio, poi magari i primi nom hanno avuto il tempo di erudirsi perché lavorano 16h al giorno e gli "altri" non hanno mai fatto niente in vita loro....Come diceva Pasolini, se devo scegliere tra manifestanti e poliziotti sto con questi ultimi che sono figli di povera gente e non borghesi travesti da anarchici
Non sono stato io il primo a fare di tutta l'erba un mazzo mi spiace, mi sono adeguato a certe generalizzazioni di chi sostiene che la condizione dell'ignorante è sempre e solo una scelta...Tra queste affermazioni e la realta ci sono cosi tante variabili che non si dovrebbe giudicare nessuno anche se si avesse la certezza che tale condizione è un scelta vera e propria le cui origini potrebbero essere altrettanto difficili da comprendere. Non è una colpa essere borghesi non lo è essere intellettuali ignoranti ecc.Ma perchè la distinzione deve sempre essere riferita al lavoro, come se fosse questo l'unico parametro per valutare il merito della gente? C'è gente ignorante e che in più non ha mai fatto niente in vita sua, e allo stesso tempo gente che ha studiato e che in più si fa "il mazzo". E in mezzo qualsiasi sfumatura.
Io questa cosa che il lavoro sia la discriminante ultima inizio a non sopportarla più. E' una colpa essere borghesi? O intellettuali? L'opposto di ignoranza è educazione, non intellettualismo.
PS: e comunque anche tu usi i termini pseudocultura o intellettuali in accezioni negative eh...
Prendere in giro chi fa notare che la lingua e la cultura italiana sono trattati con i piedi equivale al fanatismo ideologico di coloro che bruciano i libri
E basta anche con questa storia di abbreviare i nomi: ciao come stai Fra? (francesco)
Sto bene e tu Raffa? (raffaele)
Come va a casa con Ema? (emanuela)
Bene e Eli come sta?(Elisa)
Finché non impareremo a pronunciare i nomi per intero dando il giusto peso alle persone che ci amano e ci sopportano non faremo mai il salto di qualità...
Difficile avere qualcosa da aggiungere, quindi faccio ciò che tanti dovrebbero imparareDipende. Vale prendere in giro solo se a far notare che ci vorrebbe più cultura e meno pressapochismo è un intellettualoide che fa della sua pseudocultura da strapazzo un vanto su internet e che è "statisticamente" meno educato e umano di un ignorante... altrimenti va benissimo:
non confondere il medium con il contentuto. Anche un libro può essere pieno di cazzate. O vogliamo definire "Mein Kampf" un capolavoro dell'amore e della cultura?
La differenza sta che le famose "lettere alla redazione" ora sono visibili a tutti senza filtri (e non parlo solo di ciclismo). Se poi frequenti i social, beh, è come andare un bar negli anni 80 e pretendere di trovare la cultura.
Forse si riferiva a Pasolini ma sarebbe ancora piu grave catalogarlo in quel modo a mio modesto parere@frenk mi permetto di farti notare che Calvino è stato uno degli scrittori più importanti del secondo Novecento italiano ed uno dei più letti all'estero.Sminuirlo perché non se ne condivide la fede politica non è meglio che tirarlo per la giacchetta specialmente se si cerca di "difendere la cultura".
@frenk mi permetto di farti notare che Calvino è stato uno degli scrittori più importanti del secondo Novecento italiano ed uno dei più letti all'estero.Sminuirlo perché non se ne condivide la fede politica non è meglio che tirarlo per la giacchetta specialmente se si cerca di "difendere la cultura".
Quindi gli amanti delle cazzate nell'era digitale dipendono molto anche dalla diffusione e dalla facilita di accesso che si ha del "medium" a disposizione