Perché le aziende italiane fanno video in inglese?

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In una delle sue "Lezioni americane" Italo Calvino insegnava: Mi sembra che una peste del linguaggio si stia manifestando come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione nelle formula piu generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spengere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze
Cosa direbbe oggi Calvino, 30anni dopo per stigmatizzare l'epidemia di quella peste diffusa dai nuovi media?
Che non si accontentano di infettare la lingua nazionale con una trasmissione virulenta di inglesismi adottati stupidamente senza nessuna necessità ma usano oramai una serie di segni e parole standardizzate per esprimere concetti ed emozioni altrettanto standardizzate.

Da un libro che sto leggendo, mi sembra un ottimo spunto per discutere piuttoste che dissertare sul polpo
 

frenk

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In una delle sue "Lezioni americane" Italo Calvino insegnava: Mi sembra che una peste del linguaggio si stia manifestando come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione nelle formula piu generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spengere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze
Cosa direbbe oggi Calvino, 30anni dopo per stigmatizzare l'epidemia di quella peste diffusa dai nuovi media?
Che non si accontentano di infettare la lingua nazionale con una trasmissione virulenta di inglesismi adottati stupidamente senza nessuna necessità ma usano oramai una serie di segni e parole standardizzate per esprimere concetti ed emozioni altrettanto standardizzate.

Concordo sul fatto che la lingua italiana stia andando in malora tuttavia gli unici responsabili sono gli italiani stessi e l'attuale dilagante "cultura dell'ignoranza".
 

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In una delle sue "Lezioni americane" Italo Calvino insegnava: Mi sembra che una peste del linguaggio si stia manifestando come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione nelle formula piu generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spengere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze
Cosa direbbe oggi Calvino, 30anni dopo per stigmatizzare l'epidemia di quella peste diffusa dai nuovi media?
Che non si accontentano di infettare la lingua nazionale con una trasmissione virulenta di inglesismi adottati stupidamente senza nessuna necessità ma usano oramai una serie di segni e parole standardizzate per esprimere concetti ed emozioni altrettanto standardizzate.

Da un libro che sto leggendo, mi sembra un ottimo spunto per discutere piuttoste che dissertare sul polpo

Il deterioramente della lingua italiana non è colpa dell'inglese, e non vedo come l'inglese possa impoverire la lingua italiana. Anzi, la gente che solitamente storpia e violenta la nostra bellissima lingua, spesso è anche quella che non sa parlarne altre. La conoscenza (quindi anche imparare una nuova lingua) arricchisce, non impoverisce.
Mala tempora currunt, e siamo qui a doverci difendere e quasi scusare con chi usa l'ignoranza come scusa, anzi ultimamente la brandisce come un vanto.
 

Velocity

Biker immensus
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Il concetto espresso da Calvino è abbastanza chiaro oppure è un ignorante pure lui...Non sarà forse la certezza che gli ignoranti sono sempre gli altri a farci convivere cosi bene con la nostra ignoranza? Eppure c'è chi si eleva a maestro sfoggiando lauree titoli studi e carriera e poi passa il suo tempo sul forum a beccare chi sbaglia un parola magari per distrazione o altro...Questa sarebbe cultura o imbarbarimento?
Ad ogni modo volevo dire che l'ignoranza non è e non deve essere un vanto ma a volte può essere una condizione che prescinde dalla volonta o gli intenti di ciascuno di noi. Chi invece sfoggia cultura in questo modo vantandosene e infierendo su chi sbaglia ,non ha i mezzi o non sa l'inglese (e vorrebbe un video anche in italiano) come lo giudichiamo?
 
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slisser

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Beh nessuno è contento della propria ignoranza, e' contro la nostra natura.

Posso essere pigro, non avere voglia di studiare, ma non e' credibile che qualcuno possa sentire come fatto positivo non sapere qualcosa, dichiarare il contrario e' malafede.
 
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Qua non è questione di discutere su quale sia il valore della nostra lingua o trovare il colpevole del suo imbarbarimento, né tanto meno trovare giustificazioni all'ignoranza vera o presunta.

La questione è di riconoscere la realtà delle cose,e la realtà è che l'inglese è la lingua internazionale per definizione.

Posso comprendere che non piaccia, ma la realtà ha il brutto vizio di esistere indipendentemente dalle nostre opinioni.
 

Akira81

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Ma certamente, e c'è tutto il diritto di farlo notare.

Solo che storicamente non è quasi mai stata messa su questo piano, quello del "mi piace/non mi piace questo prodotto/strategia/comunicazione", ma molto spesso su quello di una categorica dichiarazione di "errore dell'azienda", sulla base di opinioni legittime quanto parziali o in base alle proprie necessità particolari scambiate per generali.

A me, per dire, i gusti vaniglia e cioccolato sono quelli che nel gelato piacciono di meno. Posso anche dire che le gelaterie che insistono a proporli prendono un granchio, poi però quando glielo chiedi si scopre che sono tra i più richiesti ;-)
forse non mi sono spiegato bene.. per me l'azienda ha realmente preso un granchio, perché oltre all'inglese, doveva farne anche uno in Italiano. Oltre che essere un mio gusto.. poi che si parli in inglese per catturare un bacino di utenza maggiore, beh, quello certo.
 
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Akira81

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Beh nessuno è contento della propria ignoranza, e' contro la nostra natura.

Posso essere pigro, non avere voglia di studiare, ma non e' credibile che qualcuno possa sentire come fatto positivo non sapere qualcosa, e' malafede.
guarda, perché non conoscevi la mia Ex.. li era senz'altro meglio non venire a sapere..
 

frenk

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Beh nessuno è contento della propria ignoranza, e' contro la nostra natura.

Posso essere pigro, non avere voglia di studiare, ma non e' credibile che qualcuno possa sentire come fatto positivo non sapere qualcosa, e' malafede.

I programmi televisivi, i social media, la musica, l'attualità, il populismo come fenomeno sociale prima ancora che politico, sono tutti un moderno elogio dell'ignoranza e della mancanza di merito del nostro paese. La maggior parte degli ignoranti e dei mediocri dei nostri giorni non hanno subìto la loro condizione per una mancanza di possibilità, tutt'altro, hanno forgiato la loro stessa ignoranza nella pigrizia e nella totale mancanza di ambizione personale, facendo fronte comune, acquisendo potere dal gruppo con il quale legittimare la loro stessa mancanza di cultura, di ideali e di educazione. Deridere chi ha una cultura anche solo nella media perché diverso e fuori dal branco. Le influencer, i trapper, gli opinionisti dei talk show di quart'ordine e i politici da twitter sono diventati i modelli da seguire. Ecco... cosa intendo con "cultura dell'ignoranza". Quindi non meravigliamoci se la lingua italiana va in malora con questo tripudio di ignoranza. Per un numero sempre maggiore di italiani il problema reale è l'analfabetismo funzionale... altro che conoscere l'inglese.
 

slisser

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Questione difficile quella che stai toccando, è vero tutti inventano mille scuse per nascondere o giustificare le proprie inefficienze, ma l'origine del problema potrebbe essere l'incapacità di dedicare il giusto impegno alle cose da fare,

E' plausibile che questo fenomeno non riguarda soltanto il nostro paese.
 

sembola

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Io la penso in maniera un po' diversa da @frenk , nel senso che tutto un sistema di valori (o disvalori) è stato promosso più o meno sottilmente e più o meno deliberatamente negli ultimi trent'anni, e poi è arrivata la rete che ha fatto da detonatore. Non è solo questione di pigrizia o di mancanza di ambizione (io direi di amor proprio), perchè certi valori puoi averli solo se te li hanno proposti e mostrati e se la società li ha incoraggiati e premiati. Come dice Slisser sopra è una questione complessa e proprio per questo difficilmente riconducibile ad una spiegazione semplice :prost:
 
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E' plausibile che questo fenomeno non riguarda soltanto il nostro paese.
Più che un problema locale credo sia generazionale. Probabilmente derivato da percorsi di apprendimento completamente diversi da come erano anni fa.
E da figure di riferimento culturale mutate. È innegabile che la comunicazione oggi si avvalga di canali che mortificano la lingua scritta e in senso lato la capacità di esprimere concetti complessi in modo strutturato, utilizzando i termini appropriati.
"Chi parla male, pensa male e vive male (...) le parole sono importanti!"
 
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Però @sembola con il pragmatismo che ti contraddistingue devi ammettere che quelle di Frenk sono opionini rispettabili (peraltro riconducibili ad una parte politica in netta minoranza nel paese) ma restano opinioni.
La realtà è che veline trapper e tutti i disvalori proposti in questi anni dalla società e dalla tv privata (seguita a ruota da quella pubblica) parlano alla pancia del paese in un modo che gli "altri" non sono piu capaci di fare.Tra l'altro generalizzando ed escludendo a priori che tra questi personaggi ci possa essere anche qualche artista vero o persona con una preparazione e dei valori
Anzi si comportano come fa qualcuno qui, mostrando disprezzo e sfoggiando una pseudocultura perlopiù nozionistica in faccia al malcapitato che sbaglia un verbo o la sintassi. Questo non aiuta certo la gente comune ad avvicinarsi alla cultura, ottiene invece l'effetto contrario creando odio e astio e facendo trionfare l'ignoranza come valore rivoluzionario
 
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Un'analisi sociologica non si può fare in poche righe ed io non sono un sociologo.

Da pragmatico però mi chiedo se "parlare alla pancia della gente" sia una cosa buona a prescindere, se sia cioè una strategia che nel medio/lungo periodo porti a conseguenze positive per il sistema paese.

Senza buttarla in politica mi chiedo ad esempio quanto sia desiderabile ed accettabile l'immagine della donna che (ormai da trent'anni) domina i massmedia italiani, in un modo che che non ha eguali in nessun paese del mondo. E' positivo nell'ottica di una società più giusta, è corretto nei confronti delle nostre mogli, madri, figlie, siamo sicuri che non c'è alcuna relazione con i fatti di cronaca nera che siamo costretti a leggere tutti i giorni? :nunsacci:

Quanto alla questione del linguaggio, pragmaticamente mi limito a rilevare che un medium scritto per essere efficace richiede un linguaggio corretto, chiaro e comprensibile: se non lo è l'efficacia della comunicazione è gravemente minata, per cui a me pare chiaro che serva uno standard mediamente abbastanza alto. Fermo restando che esiste anche il problema di chi (non necessariamente per sua "colpa", è qui che non concordo con Frenk) non è in grado di comprendere un testo scritto (correttamente) in modo sufficientemente adeguato.

Se poi vogliamo parlare di chi ritiene l'ignoranza un atto "rivoluzionario", sempre pragmaticamente mi limito ad osservare che nella Storia le rivoluzioni prima o poi sbattono sul muro della realtà.
 
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Però @sembola con il pragmatismo che ti contraddistingue devi ammettere che quelle di Frenk sono opionini rispettabili (peraltro riconducibili ad una parte politica in netta minoranza nel paese) ma restano opinioni.
La realtà è che veline trapper e tutti i disvalori proposti in questi anni dalla società e dalla tv privata (seguita a ruota da quella pubblica) parlano alla pancia del paese in un modo che gli "altri" non sono piu capaci di fare.Tra l'altro generalizzando ed escludendo a priori che tra questi personaggi ci possa essere anche qualche artista vero o persona con una preparazione e dei valori
Anzi si comportano come fa qualcuno qui, mostrando disprezzo e sfoggiando una pseudocultura perlopiù nozionistica in faccia al malcapitato che sbaglia un verbo o la sintassi. Questo non aiuta certo la gente comune ad avvicinarsi alla cultura, ottiene invece l'effetto contrario creando odio e astio e facendo trionfare l'ignoranza come valore rivoluzionario

La pancia del paese viene solleticata e spinta a credere che il loro essere ignoranti è un bene, mentre il male sono lo studio, l'essere "professoroni", e simili. Il disprezzo che tu indichi è la "pancia" di chi ha studiato, i quali onestamente ne hanno piene le scatole di doversene quasi vergognare o di sentirsi inferiori a chi non l'ha fatto, quasi fosse una malattia, dopo una vita spesa (piacevolmente si intende!) a studiare, incuriosirsi, voler capire. Esattamente come i "vaffa" e i selfie con la nutella parlano alla pancia di "una parte" della popolazione, la pancia di un'altra parte della popolazione reagisce in questo modo; semplicemente, non tutta la popolazione ragiona a rutti e panini con la porchetta.

Il problema non è essere ignoranti, io stesso mi ritengo ignorante in tantissime materie. Come diceva Socrate (tiè, ti sfoggio un altro pò di pseudocultura prettamente nozionistica...) "io so di non sapere", e questo è il punto di partenza per voler imparare.
Il problema è aver convinto la gente che di questa ignoranza ce ne si può vantare, e che la cultura è da disprezzare. Che tanto si può ottenere tutto e subito nella vita non perchè si è migliori ma perchè si è più furbi o scaltri.

PS: "pseudocultura" è un termine che puoi anche evitare. Semplicemente è cultura, e non c'è niente di male ad averne anche solo un pò.
 

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Il problema non è essere ignoranti, io stesso mi ritengo ignorante in tantissime materie. Come diceva Socrate (tiè, ti sfoggio un altro pò di pseudocultura prettamente nozionistica...) "io so di non sapere", e questo è il punto di partenza per voler imparare.
Il problema è aver convinto la gente che di questa ignoranza ce ne si può vantare, e che la cultura è da disprezzare. Che tanto si può ottenere tutto e subito nella vita non perchè si è migliori ma perchè si è più furbi o scaltri.
Il potere da sempre ha paura della conoscenza e della sua trasmissione, chi non conosce le cose è più facilmente manipolabile e non da ieri.

Detto questo, mi permetto di ricordare che certi valori (ma anche i disvalori) non sono automatici o innati, ma sono un risultato dell'ambiente. E' per questo che la mia opinione differisce da quella di Frenk, non credo che tutti coloro che ritengano la conoscenza, lo studio, la cultura uno spreco di tempo o peggio un inutile orpello lo facciano per pigrizia o per interesse personale, o che se non sei in grado di esprimerti in un italiano corretto (figuriamoci in inglese) o comprendere un testo scritto è solo per mancanza di volontà.
 

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Detto questo, mi permetto di ricordare che certi valori (ma anche i disvalori) non sono automatici o innati, ma sono un risultato dell'ambiente. E' per questo che la mia opinione differisce da quella di Frenk, non credo che tutti coloro che ritengano la conoscenza, lo studio, la cultura uno spreco di tempo o peggio un inutile orpello lo facciano per pigrizia o per interesse personale, o che se non sei in grado di esprimerti in un italiano corretto (figuriamoci in inglese) o comprendere un testo scritto è solo per mancanza di volontà.

Su questo concordo, dopo decenni di indottrinamento costante, come hai citato tu prima con la tv spazzatura e ora con internet, la gente ha ricevuto fortissimi condizionamenti e la situazione di oggi ne è il risultato. Detto ciò, si può certamente disprezzare chi scientemente e per il proprio tornaconto ha lavorato (e continua a farlo) per produrre questa situazione, ma permetti che ogni tanto mi possa sentire insofferente anche verso le "vittime" di questa situazione? Anche perchè spesso è impossibile intavolare qualsiasi discussione con queste persone, quindi cercare di cambiare la situazione risulta spesso un compito arduo, e ciò porta alla nostra frustrazione, e quindi alla reazione fatta di disprezzo e dileggio.
 
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Su questo concordo, dopo decenni di indottrinamento costante...
Non è questione di "indottrinamento", o perlomeno non solo.
Ci sono decine di studi che mostrano come in ambito culturale le "condizioni di partenza" siano robustamente correlate con la situazione futura, per dire chi nasce in una famiglia dove si legge ha molte più probabilità di leggere a sua volta e così via. O se parliamo di disvalori, razzisti non si nasce ma si diventa.
Insomma, c'è senz'altro chi ci marcia e per evitare di doversi impegnare svaluta la conoscenza a non-valore, ma sono molti di più quelli che semplicemente non sono stati esposti a certi valori.
 

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