Sfatiamo ancora una volta il fatto che il peso non influisca.
L'energia cinetica non c'entra molto: in soldoni è l'energia sprigionata se il nostro ciclista si va a schiantare sul muro.
Quello che va considerato è il dispendio di energia e il tempo d'esercizio, semplifichiamo:
Al tempo zero, bello e riposato, ho il massimo di energia disponibile ed è vero che se pedalo per pochi minuti non percepirò grandi differenze tra due mezzi con, diciamo, 5 chili di differenza. Ma se pedalo per 4, 5 ,6, 7 ore le cose cambiano. Molto. Questo perchè il nostro "motore" va ad esaurimento: è come se ad un motore di un'auto si accorciasse man mano la corsa dell'acceleratore al passare del tempo, la potenza disponibile è sempre meno, il peso invece è praticamente sempre quello. Con il non trascurabile dettaglio che l'acceleratore si accorcia tanto più velocemente quanto più pesa l'auto...
Quindi dopo 8 ore di pedalate, magari farcite di belle salite, c'è chi distingue chiaramente i milligrammi di differenza.
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Non sono d'accordo con la tua tesi.
Una volta raggiunta una certa velocità (quindi impresso al mezzo una certa energia) non devi più fare alcun sforzo, o meglio se fossi nello spazio dove non c'è attrito proseguiresti di moto rettilineo uniforme per sempre senza dare un colpo di pedale aggiuntivo.
Sulla terra l'attrito c'è quindi gli sforzi che continui a fare servono solo a vincere l'attrito che non è legato in alcun modo al peso ed è questo che ti fa affaticare.
E' importate notare che la resistenza aerodinamica dipende dalla sezione frontale, mentre gli attriti meccanici dipendano dai materiali/lubrificanti e dalle superfici a contatto; il peso del sistema non ha alcuna rilevanza invece ha rilevanza la velocità con cui si procede perché questa fa aumentare in modo esponenziale la resistenza (quadrato della velocità)
Naturalmente in una situazione reale avrai delle accelerazioni e frenate dovute al percorso quindi dovrai togliere energia cinetica (frenata) e rimettere energia cinetica (accelerazione) oltre a quella usata per vincere gli attriti.
Nella mia simulazione volevo valutare quanta energia dovevo immettere in un sistema con bici leggera rispetto a quello con una bici pesante tenendo invariato tutto il resto.
Quindi ho ipotizzato un percorso di 50 km con 200 accelerazioni e ho osservato che la differenza è risultata minima
In salita la questione è diversa poiché occorre vincere l'attrazione gravitazionale che si manifesta come una accelerazione quindi semplificando dovremo imprimere una accelerazione contraria all'accelerazione di gravità (G)
1G equivale a 9,82 m/s^2 per nostra fortuna noi pedaliamo su un piano inclinato (salita) quindi dobbiamo vincere solo una frazione G che sarà maggiore più la salita è ripida.
Ma il sistema complessivo da accelerare oltre al peso della bici prevede anche il ciclista quindi la variazione di peso di qualche kilo sul telaio diventa poca cosa nel complesso del sistema.
Poi ci sono le masse rotanti queste sono sottoposte ad una momento angolare che è tanto maggiore quanto più questa massa è lontano dal centro di rotazione, quindi avere delle
ruote leggere (specialmente cerchioni e pneumatici piuttosto che mozzi) agevola maggiormente di risparmiare peso sul telaio.
Questo motivo per cui i formati PLUS davanti a evidenti vantaggi di trazione assorbimento asperità trovano resistenza tra i biker meno allenati.