[Oltrepo Meeting Point] Sentieri, Salame e Sangue di Giuda

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Ed il polso

Biker infernalis
1/9/04
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Valle Staffora
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Ecco la mia idea di salto ideale: una bella rampa bella lunga per coordinarsi bene - un gradino di stacco magari non proprio verticale di modo che se all'ultimo ci sono problemi (tipo cacasottaggine improvvisa) si copia senza problemi, di altezza non eccessiva per non scoraggiare i meno bravi, diciamo 60 - 70 cm massimo- zona atterraggio bella pulita senza sassi alberi ecc, con pendenza variabile per consentire ai più veloci di atterrare più avanti e più in basso, mentre i più lenti possono droppare anche quasi da fermi (vedi traiettorie di diverso colore).
In questo modo ognuno salta com'è capace e tutti si divertono e se vuoi migliorare, basta che molli i freni un attimo prima....
si vede l'immagine?

é meglio che i salti li lasci fare al caprone sull'avatar ...........
 

kapitain kuch

Biker velocissimus
6/5/03
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Pavia
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Lo sai vero che con un atterraggio fatto in codesta maniera ti cappotti al 90%?
Ha la pendenza esattamente opposta a quella che serve x un atterraggio sicuro. L'atterraggio deve essere leggermente concavo, non convesso, altrimenti se atterri col di dietro ti cappotti xchè l'anteriore va giù di schianto e se atterri con entrambe le ruote prendi ancora più velocità invece di rallentare.

Mmmmmm credo sia molto più sicuro vincere la cacarella su un salto fatto bene che non fare un salto fatto male x non avere la cacarella.

Mi trovi d'accordo in linea di massima sullo stacco non proprio verticale, anche se ti cappotti ugualmente se ti viene la cacarella all'ultimo minuto, vedi quel ragazzo l'anno scorso al guardamonte. Però almeno se non ti senti di saltare lo decidi prima e lo copi. Xò sconsiglierei di arrivare lì x saltare e poi decidere all'ultimo di rinunciare.

Premesso che quando si decide di costruire i salti non ho mai visto nessuno controllare la concavità/convessità della zona di atterraggio, ma ci si arrangia con quel che si trova, entrando nello specifico, se la zona è concava chi salta piano (ed il più delle volte è il meno bravo) atterrerà sulla zona di massima pendenza e quindi il salto apparirà decisamente difficile (e io trovo che l'aspetto psicologico sia fondamentale); chi salta più veloce invece atterrerà praticamente sul piatto (con tutte le conseguenze negative del caso) ed anche aumentando la velocità sarà sempre più su pendenze minori (sempre più piatto) oltre che avere variazioni di lunghezza del salto poco apprezzabili.
Senza contare che se sbagli leggermente la distribuzione dei pesi e inizi a cadere coll'anteriore rischiando l'impuntata, la pendenza che aumenta segue il tuo progressivo ribaltamento, mentre se la pendenza diminuisce, più vai veloce e più avrai la probabilità di ribaltarti.
Allego immagini esplicative

Relativamente al cappottamento, il salto così come da immagini l'ho costruito a casa mia al vul (http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=26841&page=7) ed ha funzionato per un bel pò di tempo senza che nessuno si cappottasse.

Questione cacarella: credo che sia fondamentale e mi spiego. Credo che buona parte della buona riuscita del salto stia nella fiducia che si ha nelle proprie capacità. Se quindi il salto non ti intimorisce ma appare più semplice di quello che è tanto meglio. Domenica scorsa sull'ultimo saltino alto circa 20 cm ho visto anche i meno bravi (tra cui sicuramente me) impegnarsi per cercare di migliorare, mentre sui gradini più impegnativi provano solo alcuni. La paura si vince iniziando da cose semplici e progredendo su salti sempre più grandi. Credo che iniziare dai salti più difficili sia un ottimo sistema per finire al reparto ortopedia.

Infine sulla possibilità di rinunciare all'ultimo costruendo i salti in maniera comunque "copiabile", credo che tutti riconosceranno che è meglio avere la possibilità di rinunciare all'ultimo momento, piuttosto che avere solo la possibilità di cappottarsi
 

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sc-addict

Biker augustus
12/5/05
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valle staffora
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Premesso che quando si decide di costruire i salti non ho mai visto nessuno controllare la concavità/convessità della zona di atterraggio, ma ci si arrangia con quel che si trova, entrando nello specifico, se la zona è concava chi salta piano (ed il più delle volte è il meno bravo) atterrerà sulla zona di massima pendenza e quindi il salto apparirà decisamente difficile (e io trovo che l'aspetto psicologico sia fondamentale); chi salta più veloce invece atterrerà praticamente sul piatto (con tutte le conseguenze negative del caso) ed anche aumentando la velocità sarà sempre più su pendenze minori (sempre più piatto) oltre che avere variazioni di lunghezza del salto poco apprezzabili.
Senza contare che se sbagli leggermente la distribuzione dei pesi e inizi a cadere coll'anteriore rischiando l'impuntata, la pendenza che aumenta segue il tuo progressivo ribaltamento, mentre se la pendenza diminuisce, più vai veloce e più avrai la probabilità di ribaltarti.
Allego immagini esplicative

Relativamente al cappottamento, il salto così come da immagini l'ho costruito a casa mia al vul (http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=26841&page=7) ed ha funzionato per un bel pò di tempo senza che nessuno si cappottasse.

Questione cacarella: credo che sia fondamentale e mi spiego. Credo che buona parte della buona riuscita del salto stia nella fiducia che si ha nelle proprie capacità. Se quindi il salto non ti intimorisce ma appare più semplice di quello che è tanto meglio. Domenica scorsa sull'ultimo saltino alto circa 20 cm ho visto anche i meno bravi (tra cui sicuramente me) impegnarsi per cercare di migliorare, mentre sui gradini più impegnativi provano solo alcuni. La paura si vince iniziando da cose semplici e progredendo su salti sempre più grandi. Credo che iniziare dai salti più difficili sia un ottimo sistema per finire al reparto ortopedia.

Infine sulla possibilità di rinunciare all'ultimo costruendo i salti in maniera comunque "copiabile", credo che tutti riconosceranno che è meglio avere la possibilità di rinunciare all'ultimo momento, piuttosto che avere solo la possibilità di cappottarsi

Inutile repicare a delle convinzioni così radicate.

Spero almeno che continueremo a fare come finora, il passaggio facile e a fianco quello un pochino più impegnativo.
 

lembokid

Biker infernalis
26/10/04
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casale monferrato (al)
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Bike
Jeffsy
Premesso che quando si decide di costruire i salti non ho mai visto nessuno controllare la concavità/convessità della zona di atterraggio, ma ci si arrangia con quel che si trova, entrando nello specifico, se la zona è concava chi salta piano (ed il più delle volte è il meno bravo) atterrerà sulla zona di massima pendenza e quindi il salto apparirà decisamente difficile (e io trovo che l'aspetto psicologico sia fondamentale); chi salta più veloce invece atterrerà praticamente sul piatto (con tutte le conseguenze negative del caso) ed anche aumentando la velocità sarà sempre più su pendenze minori (sempre più piatto) oltre che avere variazioni di lunghezza del salto poco apprezzabili.
Senza contare che se sbagli leggermente la distribuzione dei pesi e inizi a cadere coll'anteriore rischiando l'impuntata, la pendenza che aumenta segue il tuo progressivo ribaltamento, mentre se la pendenza diminuisce, più vai veloce e più avrai la probabilità di ribaltarti.
Allego immagini esplicative

Relativamente al cappottamento, il salto così come da immagini l'ho costruito a casa mia al vul (http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=26841&page=7) ed ha funzionato per un bel pò di tempo senza che nessuno si cappottasse.

Questione cacarella: credo che sia fondamentale e mi spiego. Credo che buona parte della buona riuscita del salto stia nella fiducia che si ha nelle proprie capacità. Se quindi il salto non ti intimorisce ma appare più semplice di quello che è tanto meglio. Domenica scorsa sull'ultimo saltino alto circa 20 cm ho visto anche i meno bravi (tra cui sicuramente me) impegnarsi per cercare di migliorare, mentre sui gradini più impegnativi provano solo alcuni. La paura si vince iniziando da cose semplici e progredendo su salti sempre più grandi. Credo che iniziare dai salti più difficili sia un ottimo sistema per finire al reparto ortopedia.

Infine sulla possibilità di rinunciare all'ultimo costruendo i salti in maniera comunque "copiabile", credo che tutti riconosceranno che è meglio avere la possibilità di rinunciare all'ultimo momento, piuttosto che avere solo la possibilità di cappottarsi

forse, piuttosto che costruire un salto unico, sarebbe meglio iniziare con una terna di salti dai trenta ai sessanta centimetri con il landing in leggera discesa, diciamo una quindicina di gradi di pendenza, dove fare pratica.
il trenta e il 45 di altezza sono copiabili senza troppi rischi e pericoli anche se ad angolo retto, e quando ci si sente sicuri si passa al 60.
costruire i salti in legno, realizzando strutture relativamente leggere e riposizionabili sul terreno fino a trovare il landing ottimale sarebbe una buona via per procedere ma, lo so, non sempre attuabile.
imparare a saltare con sicurezza richiede tempo e sono meglio 10 sessioni di mezz'ora in un mese che 10 ore in un giorno.
il salto "per tutti" ha un landing ripido, direi dai 30 ai 45 gradi e soprattutto piuttosto lungo per permettere a chi va veloce di avere tempo e modo di atterrare correttamente.
di sicuro è un salto che mette strizza perchè solo sulla sommità dello stacco si riesce a vedere dove si andranno a mettere le ruote quando si atterra, ma il segreto sta nel cercare di acquisire sicurezza un po per volta, procedendo per gradi.
detto tra noi il tuo progetto con landing a dorso di mulo...mah...non so.
 

sc-addict

Biker augustus
12/5/05
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valle staffora
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forse, piuttosto che costruire un salto unico, sarebbe meglio iniziare con una terna di salti dai trenta ai sessanta centimetri con il landing in leggera discesa, diciamo una quindicina di gradi di pendenza, dove fare pratica.
il trenta e il 45 di altezza sono copiabili senza troppi rischi e pericoli anche se ad angolo retto, e quando ci si sente sicuri si passa al 60.
costruire i salti in legno, realizzando strutture relativamente leggere e riposizionabili sul terreno fino a trovare il landing ottimale sarebbe una buona via per procedere ma, lo so, non sempre attuabile.
imparare a saltare con sicurezza richiede tempo e sono meglio 10 sessioni di mezz'ora in un mese che 10 ore in un giorno.
il salto "per tutti" ha un landing ripido, direi dai 30 ai 45 gradi e soprattutto piuttosto lungo per permettere a chi va veloce di avere tempo e modo di atterrare correttamente.
di sicuro è un salto che mette strizza perchè solo sulla sommità dello stacco si riesce a vedere dove si andranno a mettere le ruote quando si atterra, ma il segreto sta nel cercare di acquisire sicurezza un po per volta, procedendo per gradi.
detto tra noi il tuo progetto con landing a dorso di mulo...mah...non so.

Non voglio x forza costruire cose paricolarmente difficili, nè tantomeno pericolose .... anzi, Otif, Decif e Sooth sanno bene che ho criticato alcune cose costruite al Guardamonte che secondo me non danno spazio ad errori, xò un salto a dorso di mulo, a meno che lo stacco non sia di pochi cm di altezza, è pericoloso. Guistamente come dici tu il landing è inclinato e lungo, e - aggiungo io - alla fine spiana. In questo modo puoi evitare che la bici prenda velocità dopo l'atterraggio e riesci a riprenderla. E' vero che più salti lungo e più atterri sul piano, ma più vai lungo e più vai veloce e meno senti l'impatto alto-basso, cosa che invece senti parecchi se vai piano. I salti della pista nuova di caldirola - tolto quello della strda dove hanno spaccato più di una bici - sono un ell'esempio di salti fatti bene, che presi alla loro velocità neanche ti accorgi quando atterri. Finora nel sasso cavallo abbiamo fatto, uno di fianco all'altro, il salto un pochino più difficile e quello un pochino più facile. Così vorrei continuare a fare. Tra l'altro nel nuovo sentiero c'è giusto un punto dove si può fare un saltino a dorso di mulo, da copiare per i più, me compresa, e da bunnyhoppare atterrando sul dorso di mulo x quelli più buoni, cosa che avendolo a disposizione conto di imparare a fare. C'è anche un punto dove verrebbe molto bene un salto con gap e ci sono diversi punti dove si possono ricavare di lato dei salti fatti con i tronchi che domani vorremmo andare a tagliare. Il tutto lasciando sempre alternative più facili


ah, volontari cercansi

ciao Lembo
 

sc-addict

Biker augustus
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Oggi pomeriggio, così come ieri mattina, trail building.
Grazie a tutti!
Sta nascendo un sentiero spettacoloso, forse la discesa più bella dalle nostre parti ( fosso a parte, naturalmente :0))) ), l'onore della cui scoperta spetta a Ed.
Una bella successione di ripidi, sponde, un paio di salti o 3, un paio di passerelle che devono ancora nascere. Un posto , l'unico dove si dovrebbe pedalare x un po' di metri, in cui si potrebbe mettere una bella altalena per rilanciare
Ieri il lavoro grosso con la motosega di Enrico e le braccia di Ed,Otis e Decif.
Oggi Ed e io abbiamo sistemato la parte più alta, i due ingressi al sentiero e il ripido subito dopo. Poi abbiamo addolcito un p' di sponde che adesso sembrano davvero belle fluide. Ho l'impressione che una volta imparato a farlo in fluidità cu sarà da divertirsi un bel po'
 

Ed il polso

Biker infernalis
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Grazie anche da parte mia a Decif e Otis per il preziosissimo aiuto, ieri il terreno aveva già cambiato consistenza i tratti scivolosi erano spariti e siamo riusciti a rendere percorribile un altro tratto di una trentina di metri, ora rimane solo da costruire il passaggio sospeso tra il muro di pietra e l'albero e poi si può iniziare a girarci per consolidare le tracce. Ecco alcune foto fatte col cellulare quindi sono come sono.
 

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