Opinione Ode ai cartelli per le mountain bike

yura

Redazione
13/2/11
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Varesott
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Orbea Rallon
Se facciamo un parallelo con l'alpinismo, ci sono guide stampate dai vari Club alpini con vie classiche di ogni difficoltà, ma non vuol dire che se fai la Nord dell'Eiger e finisci di sotto, chi ha fatto la guida deve sentirsi responsabile.

giusto hai ragione… ma quelle guide sono fatte per gli alpinisti e non vengono proposte per fare le vie in altro modo, infatti come ho scritto… sentieri dichiaratamente da fare a piedi e non in bike

Mauro mi ha anticipato, era l' esempio che avrei voluto scrivere anch'io, ma ce ne potrebbero essere anche altri.
Non capisco il concetto di "sentieri dichiaratamente da fare a piedi".
Tutti i sentieri naturali (escludiamo ovviamente quelli costruiti per le MTB) sono nati per essere percorsi a piedi ma non per questo non posso o non devono essere percorsi in bici a meno di divieti espliciti che poi ciascuno è tenuto a rispettare secondo coscienza.
C'è poi un discorso di difficoltà o di pericolosità che sono le variabili che, in quanto tali, sono soggettive: ciò che per me è, per esempio, difficile per altri è facile e per altri ancora impossibile. Quando valuto che un passaggio per me è troppo pericoloso lo faccio serenamente a piedi, @iron.mike83 lo fa serenamente in sella.
E' per questo che ci sono le scale di difficoltà S2-S3 S4 ecc.ecc. e dell' esposizione un pò con per l' arrampicata.
Quando leggo una relazione sta a me capire cosa aspettarmi dal percorso, così come sta a me, una volta "sul campo" valutare se scendere in sella o meno, forzare il passaggio o meno.
Questo è valido per la discesa.
Per il portage in salita invece credo che ci sia meno da menarsela: non ti va di spallare ? Benissimo, o trovi una salita alternativa o cambi itinerario, che problema c'è ? L' importante è che ci sia scritto che c'è del portage, tanto, un pò, o qualche breve tratto...basta dirlo.
E' ovvio che la chiarezza e l' obiettività nella stesura della relazione è auspicabile, se scrivo salita pedalabile e poi mi ritrovo attaccato ad una parete con la bici in spalla il relatore è da prendere a badilate ma non credo proprio ci sia mai stato nessuno che ha fatto ciò. Possono esserci differenti livelli di biker per cui magari c'è chi riesce a pedalare tratti che altri devono fare spingendo la bici ma, anche qui, non vedo dove sia il problema.
 
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Pietro.68

...estiqaatsi...
14/9/10
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nel medio Brenta
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due...
Diciamo che bisogna un attimo precisare questo concetto secondo la realtà del diritto...: in realtà il proprietario del fondo "dominante" ha l'onere di mantenere percorribile il sentiero che è gravato dall'onere della servitù, quindi in un certo modo deve mantenerlo lui "agibile" quantomeno e ciò perchè comunque ne ususfruisce di quella servitù, fatto salvo che non ci sia un accordo contrattualizzato che ribalti l'onere..
Guarda che è esattamente quello che ho scritto io. E non esiste la "realtà del diritto". Esiste "il diritto" che è regolato dal C.C.
 

cavanenghi

Biker tremendus
28/9/07
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Tortona (AL)
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norco range+specialized sx
Guarda che è esattamente quello che ho scritto io. E non esiste la "realtà del diritto". Esiste "il diritto" che è regolato dal C.C.
....."realtà" che differisce dalle "leggende" narrate in nome del diritto...questo intendevo...
...e poi il concetto che era stato tralasciato e che conta molto è il concetto di proprietario del "fondo dominante" ...calma e sangue freddo...
 

hal

Biker serius
22/3/05
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saronno
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cavolo... ci sono già 7 pagine di commenti...mentre me li rileggo, vi giro un paio di constatazioni:
  • in Australia (Brisbane nello specifico), i trail sono anche registrati in googlemaps. quindi se chiedete indicazioni, automaticamente vi inserisce i trail più comodi, senza il bisogno andarseli a cercare. credo che siano gestiti da ente pubblico, ma non sono sicuro al 100%.
  • appena concluso il TMB. i nostri colleghi svizzeri mettono il cancelletto che si chiude da solo anche quando si attraversano le zone di pascolo, così non ci si deve fermare per scavalcare il filo, oltre ad essere molto più visibile in discesa.
  • appena rientrato in Italia, mi sono trovato in val Ferret chiusa, senza nessuna indicazione, nessun percorso alternativo. il poliziotto di turno (che anche lui ci mette la faccia, ma poco può fare) mi riferisce al sito web del comune. ci ho messo mezza giornata per trovare l'ordinanza nell'albo pretorio con la cartina dei percorsi proibiti
  • nota post rilettura, visto che si parla anche di percorsi validati o meno: faccio una piccola pubblicità mandando un saluto allo sviluppatore di Komoot che si è sparato il TMB per validare la traccia.
IMHO:
- siamo il paese dell'ufficio complicazioni affari semplici. un'infinità di processi, enti, attori coinvolti, nessuno sa cosa dovrebbe fare
- il tutto è appositamente costruito per pararsi il sedere, perché ci sarà sempre qualche cretino che scarica le proprie colpe su qualcuno (tipo qualche somaro che si fa male e fa causa al comune perché non ha chiuso il sentiero. aggiungo....e magari il comune per evitare rogne ha chiuso altri sentieri, ma non ha fatto riparare un "gard rail rotto" da qualche altra parte)

PS
prometto che recupero la discussione e mi ritratterò hehehe:-o
riletto tutto!
un paio di aggiunte
 
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Biker novus
16/11/14
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Yt industry jefsy 29
Vado un po contro corrente e mi chiedo se sia proprio necessario riempire di cartelli le montagne, e non dico in particolare per la mtb, ma anche per l'escursionismo e qualsiasi altra attività.
In questo modo si esalta solamente il gesto tecnico sportivo ma si mortifica la conoscenza dell'ambiente, del territorio, della capacità di orientamento e pianificazione degli itinerari.
Inoltre la segnalazione di tutti gli itinerari, anche di elevata difficoltà, non porta necessariamente ad una maggiore sicurezza, anzi può indurre persone meno preparate a seguire i cartelli, senza essere coscienti delle difficoltà che si incontreranno.
Buone pedalate a tutti.
 
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Mauro-TS

Biker d'acqua dulza
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Spectral 29 LTD
Vado un po contro corrente e mi chiedo se sia proprio necessario riempire di cartelli le montagne, e non dico in particolare per la mtb, ma anche per l'escursionismo e qualsiasi altra attività.
In questo modo si esalta solamente il gesto tecnico sportivo ma si mortifica la conoscenza dell'ambiente, del territorio, della capacità di orientamento e pianificazione degli itinerari.
Inoltre la segnalazione di tutti gli itinerari, anche di elevata difficoltà, non porta necessariamente ad una maggiore sicurezza, anzi può indurre persone meno preparate a seguire i cartelli, senza essere coscienti delle difficoltà che si incontreranno.
Buone pedalate a tutti.
In Svizzera è dal 1934 che si segnalano i sentieri in modo omogeneo e strutturato su scala nazionale e (modestamente) è uno degli aspetti più apprezzati del nostro territorio, sia dai turisti, sia dai residenti.
Cartelli ai bivi, marcatura sul terreno e tempi di percorrenza adatti ai più, significano anche sicurezza.

Dici: "si esalta solamente il gesto tecnico sportivo ma si mortifica la conoscenza dell'ambiente, ecc." questa é una tua personale opinone (e di alcuni Strava-ccati KOMisti ;-) ) e non un assioma! Andare per sentieri non è solo sport, ma soprattutto svago.
Infatti, è vero il contrario, poiché invoglia la gente comune a scoprire il territorio in sicurezza, magari appassionadosi.
Non tutti sono avvezzi a mappe, orientamento e pianificazione degli itinerari e, un aiuto in questo senso, è molto gradito a molti poiché nessuno "nasce imparato".

Just my 2 cents.
 

Fermo80

Biker scrausissimus
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Scarsa
Più che altro, sapere dove si sta andando non ha mai fatto male a nessuno, in nessun caso.
Giro da una vita in montagna, conosco l'ambiente, so pianificare e so persino usare una cartina...cartacea senza il bisogno di metterla ad azimut per capire da che parte girare :-|, ma se al bivio mi scrivono "per di qua se vuoi andare di qua", magari con un tempo "CAI" (e non da trail runner come sulle orobie bergamasche) a me schifo non fa.

Anzi...ieri ho fatto un giro che esiste solo sulla cartografia (online). Ero perplesso e, per dirla alla Cangini, i fatti mi hanno cosato: una discesa di merda (preciso che ero a piedi, non in bici). Ma in ogni caso giù ci sono arrivato, pur a costo di qualche colorita imprecazione. Siccome però la traccia non è segnata (inteso come segnavia) e non ci sono cartelli, la percorrenza è ovviamente a mio rischio e pericolo.
Sull'altro versante ci sono invece almeno quattro cartelli che dicono che il sentiero che si va a fare è alpinistico per escursionisti esperti. Ovvero un giro tra creste e cenge larghe, non particolarmente esposte, non difficili e con due tratti con fune metallica che fa più da supporto morale che altro.
Quindi direi che nel caso in oggetto i cartelli riducono il rischio, non lo aumentano.

Tappezzare la montagna no, ma indicazioni ben messe e ben fatte si, soprattutto per chi non conosce la zona.
 

hal

Biker serius
22/3/05
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saronno
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Vado un po contro corrente e mi chiedo se sia proprio necessario riempire di cartelli le montagne, e non dico in particolare per la mtb, ma anche per l'escursionismo e qualsiasi altra attività.
In questo modo si esalta solamente il gesto tecnico sportivo ma si mortifica la conoscenza dell'ambiente, del territorio, della capacità di orientamento e pianificazione degli itinerari.
Inoltre la segnalazione di tutti gli itinerari, anche di elevata difficoltà, non porta necessariamente ad una maggiore sicurezza, anzi può indurre persone meno preparate a seguire i cartelli, senza essere coscienti delle difficoltà che si incontreranno.
Buone pedalate a tutti.
..potrei anche essere d'accordo con te, nel senso che cmq mi piace programmare il mio giro unendo punti e linee, non sfogliando un catalogo.
Credo che cmq come minimo assoluto dovrebbero indicare i divieti. In loco mi sembra il minimo sindacale. Possibilmente on-line su una piattaforma unica (sogno, ma forse nemmeno tanto...visto che un catasto dei sentieri esiste già, e per lo meno per la Valle d'Aosta è accessibile). altrimenti ogni fesso si ritrova a metà strada con un bel cartello di divieto e tocca tornare indietro. al momento questa indicazione è lasciata al buon cuore degli utenti che aggiornino le piattaforme...
 

Arzi71

Biker superis
15/12/17
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Genova
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SANTA CRUZ Hightower C
Mi soffermo sul seguente passaggio, che da ligure (genovese, per la precisione) e frequentatore abbastanza assiduo dei sentieri del finalese, mi toccava nel vivo:
"Pensavo al Lago di Garda, che vive di turismo sportivo, o a Finale Ligure. Nel secondo caso tentano di appiopparti una guida a pagamento, nel primo è più facile trovare un cartello di divieto che quelli per un sentiero interessante per i biker."
Stavo per commentare di getto (fondamentalmente per confermare il principio) quando è uscito l'articolo, ma ho lasciato perdere.
Poi il caso ha voluto che domenica scorsa mi trovassi a girare in zona Base Nato, e ho notato addirittura che alcuni dei (pochissimi) cartelli che indicano la partenza del trail sono stati rimossi (in particolare ho notato la mancanza del cartello del "Trail del bocion" e di "Neverland", che fino a prima dell'estate erano presenti).
Non se ne capisce il motivo, a pensare bene posso ipotizzare che sia stato fatto perchè in zona c'è un cantiere forestale, anche se poi i trail sono perfettamente percorribili.
Fatto sta che, pur conoscendo abbastanza bene la zona, al bivio sono passato dritto e me ne sono accorto dopo un centinaio di metri...
 

morci

Biker serius
19/6/13
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Presto sulla Maiella ci sarà una rete sentieristica interamente dedicata alla MTB, segnalata con la cartellonistica del parco e manotenuta dalle associazioni.
Ottimo, dici bene che quello è un ente che diceva sempre di no. Sarei però curioso: ci sono percorsi da MTB o si tratta di tracciati "cicloturistici in fuoristrada"?
 

Maiella

Biker Maiellensis
3/2/15
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Maiella/Abruzzo
maiellacultura.blogspot.com
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Black Forest Pro/Whistler Pro by Focus
Ottimo, dici bene che quello è un ente che diceva sempre di no. Sarei però curioso: ci sono percorsi da MTB o si tratta di tracciati "cicloturistici in fuoristrada"?
Si sta lavorando su 2 fronti.
I sentieri cicloturistici hanno goduto di una integrazione territoriale più ampia, ma del tutto sottoposta alle esigenze della tutela. Ad esempio nelle alte cime (monte Amaro, Acquaviva, Murelle, Tre Portoni) é vietato andare in MTB, come rimane il divieto in alcuni luoghi particolari per la presenza di specie da tutelare (soprattutto flora).
Il secondo aspetto, molto interessante, é stato il divieto di fare discese sul territorio del parco, in modo da evitare che si generassero situazioni confusionarie e di pericolo, ma la disponibilità di consentirle ove possibile, con la gestione di figure esperte a cui affidare anche la cura sentieristica (esempio Abruzzo Gravity).
Inoltre lo stesso ente parco ha potenziato la collaborazione con i bike park favorendo operazioni di marketing.
Infine il parco ha riacquistato una cava dismessa per realizzare un bike park che, con tutta probabilità, sarà affidato a privati in convenzione.
Direi niente male.
 

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