Complimenti per le parole....
(rompo la serietà) inseguire il mondo??? dipende se giri verso est o verso ovest
giusto! hai fatto bene a rompere la serietà...ogni tanto fa proprio bene!
Complimenti per le parole....
(rompo la serietà) inseguire il mondo??? dipende se giri verso est o verso ovest
Si in effetti hai ragione..... grazie della precisione...i concetti (relativi ma fino ad un certo punto...) di giusto e sbagliato (o di bene e male) sono una cosa, i gusti personali tutt'altra...
occhio a non confonderli, sono su piani (non solo filosofici) assai diversi....
ciao
Di questi tempi poi..... sento sempre cose negative a lavoro o alla televisione......giobìgiobà;4258692 ha scritto:giusto! hai fatto bene a rompere la serietà...ogni tanto fa proprio bene!
come molte volte succede piccole differenze portano a risultati molto diversi.
Non chiamatemi fratello, non sono della tribù!
Ovvero confessioni occidentali di un biker controcorrente
Sono un ribelle, un miscredente, un misantropo, un estremista. Lo diventai per difendermi dall’idiozia del mio mondo adolescenziale fatto di “paninari” e “baciapile” quando non di “paninari-baciapile” che erano l’universo intero del cattolicissimo liceo della prima cintura nel quale mi ero ritrovato “confinato”.
La Domenica e la montagna erano il mio rifugio. Imparai a conoscere, a scoprire e a gioire della scoperta. In silenzio. Sviluppai le mie regole: antitetiche, lapidarie ed inviolabili.
Così, mentre i miei pii e vestitissimi compagnucci si recavano a frequentissimi ed interminabili ritiri spirituali (ero l’unico a non andare) per compiacere l’ecclesiastico corpo docente io vagavo per boschi e pendii, fiero di rivendicare il mio diritto a farmi i cazzi miei almeno la domenica, con o senza il beneplacito di Dio, e forse perfino disposto a sopportare che per questo qualche suo ministro della fede provvedesse ad interrogarmi puntualmente ogni lunedì dovendo farmi scontare il mancato incasso della mia confessione -invariabilmente incentrata sul numero di volte in cui uno si “toccava” nella settimana- prima della messa serale di fine ritiro.
Avendo legato il concetto di montagna a una scelta esistenziale, il mio approccio diventò elitario, estremista, selettivo. Essa era diventata una sorta di luogo sacrale dove si affermava la mia indipendenza dalle regole della società civile. Parallelamente a questa visione -distorta o meno che fosse e sia- si sviluppava la mia idiosincrasia per tutto quanto di “urbano” il turista della domenica volesse portare sulla montagna: la 127 da lavare in riva al torrente, le radio, i palloni da calcio, i tavolini delle orde barbariche che infestavano i prati armate del più spaventoso ordigno che il “merendero” anni ’80 fu capace di inventare: “il pizzamatic”, una specie di bomba a gas spalleggiabile e in genere utilizzata per cucinare en plein air caponate,pizze,”milinzani” e quant’altro. Alla stessa stregua motociclisti, fuoristradisti e quanti non riuscivano ad accontentarsi di stare per un attimo in silenzio ma dovevano portarsi fin lassù un qualunque sonoro ricordo del mondo civile quasi a scongiurare il latente pericolo di dover ascoltare per un attimo i loro pensieri a causa dell’assenza di rumore.
Già…alla montagna ci si può adattare come facevano i pastori o portarci per qualche ora la propria più o meno invasiva e discutibile civiltà.
Gli anni, è ovvio, limano un po’ gli spigoli, ma quegli stessi pensieri non mi abbandonano mai del tutto nel vedere che la montagna è sempre più fruita in modo consumistico e sempre più in tale modo si cerca di venderla a masse via via crescenti.
Per questo abbiamo fior di riviste a celebrare le gesta di “truzzetti” stranieri di indiscutibile bravura vestiti per “far tendenza” più che sport…per uniformarsi a questi e sembrare altrettanto bravi occorrerà calarsi completamente nella parte prevista e canonizzata: il biker si vestirà adeguatamente, userà con proprietà lo “slang” caratteristico, ascolterà musica in linea con il trend più o meno adrenalinico di quanto applicato sul campo, in una specie di continua e precisa adesione al “manifesto ideologico” che sancisce i requisiti minimi per essere parte della tribù.
Se sarete dei “dirtisti” o dei “friraider” da “baikpark” allora vi toccherà avere sempre in cuffia o in amplificazione tipo stadio la tecno o un miscuglio di suoni,rumori & rutti tipo rap…anche se vi trovate al margine di un bosco, anche se sarete in un posto nel quale, per una volta, varrebbe la pena di aver dimenticato a casa il frastuono della civiltà insieme all’improbabile guardaroba fatto di cappellini di lana da calcare sugli occhi e di braghe dal cavallo troppo basso per pensare davvero di poterci cavalcare una bicicletta.
La teoria del “requisito minimo” per essere omologato al volere modaiolo tribale mi sconvolge così come la promozione di tutti quegli enti (commerciali e istituzionali) che cercano, attraverso lo stesso tipo di immagini evocative, di proporre al grande pubblico la montagna esclusivamente come un “terreno di gioco” senza voler nemmeno prendere in considerazione che essa è prima di tutto un ecosistema naturale che talvolta reca tracce importanti di culture e civiltà umane passate la cui “esplorazione” potrebbe avere perlomeno un “valore aggiunto” per l’offerta turistica.
L’approccio consumistico svilisce la montagna. Un pendio alpino non può e non deve essere posto alla stregua di una rampa da allenamento piazzata in un sordido contesto suburbano con il doveroso contorno di graffiti di varia natura e con l’immancabile filodiffusione di suoni, rumori & rutti sempre troppo sonora.
Il marketing consumista cerca il grande numero, l’economia di scala, l’ottimizzazione delle risorse, l’industrializzazione del processo produttivo dell’offerta.
Il grande numero è inversamente proporzionale alla fatica necessaria.
Il grande numero è inversamente proporzionale alla qualità dell’offerta.
Il grande numero conterrà per postulato un numero più elevato di idioti.
La montagna non è fatta per i grandi numeri, se io piscio contro un larice non succede niente, se ci pisciamo in cinquecento il larice muore.
Volenti o nolenti progresso porterà sempre più persone in montagna con sempre meno fatica e queste saranno sempre meno preparate a rapportarsi con l’ambiente naturale in quanto sempre meno disposte a sacrificare qualcosa per conoscerlo.
Si consoliderà sempre di più la figura indefinita di un “eroe della domenica globale”, abbigliato con schinieri e corazze al pari di un principe acheo, combatterà su cavalcature ipertecnologiche le sue “battaglie” su pochi campi universalmente riconosciuti idonei da un grande numero di guerrieri e potrà comodamente rifocillarsi concludendo le sue tenzoni sulle terrazze di altrettanti ristori strategicamente posti alla fine di ogni discesa ove, indipendentemente che egli si trovi a Whistler mountain o in Valle di Susa, gli verrà servito lo stesso cheese-burger con le stesse patatine fritte perché la cultura del territorio, come è noto, si fa anche a tavola e perché a questo tipo di eroe fregherà sempre meno della cultura e delle tradizioni del posto che avrà la fortuna di ospitare le sue luminose gesta.
Niente di male, è economia. Però mi spiace che montagne come le mie, ricche di storia, di tradizioni ,di limpidi esempi di indipendenza politico-culturale e della possibilità di raccontare una parte di tutto ciò attraverso i loro sentieri abiurino ancora una volta qualsiasi riferimento alla loro peculiarità territoriale volendo presentarsi al grande pubblico soltanto come una trentina di percorsi attrezzati (campi di battaglia?) per eroi della domenica utili in fondo per scendere senza perdersi sulla cassa un qualche anonimo fast food d’alta quota.
E’ vero che infondo andiamo tutti in bicicletta, ma nessuno mi chiami fratello, non sono della tribù.
Vostro
Bikerciuc
invidio ogni singolo minuto di questa tua serata "diversa".. grazie per la tua testimonianza o-oultimamente sono stato incasinato ed ho avuto poco tempo per leggere il forum...
l'anticonformismo, lo si disse gi?scorrendo con il buon pippixe, c'entra poco con la discussione...
c'entra di piu' l'individualismo, il difendere, come illustra Scr1, la propria visione fino a spaccarsi le gambe, i polmoni ed il cuore su di una montagna che, intesa cosi', rimane (per fortuna aggiungo io) terreno di gioco di pochi.
L'altra sera salivo sulla pista innevata che porta al rifugio gestito da un mio amico... il buio, il crocchiare delle kenda sulla neve dura sotto e coperta da un dito di farina fresca...
sono in bici, d'inverno, di notte a 2000metri... sono un c......e forse, ma mi sto divertendo come un bambino, nonostante sia da solo e nonostante la fatica... non c'seggiovia, armatura, sospensione o altra diavoleria che cambierei con l'emozione di vedere quei due caprioli che esterrefatti guardano questo strano animale sbuffare su dalla salita... io e loro, fratelli sotto il cielo...poi un piatto di polenta calda ed un bicchiere di vino nel rifugio mentre un mondo lontano se ne va a fare in culo annegando nelle sue schifezze...laggi?ndo alla valle.
ultimamente sono stato incasinato ed ho avuto poco tempo per leggere il forum....
ultimamente sono stato incasinato ed ho avuto poco tempo per leggere il forum...
l'anticonformismo, lo si disse gi?scorrendo con il buon pippixe, c'entra poco con la discussione...
c'entra di piu' l'individualismo, il difendere, come illustra Scr1, la propria visione fino a spaccarsi le gambe, i polmoni ed il cuore su di una montagna che, intesa cosi', rimane (per fortuna aggiungo io) terreno di gioco di pochi.
L'altra sera salivo sulla pista innevata che porta al rifugio gestito da un mio amico... il buio, il crocchiare delle kenda sulla neve dura sotto e coperta da un dito di farina fresca...
sono in bici, d'inverno, di notte a 2000metri... sono un c......e forse, ma mi sto divertendo come un bambino, nonostante sia da solo e nonostante la fatica... non c'seggiovia, armatura, sospensione o altra diavoleria che cambierei con l'emozione di vedere quei due caprioli che esterrefatti guardano questo strano animale sbuffare su dalla salita... io e loro, fratelli sotto il cielo...poi un piatto di polenta calda ed un bicchiere di vino nel rifugio mentre un mondo lontano se ne va a fare in culo annegando nelle sue schifezze...laggi?ndo alla valle.
giobìgiobà;4475374 ha scritto:... ma mi viene da dire che il fondo della valle è davvero molto vicino e che, insieme a tutto il mondo, a fare in culo ci stiamo andando tutti...
Ho il presentimento che tu gi?o conosca, ma per non sbagliare te lo segnalo ugualmente: [url]http://www.ilventofailsuogiro.com/[/URL]
... sono un c......e forse, ma mi sto divertendo come un bambino
e come non darti ragione, momenti di illusoria evasione, ma momenti degni di esser vissuti....il tuo presentimento era corretto...
......
L'illusione, forse legittima, forse no, è di poter salire lassù per 'rubare' qualche minuto, qualche ora o qualche giorno ai pensieri di 'fondovalle' con cui tutti dobbiamo fare i conti alla fine del sentiero che ci riporta giù.
e però la mattina dopo che faccia addormentata che avevi al parcheggio dopo la discesa quando ci siamo incrociati...mentre noi partivamo per skialp!