Ho seguito il post dallinizio e ora dico la mia
Mi sembra che il post di bikerciuc partisse dai comportamenti di una certa categoria di persone - la tribù piuttosto conformisti (il linguaggio, labbigliamento, le
protezioni che fanno tanto warrior) e nella massificazione del divertimento, che vede nella montagna solamente un luogo in cui per ragioni morfologiche è possibile giocare con la forza di gravità. Per questultimo punto, la responsabilità è evidentemente nella diffusione dello sci alpino, grazie al quale sono stati perpetrati immensi scempi degli ultimi 60 anni, la bike (gravity o meno) è una goccia in confronto.
Cionondimeno la sua diffusione dovrebbe comunque avvenire in modo più intelligente e meno devastante di quanto fatto per lo sci. Su questultimo punto e sull utopia di cui si parla, temo che dovremmo aspettare ancora molto, siamo solo ai primordi di una coscienza ambientale diffusa. Anche i saggi montanari che hanno realizzato le mulattiere che noi tanto amiamo, se avessero potuto invece fare strade asfaltate, teleferiche e usare mezzi a motore per alleviare la fatica, lo avrebbero sicuramente fatto, fregandosene bellamente dellimpatto ambientale! Ma non perché fossero malvagi ma semplicemente perché non lo concepivano. Ed infatti il territorio è stato poi (s)venduto ai cementificatori.
E che dire delle strade militari e delle fortezze in alta quota che proprio in Val di Susa rappresentano un patrimonio storico splendido, da percorrere ed esplorare in bici: per fortuna le hanno fatte nell800, quando avevano solo muli, dinamite e picconi, se avessero avuto i bulldozer invece di strade bianche e opere in pietra ci troveremmo vette spianate, autostrade e bunker di cemento a 3000mt! (ed infatti le ultime opere degli anni 30 sono in cemento)
Detto questo, confermo che anchio vado 1 o 2 volte lanno nei bikepark, e dinverno qualche volta vado a sciare in pista. Ma per la stragrande maggioranza frequento la montagna a pedali, ciaspole, pelli, scarponi, ramponi e qualche volta scarpette, magnesite e corda.
E a mia figlia cerco di insegnare che non abbiamo un pianeta di ricambio