News MTB in Trentino: divieti!

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Domingosh

Biker meravigliosus
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i trentini vanno diritti per la loro folle strada dei divieti:


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quello che trovo folle, letto di getto, è la deroga dell'uso di detti sentieri per uso agonistico
Se lo scopo di chiusura è l'erosione dei tracciati e l'uso prevalente agli escursionisti a piedi (dicesi pedoni), questa è una deroga che non sta ne in cielo ne in terra!!!
Sul resto, che dire...somma tristezza: chi non ha mai fatto escursionismo a pedali non può capire quanto poco sia a non impatto ambientale la mtb, fatta con i dovuti crismi, proprio del turista cicloescursionista che si muove con le proprie coperture della propria mtb, invece che con le suole dei propri scarponi
 

SHREK

Biker perfektus
A me quello che pare oggettivamente ridicolo è la frase "Vista la rilevanza del danno ambientale causato al territorio dalla predetta circolazione". Se lo scopo della legge fosse la tutela del territorio allora dovrebbero vietare anche il transito escursionistico alle migliaia e migliaia di persone che si recano ai vari rifugi (specie nel Brenta). Ma come si sa, i bikers consumano poco, soprattutto nei rifugi e magari a qualcuno potrebbero risultare antipatici.......
 

marco

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Ma come si sa, i bikers consumano poco, soprattutto nei rifugi e magari a qualcuno potrebbero risultare antipatici.......

stai scherzando vero?
Chiedi agli albergatori che si trovano su una qualsiasi transalp route per sapere che i clienti migliori sono i biker, che hanno sete e fame, e non i pedoni ultracentenari che bevono un bicchiere di acqua del rubinetto e poi vanno a letto.
 

SHREK

Biker perfektus
Ed ecco cosa dice la legge regionale del Veneto:

Art. 4 - (Disciplina della circolazione).
1. Nelle strade silvopastorali e nelle aree assimilate di cui all'art. 2 è vietata la circolazione dei veicoli a motore, fatta eccezione per i mezzi impiegati nei lavori agricoli e forestali, di vigilanza e antincendio, di assistenza sanitaria e veterinaria, per i mezzi dei proprietari dei fondi, dei titolari di altri diritti reali, degli affittuari e dei locatari di immobili situati nel territorio servito della strada, limitatamente al tratto più breve necessario a raggiungere tali immobili, nonché per i mezzi di chi debba transitare per motivi professionali. I mezzi devono essere muniti di apposito contrassegno rilasciato dai Comuni su modello approvato con deliberazione della Giunta regionale riportante gli estremi di identificazione del veicolo.
2. I divieti di circolazione previsti al comma 1 non si applicano ai veicoli delle persone con limitata capacità di deambulazione, purché muniti del contrassegno approvato con decreto ministeriale 8 giugno 1979.
3. Il divieto di circolazione nelle strade silvopastorali di cui al comma 1 dell'art. 2 è reso noto al pubblico mediante l'apposizione di un segnale stradale di divieto di transito riportante gli estremi della presente legge, che può essere integrato da idonea barriera fissa disposta a cura del proprietario del fondo od eventuale ente gestore.
4. L'apposizione del segnale di divieto per le strade esistenti è a carico delle Comunità montane o delle Province per i territori di competenza le quali vi provvedono entro il termine di 180 giorni dalla data di individuazione dell'elenco di cui all'art. 3. Per le strade di nuova costruzione la tabellazione è a carico del proprietario.
5. La manutenzione, sostituzione o reintegrazione delle tabelle è a carico del proprietario. La Giunta regionale, con propria deliberazione, approva il modello del segnale di divieto.
6. I velocipedi possono circolare sulle strade silvopastorali e sulle aree assimilate di cui all'art. 2 ad eccezione dei prati, dei pratipascoli, dei boschi, dei tracciati delle piste da sci, degli impianti di risalita e dei sentieri alpini come definiti all'art. 9 della legge regionale 18 dicembre 1986, n. 52 . (4)
7. Nelle aree assimilate di cui al comma 2 dell'art. 2, fermo quanto previsto al comma 6, ulteriori limitazioni alla circolazione dei velocipedi possono essere disposte con ordinanza del Sindaco motivata in relazione al pregiudizio per la tutela ambientale. (5)
 

SHREK

Biker perfektus
stai scherzando vero?
Chiedi agli albergatori che si trovano su una qualsiasi transalp route per sapere che i clienti migliori sono i biker, che hanno sete e fame, e non i pedoni ultracentenari che bevono un bicchiere di acqua del rubinetto e poi vanno a letto.

Sulle transalp probabilmente è vero ma su tutti gli altri sentieri? Io personalmente mi porto al seguito due cosette e poi mi faccio una birrazza in fondovalle.... nei rifugi mi è capitato di rado di mangiare.... al massimo un caffe (chiedi a McMic).
 

marco

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Diverse
Sulle transalp probabilmente è vero ma su tutti gli altri sentieri? Io personalmente mi porto al seguito due cosette e poi mi faccio una birrazza in fondovalle.... nei rifugi mi è capitato di rado di mangiare.... al massimo un caffe (chiedi a McMic).

se togli i rifugi che si raggiungono in funivia - e che quindi sono pieni di merenderos ergo di Sattini - il pubblico degli altri è identico, sia che gli avventori siano a piedi che in bici: escursionisti che muovono le chiappe. Che poi uno si porti dietro i panini e l'altro si mangi un piatto di pasta non fa differenza. I veri rifugi non ti danno grande scelta a livello di menu. Se cominci a trovare polenta e funghi per 10 euro vuol dire che hai sbagliato strada
 

IddoCop

Biker grossissimus
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Ma come si sa, i bikers consumano poco, soprattutto nei rifugi e magari a qualcuno potrebbero risultare antipatici.......


...è da circa 3-4 anni che il nostro gruppo ha cambiato il modo di andare a fare escursioni in mtb, ossia se prima si partiva con tutto dietro (vettovaglie) ora i nuovi itinerari li scegliamo in base al Rifugio o malga dove si può mangiare bene. Si abbiamo cambiato atteggiamento e devo dire che è molto meglio, ossia se prima si arrivava in cima e si mandavano giù un paio di panini per poi ripartire subito per continuare a pedalare, ora invece i tempi della giornata si sono allungati e devo dire che il giro ce lo gustiamo di più, perchè ci si ferma al Rif./malga, si mangia in compagnia seduti ad un tavolo, ci si racconta i panorami che abbiamo appena attraversato, le varie tecniche di salite che ognuno ha fatto e ci si fa quattro risate prendendo in giro il Biker di turno :smile:
Oramai nei Rifugi/malghe ci conoscono e tante volte rimaniamo anche in contatto via @mail e in qualche malga riusciamo anche a prenotare certi tipi di piatti tipici... telefonando il giorno prima.
Tirando le somme posso dire che tra le due modalità di andare a fare escursionismo in mtb, quest'ultimo è molto meglio....si hanno più cose da raccontare e si fanno più amicizie sia tra Biker sia con escursionisti seduti al tavolo vicino oppure incontrati poco prima sul sentiero e poi ritrovati al Rifugio.
Questo è lo spirito che dovrebbe esserci per chi frequenta la montagna sia in Mtb che a piedi....cosi almeno è come la vedo io. :il-saggi:

Stefano
 

monorotula

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...
Questo è lo spirito che dovrebbe esserci per chi frequenta la montagna sia in Mtb che a piedi....cosi almeno è come la vedo io.

Stefano

Al di là che sia o meno lo spirito giusto, è sicuramente quello che alla lunga "paga" in termini di gradimento. Io e i miei soci ci siamo sempre sacrificati per lasciare un buon ricordo presso i ristoratori (spesso gli rimaneva solo quello), che siano rifugi o anche solo i bar presso il luogo di partenza/arrivo. Una buona idea è quella di organizzare dei ritrovi a cadenza fissa, con prenotazione sullo stile: "siamo in 10, se non ci sono divieti o motoraduni veniamo".
 

marzia

Modera_i_tour?
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sondrio
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i trentini vanno diritti per la loro folle strada dei divieti:

quello che mi fa innervosire è la superficialità delle basi "tecniche" di questi divieti: mi pare che non sia propriamente corretto attribuire alla mtb un impatto ambientale su larga scala. o almeno non superiore a quello prodotto dalla pratica di altri sport/attività in montagna.

-se mai avrebbe senso intervenire dove realmente (presumibilmente su scala locale) possano sorgere reali problematiche..-


a me più che di reale provvedimento a tutela dell'ambiente sembra di vedere il solito contentino della nostra valida classe politica al popolo sat...:omertà:
 

Domingosh

Biker meravigliosus
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Al di là che sia o meno lo spirito giusto, è sicuramente quello che alla lunga "paga" in termini di gradimento. Io e i miei soci ci siamo sempre sacrificati per lasciare un buon ricordo presso i ristoratori (spesso gli rimaneva solo quello), che siano rifugi o anche solo i bar presso il luogo di partenza/arrivo. Una buona idea è quella di organizzare dei ritrovi a cadenza fissa, con prenotazione sullo stile: "siamo in 10, se non ci sono divieti o motoraduni veniamo".
siete peggio di Attila:smile::smile:
ricordo ancora la faccia della signora proprietaria del bar ad Ormea quando si vide arrivare 15 assatanati fare colazione....:cucù:
quell'incasso non lo avrà fatto in tutta la sua vita:smile::smile:
 

SHREK

Biker perfektus
se togli i rifugi che si raggiungono in funivia - e che quindi sono pieni di merenderos ergo di Sattini - il pubblico degli altri è identico, sia che gli avventori siano a piedi che in bici: escursionisti che muovono le chiappe. Che poi uno si porti dietro i panini e l'altro si mangi un piatto di pasta non fa differenza. I veri rifugi non ti danno grande scelta a livello di menu. Se cominci a trovare polenta e funghi per 10 euro vuol dire che hai sbagliato strada

Prova ad andare al Brentei d'agosto...e li non ci si arriva in funivia come pure al Tucket o al Pedrotti, questo per quanto riguarda il Brenta. Ti potrei fare una lista lunga una pagina di rifugi (del CAI) dove quando mostri la tessera del CAI per avero lo sconto CHE TI SPETTA ti guardano male. I rifugi, quelli veri intendo, erano nati per dare un punto di appoggio agli alpinisti che si recavano in montagna e poi si sono trasformati via via in semi alberghetti superaffollati. In montagna ci vado da quasi trent'anni, ci faccio escursionismo, ci arrampico, ci faccio scialpinismo ed ora ci vado con la mountainbike. Ho pure aiutato a tempo perso l'ex gestore del rifugio Maria e Franco al passo Dernal. Il rifornimento si faceva ad inizio stagione con l'elicottero e poi a spalla con lo zaino. Capitava che gente ci chiedesse al mattino se c'erano i cornetti caldi o se era arrivato il giornale. Io vado in montagna per andare SULLA MONTAGNA non per andare al rifugio a passarci il weekend con la morosa, non che questo si sbagliato, ma facendo così magari si occupano posti di gente che la montagna volevano scalarla. Se poi capita di dover pernottare in rifugio ovviamente approfitto della cucina, se invece voglio farmi la spanzata di carne e fasoi di certo non la faccio prima di una discesa difficoltosa che spesso e volentieri ho visto solo sulla carta. Di rifugi come dici tu ne sono rimasti ben pochi, ormai hanno fiutato l'affare e poichè la maggior parte lavora tre-quattro mesi l'anno hanno più convenienza ad avere i "merenderos" che gli alpinisti.
 

Perse

Biker orso
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Pipedream Sirius s5
E con l'erosione da parte degli agenti atmosferici come la mettiamo?
Quando piove i sentieri si trasformano in ruscelli....

Insomma, la Mountain Bike sta antipatica. :arrabbiat::arrabbiat:
Una bella manifestazione a Trento, ci vuole proprio... :cucù:
 

sembola

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una nera e l'altra pure
i trentini vanno diritti per la loro folle strada dei divieti:
Facciamocene una ragione, l'unico sistema per combattere questa scemenza sarebbe impugnare le delibere davanti ad un TAR per carenza di motivazione. Che il transito delle mtb porti gravi danni infatti è tutto da dimostrare, peccato che in Italia non ci sia un' associazione di biker capace di fare lobbying e, nel caso, andare davanti ad un giudice.
 

SHREK

Biker perfektus
Facciamocene una ragione, l'unico sistema per combattere questa scemenza sarebbe impugnare le delibere davanti ad un TAR per carenza di motivazione. Che il transito delle mtb porti gravi danni infatti è tutto da dimostrare, peccato che in Italia non ci sia un' associazione di biker capace di fare lobbying e, nel caso, andare davanti ad un giudice.
Quoto. Come motivazione il danno ambientale è alquanto debole.
 

nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
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Ed ecco cosa dice la legge regionale del Veneto:

Art. 4 - (Disciplina della circolazione).
1. Nelle strade silvopastorali e nelle aree assimilate di cui all'art. 2 è vietata la circolazione dei veicoli a motore, fatta eccezione per i mezzi impiegati nei lavori agricoli e forestali, di vigilanza e antincendio, di assistenza sanitaria e veterinaria, per i mezzi dei proprietari dei fondi, dei titolari di altri diritti reali, degli affittuari e dei locatari di immobili situati nel territorio servito della strada, limitatamente al tratto più breve necessario a raggiungere tali immobili, nonché per i mezzi di chi debba transitare per motivi professionali. I mezzi devono essere muniti di apposito contrassegno rilasciato dai Comuni su modello approvato con deliberazione della Giunta regionale riportante gli estremi di identificazione del veicolo.
2. I divieti di circolazione previsti al comma 1 non si applicano ai veicoli delle persone con limitata capacità di deambulazione, purché muniti del contrassegno approvato con decreto ministeriale 8 giugno 1979.
3. Il divieto di circolazione nelle strade silvopastorali di cui al comma 1 dell'art. 2 è reso noto al pubblico mediante l'apposizione di un segnale stradale di divieto di transito riportante gli estremi della presente legge, che può essere integrato da idonea barriera fissa disposta a cura del proprietario del fondo od eventuale ente gestore.
4. L'apposizione del segnale di divieto per le strade esistenti è a carico delle Comunità montane o delle Province per i territori di competenza le quali vi provvedono entro il termine di 180 giorni dalla data di individuazione dell'elenco di cui all'art. 3. Per le strade di nuova costruzione la tabellazione è a carico del proprietario.
5. La manutenzione, sostituzione o reintegrazione delle tabelle è a carico del proprietario. La Giunta regionale, con propria deliberazione, approva il modello del segnale di divieto.
6. I velocipedi possono circolare sulle strade silvopastorali e sulle aree assimilate di cui all'art. 2 ad eccezione dei prati, dei pratipascoli, dei boschi, dei tracciati delle piste da sci, degli impianti di risalita e dei sentieri alpini come definiti all'art. 9 della legge regionale 18 dicembre 1986, n. 52 . (4)
7. Nelle aree assimilate di cui al comma 2 dell'art. 2, fermo quanto previsto al comma 6, ulteriori limitazioni alla circolazione dei velocipedi possono essere disposte con ordinanza del Sindaco motivata in relazione al pregiudizio per la tutela ambientale. (5)
Se non metti l'art. 9 della legge regionale 18 dicembre 1986, n. 52 non si capisce niente!:il-saggi::prost:
 

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una nera e l'altra pure
Hai ragione, questo è quello che ho trovato ieri sera. Appena ho tempo approfondisco, ma il solo fatto che parlino di sentieri mi suona male........

La legge regionale 18 dicembre 1986, n. 52 è stata abrogata, perchè sostituita dalla LR 33 del 04/11/2002;

Articolo 111
Definizione dei sentieri alpini e delle vie ferrate
1. Sono definiti:
a) sentieri alpini, i percorsi pedonali che consentono un agevole e sicuro movimento di alpinisti e di escursionisti in zone di montagna al di fuori dei centri abitati, per l'accesso a rifugi alpini, rifugi escursionistici, bivacchi fissi di alta quota o luoghi di particolare interesse alpinistico, turistico, storico, naturalistico e ambientale;

La formulazione della definizione di sentiero alpino nella legge precedente era leggermente diversa:
Art. 9 - (Definizione dei sentieri alpini e delle vie ferrate)
Agli effetti della presente legge sono:
a) " sentieri alpini ", i percorsi pedonali che consentono un agevole e sicuro movimento di alpinisti e di escursionisti in zone di montagna al di fuori dei centri abitati, per l'accesso a rifugi alpini, rifugi sociali di alta montagna, bivacchi fissi d' alta quota o luoghi di particolare interesse alpinistico, turistico, storico, naturalistico e ambientale, ad altitudine normalmente superiore a 1.000 metri;

E' stato levato il riferimento alla quota lasciando la generica definizione "zone di montagna".
 

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Hai ragione, questo è quello che ho trovato ieri sera. Appena ho tempo approfondisco, ma il solo fatto che parlino di sentieri mi suona male........

Io avevo contattato diverse persone di non ricordo quale assessorato della regione veneto, prima di andare in ferie ad Asiago, e mi avevano confermato il divieto teorico di percorrere im mtb i sentieri oltre i 1000m. Mi avevano anche spiegato che l'obiettivo della legge era quello di fornire preventivamente uno strumento da utilizzare in caso insorgessero dei problemi, ma che al momento non gliene poteva importare a nessuno se le mtb andavano o meno sui sentieri. Infatti non ho mai visto un controllo nè un cartello di divieto.
 

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