Gli alpinisti rinnovano il consiglio e rilanciano sul ruolo dei rifugi e sulla sicurezza in montagna
«Ambiente, vuoto assordante dei politici»
Duro attacco di Franco Giacomoni all'assemblea della Sat
Tante, troppe polemiche. Pochi, anzi zero fatti. La politica trentina sembra disinteressarsi dell'ambiente che è, invece, la risorsa più importante per il Trentino. Non sceglie la strada della diplomazia la Sat, la più grande associazione degli amanti della montagna, per bocciare la politica dei Comuni e della Provincia a favore dell'ambiente. L'accusa, lanciata direttamente dal presidente della società Franco Giacomoni, giunge nel mezzo dell'assemblea dei delegati, svoltasi ieri a Mezzocorona. La Sat, 22.200 soci divisi in 80 sezioni, festeggia l'anniversario numero 134 dalla fondazione e, anziché perdersi nell'autocelebrazione, rilancia il suo impegno: ambiente, rispetto della montagna, sicurezza. Queste le linee guida dell'intervento di Giacomoni. «Molto spesso - attacca il presidente - noi siamo gli unici a parlare di rispetto dell'ambiente. Ma non è possibile che su certi temi solo la Sat e altre associazioni parlino, mentre la politica tace sempre». Il presidente non fa nomi, ma è un dato che all'assemblea di ieri nessun rappresentante è stato invitato. La Sat, ormai, è universalmente riconosciuta come il partito dell'ambiente. Un ruolo che però Giacomoni rifiuta: «Questo non è il nostro compito. Questo è un dovere della politica.In questi anni ho sentito l'ambiente usato per fare politica, ma mai un ragionamento serio sullo sviluppo futuro del nostro territorio». Per dare concretezza alle sue parole ricorda il caso mountain bike. Gli strali della Sat contro l'uso di sentieri di montagna da parte delle due
ruote mise in allarme mezzo mondo, ci furono reazioni forti da parte del settore turistico tedesco, «ma dai politici locali fu silenzio assordante». Il discorso ai 300 delegati (che hanno votato il rinnovo del consiglio) ha toccato anche altri punti. Da una parte il monito affinché i rifugi (34 quelli gestiti dalla Sat, assieme a 12 bivacchi) non siano confusi con alberghi a 5 stelle, ma vengano sempre più intesi come «centri di diffusione del patrimonio alpino»; dall'altra l'esigenza di diffondere la cultura della sicurezza in montagna, specialmente in inverno. Sulla neve, ormai, non ci vanno più solo alpinisti esperti, ma pure dilettanti con le ciaspole o per fare delle passeggiate. La Sat sostiene quindi la necessità di ampliare le conoscenze di tutti sui pericoli in montagna. D.B.