questo è una lettera inviata dall'assessore della provincia di trento al sito ufficiale di un noto team trentino:
Gentile/Caro biker Amico del Trentino, Abbiamo raccolto la Tua/Sua segnalazione assieme a moltissime altre sulla pratica del mountain bike nel nostro territorio; tanti messaggi giunti in particolare da frequentatori della zona del Lago di Garda. Siamo anzitutto felici di questa dimostrazione di interesse ed apprezzamento verso la nostra offerta turistico sportiva: ed assicuro che questo massiccio invio di e.mail, ci impegna anzitutto a lavorare con ancor più precisione ed equilibrio vista la dimostrazione dellimportanza del mountain bike nel Trentino e del gradimento di tanti appassionati. Una premessa importante e poi alcune precisazioni, spero chiare, mirate a rimettere le cose a posto dopo alcune giornate di allarme ingiustificato durante le quali un tam-tam mediatico legato più allemozione del sentito dire che alla realtà dei fatti ha attraversato la rete web. In Trentino nessuno, oggi o domani, deve o dovrà arrendersi ai divieti, alle restrizioni o proibizioni nel praticare il mountain bike: e questo può essere fra laltro testimoniato dalle centinaia di appassionati che si godono anche questultima parte di stagione lungo i tracciati del Basso Sarca o della Valle di Ledro La Provincia Autonoma di Trento ha avviato lo studio duna serie di norme (valide nella loro versione definitiva presumibilmente solo a partire dallestate del 2007) in collaborazione con tecnici, la SAT sezione del Club Alpino italiano che
cura la manutenzione dei sentieri alpini, ed i Comuni del Trentino: scopo è salvaguardare le zone più sensibili del nostro ambiente di alta montagna lungo i tratti più critici dei sentieri alpini, prevalentemente alle quote più alte. Questo per assicurare una qualità complessiva del nostro ambiente nellinteresse di tutti noi residenti, i turisti ospiti, gli sportivi, dei bikers e soprattutto i nostri figli conservare e difendere il più possibile dal degrado aree particolarmente delicate. Si vuole così impedire il diffondersi incontrollato delle espressioni più esasperate ed estreme (downhill, freerider) del mountain bike lungo quei tratti dei sentieri alpini che soprattutto a quote dai 1800/2000 metri dove la vegetazione cresce con estrema difficoltà in un microclima fragile e delicato sono particolarmente soggetti al deterioramento. Come raggiungere questo scopo, crediamo condiviso da tutti? Non attraverso una politica di divieti, bensì affidandoci allautocontrollo, alla responsabilità al senso civile dogni amante della natura ancor prima che del mountain bike. Ed alla sua volontà di convivere anche pacificamente con gli escursionisti, anche loro frequentatori della montagna con ugual diritto. Si è molto parlato dei due parametri (20% di pendenza e ingombro del mtb posto di traverso) allesame del team di tecnici: sono ipotesi adottate per dare una misura, immaginabile ed oggettiva, per materializzare uno spazio fisico (nellincrociarsi eventuale fra camminatore e biker) e per riferirsi alle condizioni del terreno, pensando come sia soprattutto lungo le discese ripide per effetto delle violente frenate che le
ruote del mtb scavano il terreno sul quale poi la pioggia provocherà un vero e proprio fenomeno di erosione. E naturale che senza la ricercata e convinta partecipazione dei bikers il nostro obiettivo non potrà essere raggiunto: per questo anziché adottare una politica dei divieti vogliamo raggiungere la condivisione delle scelte attraverso il coinvolgimento della Federazione Ciclistica italiana e di altri interlocutori qualificati e conoscitori del fenomeno mountain bike. Siamo ancora, quindi, alla fase delle proposte e delle verifiche da mettere a punto con i diversi Soggetti del territorio. Può continuare ad essere quindi del tutto tranquillo (e naturalmente benvenuto) chi ama scoprire il Trentino in sella al mountain bike, percorrendo le strade forestali (oltre 6mila km, vietati al traffico), gli oltre 200 tracciati segnalati anche single track e curati ogni primavera, oppure scegliendo gli itinerari delle grandi traversate (prima fra tutte la Transalp Challenge) di valle in valle ed i percorsi dei raduni internazionali (dalla Valle di Non alla Valle di Ledro, nelle Dolomiti di Fassa e di San Martino). Non credete quindi agli allarmi lanciati in modo inopportuno, programmate pure le vostre uscite per la prossima primavera con la certezza di essere come al solito accolti bene in un ambiente ideale per praticare la vostra disciplina sportiva favorita.
Tiziano Mellarini