Beh, allora non ero il solo
Sono uscito alle 14:30, unico spazio libero che mi è stato donato nel we, mi faccio il chignolo su una delle tracce dei giri notturni con qualche variante, tutto bello secco, manica corta e pantaloncino corto. Per precauzioni ho un kway leggero nello
zaino. Sbuco fuori in zona cascina cafè, salgo per monticello e imbocco la salita marathon a Montevecchia. Mentre salgo, nuvoloni neri, l'aria si raffredda, l'umidità aumenta. E vabbè, mi dico, farà 4 gocce. Arrivato in cima, decido di scendere per il sentiero della madonna della roccia nella valle santa croce e di risalire per il cancello. Mentre sono nel bosco si apre il cielo: nubifragio in pochi secondi. Gli alberi mi riparano, tempo infilare il kway.
La temperatura cala a picco, pioggia a catinelle, il sentiero diventa un torrente e la mia bici ci naviga sopra, ogni volta che tocco i
freni pattina via. Avete presente quei film di guerra nel vietnam quando piove, anzi diluvia nella foresta? Uguale.
Oramai l'acqua mi filtra anche sotto il kway, arrivo alla parte brutta finale della discesa dove ci sono tornantini e toboga ripidi. Decido di farla a piedi, il rischio di cadere e farmi male è alto.
Il sentiero qui è un canale di scolo, l'acqua supera l'altezza delle
scarpe e i piedi sono a mollo in acqua gelida. Arrivo ai guadini che oggi sono dei guadoni di acqua marrone, inutile dire che mi inzuppo ancora di più.
Ho le mani e i piedi gelati. Decido per la salita del cancello, almeno mi scaldo. E così è: la salita mi scalda, la pioggia cala di intensità e nonostante i fiumi d'acqua si sale bene, il sentiero drena a meraviglia.
Arrivo in cima, la pioggia è calata, decido di rinunciare alla discesa verso ceregallo e prendo lo stradone che va a Montevecchia, per poi scendere in valfredda. Altra crisi di congelamento, rimpiango i guanti lunghi e le scarpe invernali.
Arrivo in zona vigne, e stufo dell'asfalto entro in galbusera bianca. Arrivo all'oasi del wwf (meglio del cemento: ma avete visto quanto hanno costruito?) Il sentiero che sale a dx è bello, ghiaioso e porta sotto i cipressi, ma io decido di provare a proseguire per fare la salita di ciottolato degli agriturismi.
Arrivo al punto dove già avevo sperimentato l'infangamento argilloso perfetto, e mi dico: beh, è piovuto poco qui (?), proviamo. Se è un casino torno indietro. Supero la cascina che divide il mondo del terreno-bagnato-ma- percorribile con il fondo-argilloso.
In 100m scarsi capita l'irreparabile: le
ruote diventano marroni, l'argilla comincia ad attaccarsi ai copertoni facendo diventare da 10 pollici, sulla forcella superiore e sul deragliatore si formano due massi di argilla.... tempo di decidere e girare la bici che le ruote sono bloccate. Pochi metri a spinta e la bici è bloccata. E' come avere due palloni di spugna (marroni) infilati uno sotto gli archetti della forcella e l'altro nel deragliatore/telaio. Scena già vista, ma dovevo riprovarci.... no?
Carico la bici in spalla e torno sui miei passi, raggiungo la cascina e chiedo una canna dell'acqua al gentil proprietario. Che è veramente gentile!
Lavo la bici, 10 minuti di lavaggio per liberare le ruote, la forcella ed il cambio. Ma intanto fa un freddo boia e nonostante il kway tremo come un canarino bagnato.
Decido per il lissolo, tutto su asfalto, mi scaldo... ma ci vorrebbero 5 lissoli per scaldarmi bene, purtroppo comincia la discesa. Altra ibernazione. Arrivato a cascina café non piove proprio più, c'è un occhio di sole. Mi butto per i prati per aumentare l'effetto riscaldante, dato che le vibrazioni del fondo sconnesso scaldano molto di più del gelido asfalto.
Alla fine macino 65k, pochi ma bagnati
Mia moglie quando mi vede scuote la testa e mi chiede qualcosa a riguardo dei beneficiari della mia polizza vita e se copre in caso di morte per fulmine, annegamento nel fango, o comunque uso squilibrato della pratica della mtb. Io non scuoto nulla perché grondo di fango, mi chiudo nella cabina della doccia e osanno l'inventore della doccia bollente.
E domenica c'era il sole... ma ovviamente io non potevo uscire: non ero in castigo, ma ero assorto dai soliti impegni di famiglia.
Buone pedalate a tutti