Dopo 3 mesi tondi, tondi questa mattina sono ritornato in sella.
Mi sono svegliato prestissimo e, con un po’ di smarrimento, ho iniziato le solite operazioni, il solito rito.
All’improvviso un colpo di tosse singolo, secco mi ha lacerato il petto
......non mi è piaciuto per niente, ma ho continuato a prepararmi.
Con il senno di poi si è rivelata provvidenziale una fascia termica che mi hanno regalato e che dovevo provare: il respiro riscalda dei filamenti di rame e quando si inspira l’aria è più stemperata.
Parto e già sulla salita di San Michele sono sceso, non tanto come faccio di solito, per risparmiare energie, ma perché non ce la facevo proprio.
Arrivato dietro al cimitero ho avuto anche la bella idea di spostare il comando del Gravity Dropper......pluf....
una vite nel cespuglio sottostante ... 20 minuti a strappare un filo d’erba per volta......poi ho lasciato perdere.
Il “radici” l’ho fatto a tappe e la discesa di S.Alberto pure e non solo per uno o due alberi di traverso.
Ciliegina....mi sono quasi cappottato come un pivello all’inizio della pietraia finale.
Arrivato a Pontida ormai avevo la febbre, ma ho pensato: “salgo almeno fino ai capanni e ritorno da dove sono venuto”.
Un incubo !
Rientro dignitoso verso Mapello e nuova ricerca della maledetta vite inox a brugola, magari irreperibile nelle ferramenta.
Il sole illuminava la zona e riscaldava le mie povere articolazioni indolenzite e così dopo pochi istanti........eureka......caina....bastasa..... non ti sputo ...ecc....ecc
Posso solo dire che i sentieri sono “gommosi”, quindi frenano un po’, ma sono anche.......mi correggo sarebbero.... divertenti. Il fango è concentrato solo in brevi tratti. Purtroppo il tratto che che precede la pietraia di cui sopra, quello che gira intorno a un canale profondo, con staccionata in legno sta franando e non vedo una soluzione molto semplice al problema.