LA CARVE 2021 SECONDO ME
Mi ritrovo a scrivere le impressioni sulla Carve, senza avere pretesa di essere un tester o un collaudatore ai livelli di
@frenk o altri che la proveranno in futuro. In attesa che
@frenk pubblichi il risultato della prova che suppongo abbia già iniziato, lo scimmiotto un po’ dando alcune indicazioni derivanti dalla mia esperienza.
Al 29 Aprile ho percorso più di 1000 km e 18000 mt di dislivello accumulato. Quindi non certo una prova di lunga durata, ma già qualcosa per aiutare chi è interessato a questa favolosa MTB da Trail/AllMountain.
Seguirò un ordine cronologico per dare un’idea della mia esperienza con MDE, oltre che con la bici vera e propria. Tanti mi chiedono “Perché MDE? Perché una Carve 2021 che ancora nessuno aveva mai testato e della quale non si sapeva nulla?” Queste domande richiedono una risposta abbastanza articolata, che spieghi nel migliore dei modi una scelta apparentemente azzardata. Parto dal presupposto che il marchio MDE mi ha sempre affascinato, prodotti artigianali che hanno una forte identità e che sono conosciuti per una certa vocazione alla discesa. Con queste premesse mi sono messo allo studio delle geometrie e dei dati conosciuti della Carve 2021, ho mandato una mail a Federico, il patron di MDE, che mi ha risposto in maniera molto seria e professionale. È iniziato un rapporto fatto di richieste di informazioni tecniche alle quali Federico ha sempre risposto in maniera puntuale anche per telefono. Cosa voler di più, oltre alla possibilità di porre domande a chi pensa, progetta e poi salda il telaio che tu tanto vorresti? Ed eccomi, dopo aver fatto mille valutazioni e confronti, a coinvolgere i due miei soci nella (un po’) folle idea di prendere tre telai Carve: due M e uno L.
Pronti, Via! A fine Novembre 2020 ordiniamo i tre telai e iniziamo la scelta e la conseguente ricerca dei componenti. Lavoro molto complesso vista la scarsità di materiale disponibile in magazzino a livello mondiale.
L’aver composto tre bici ci ha consentito di valutare molto bene, durante il montaggio, tutte le caratteristiche e gli eventuali difetti, magari anche quelli di gioventù.
Ai primi del mese di Febbraio arriva il primo telaio, il mio, quello spazzolato e verniciato col solo trasparente. Siamo in fibrillazione, la lunga attesa ha reso questo momento decisamente bello. Sballiamo il telaio e lo mettiamo subito sul peso ParkTool. Qui scopriamo subito di essere veramente molto lontani dai valori dichiarati da MDE sul sito. Però, come nessuno potrà mai fare con nessun marchio di quelli famosi, inizia un confronto con Federico che, molto disponibile, conviene che il peso dichiarato è molto lontano da quello reale. Infatti anche i telai arrivati dopo ne confermano l’incongruenza. I dati: il peso dichiarato per il telaio in taglia M senza ammortizzatore, serie sterzo, asse posteriore e clip ferma cavo è di 2,90 kg; il peso rilevato sui due telai M da noi acquistati è di 3,28 kg. Tra l’altro, andando a rivedere il test della Damper su MTB-MAG, si trova una differenza simile. Forse un eccesso di ottimismo da parte di MDE che, allo stato attuale, non ha ancora modificato i valore del peso sul suo sito. Alla fine dei conti, esaminati i pesi delle possibili concorrenti sul mercato delle AllMountain, considerando anche quelle in carbonio, il peso del telaio Carve è di tutto rispetto (vedi Santa Cruz HighTower, Intense Primer, ecc.)
Inizia il lavoro sulla Carve brushed che, dopo un giorno, è pronta per essere pedalata! Sento via messaggio anche
@frenk che mi da alcune indicazioni e consigli interessanti. Notiamo subito la particolarità del passaggio cavo del
telescopico in corrispondenza del nodo sterzo e del movimento centrale, forse non il massimo, ma comunque, valutata a distanza di tempo, non problematica se non durante il primo montaggio. Molto importante lubrificare con molto grasso tutt’e due i passaggi interni e montare la guaina prima della forcella e delle bussole del movimento centrale. Per il resto tutto bene, i passaggi cavi esterni non danno problemi al primo montaggio, mentre, dopo due mesi di utilizzo, ho rilevato che le placchette tendono a schiacciare guaine causando un restringimento interno e la deformazione, questo fa in modo che la cambiata non sia più come in origine. Ho risolto mettendo delle piccole rondelle tra telaio e placchetta alleggerendo così la pressione sulla guaina. Riamane il problema del materiale di costruzione delle placchette, mal sopportano smontaggi ripetuti, ne ho già spezzato due (sono fatte di un materiale plastico stampato in 3D), per fortuna MDE ne mette qualcuna di scorta nel pacco del telaio.
Ecco il montaggio della prima Carve:
- Ruote composte da me: mozzi DT SWISS 240, raggi SAPIM 2/1,6/2 ant., 2/1,8/2 post., cerchi FUNWORKS 30mm ant., 28mm post.
- Gomme WTB Vigilante 2.3 ant., Trail Boss 2.25 post.
- Forcella PIKE Ultimate 140mm
- Ammortizzatore CANE CREEK AIR INLINE 190x51 (per avere un'escursione di 135mm al posteriore, col 190x45 si otterrebbero 127mm)
- Impianto frenante FORMULA Cura 2 con tubi in kevlar, dischi SHIMANO Ice Tech 180mm ant., 160mm post.
- Cavi e guaine JAGWIRE
- Telescopico KS Lev Integra 150mm
- Sella SELLE ITALIA Slr XFlow
- Guarnitura RACE FACE Next R 170mm, corona 30 denti
- Catena SRAM XX1 Raimbow
- Comando e deragliatore post. SRAM X01 12v con gabbia GARBARUK
- Pacco pignoni 10-52 GARBARUK 12v
- Manubrio 760mm e attacco Renthal Carbon Lite
- Pedali SHIMANO XTR Trail
La Carve M brushed pesa 13,00 kg (senza pedali), mi sembra un’ottimo peso, considerando quanto pesano le bici della stessa categoria e di marchi prestigiosi. Ho valutato che il costo di questa bici si aggira intorno ai 5000€, se confrontato con una di pari livello di altre marche, penso si possa affermare che sia un buon risultato.
Qualche settimana dopo arrivano anche gli altri due telai, uno Water blue e l’altro Blue Sky. Intanto inizio a pedalare la mia Carve, quella Brushed e, a dispetto delle geometrie decisamente spinte, la prima impressione è di confidenza e facilità di guida. Col tempo questa sensazione si evolverà in un vero e proprio feeling col mezzo.
In pedalata è spaventosamente efficiente, sembra quasi di essere su una BDC, penso sia merito dell’angolo sella molto verticale che proietta verso l’anteriore. Il nodo sterzo particolarmente corto fa il resto, consentendo una personalizzazione della posizione che va dal gravity all’XC. Ci si ritrova a pedalare in salita in una posizione che poche MTB consentono, quindi posso dire che la posizione che si può ricavare regolando sella e manubrio è decisamente promossa, anzi lo è a pieni voti. Il resto del lavoro lo ha fatto l’ammortizzatore Cane Creek Air INLINE; richiede un lungo lavoro di messa a punto, ma dopo è veramente uno spasso! La levetta sul corpo non funziona come tutte le altre, ovvero chiudendo o limitando solo la compressione, ma attuando un parzializzazione del circuito di compressione e ritorno. In questo modo si ottiene, nel caso specifico della Carve, una sospensione posteriore con due anime: una quasi da MTB da Marathon ed una da AllMountain spinto, a dispetto dell’escursione nominale di 135 mm. La cinematica posteriore consente di pedalare sempre senza frenatura supplementare dell’ammortizzatore, con una minimo movimento ciclico che non da nessun fastidio e non ruba nulla all’efficienza della pedalata. Nelle salite ripide e sconnesse il carro non tende a comprimersi (insaccarsi) e rimane sempre molto attivo, consentendo così di procedere copiando tutto ciò che il terreno propone, senza bisogno di piattaforma stabile. La si usa, invece, nei tratti molto regolari con superficie piana, a voler cercare qualcosina in più. Anche il carro posteriore di lunghezza importante, ma non esagerata (442 mm), fa il resto, consentendo di non sentire mai l’avantreno alleggerirsi, anche negli strappi veramente ripidi.
Durante le lunghe pedate si apprezza molto la posizione abbastanza naturale che si riesce ad ottenere con le regolazioni che il telaio consente, così si chiudono le 5-6 ore in sella senza particolari problemi.
Ovviamente una bici con tali valori e numeri non può non spingere a provare qualcosa di più in discesa, lei e lì, con quella ruota anteriore che sembra lontanissima, pronta a spianare tutto ciò che gli si para davanti, nonostante la Pike Ultimate sia di soli 140 mm di escursione. Poi c’è la sospensione posteriore che, quando il gioco si fa duro, diventa plush quasi come una MTB da Enduro. Il limite è molto in là, lo si sente solo quando è richiesto un lavoro importante dalle asperità, quando si desiderano quei 25/30 mm di corsa in più.
Sarebbe curioso provarla in versione Mullet, per capire cosa si perderebbe in pedalata e cosa si guadagnerebbe in agilità in discesa.
Anche il lento trialistico, che ad un’occhiata al quadro delle misure caratteristiche non sembrerebbe il suo campo ideale, può diventare fonte di grande soddisfazione, forse per la rigorosità del suo telaio. Ovviamente, dopo un solo mese, ho dovuto cambiare la gomma posteriore e mettere un classico
MINION all’anteriore, orientando così maggiormente la Carve verso la discesa, ma qui si entra nel soggettivo. Il peso della MTB modificata è diventato 13,12 kg. Se si è soliti fare discese lasciando andare i
freni e giocando un po’ è meglio mettere copertoni con una spalla adeguata, se invece la si vuole configurare più da Trail la si può montare con ammortizzatore da 45 mm di corsa col quale si ottiene una escursione posteriore da 127 mm, ruote leggere e gomme adeguate. Così facendo si otterrà una favolosa MTB da Trail che consentirebbe di affrontare davvero tutto.
In definitiva si può affermare che la Carve è interpretabilissima: escursione ruote posteriore variabile da 135 mm a 127 mm e da 140 mm a 150 mm all’anteriore, ruote 27,5” oppure 29” (anche Mullet ma non è previsto da MDE).
Un bel gioiellino per chi ama sbizzarrirsi nel personalizzare la propria MTB, facendo magari nel tempo delle modifiche che ne cambino radicalmente l’orientamento.
Un aspetto che non mi è piaciuto è il posizionamento dei leveraggi della sospensione posteriore, in questo spazio si crea l’effetto schiaccianoci, comune a tanti marchi e in particolare a chi usa il carro in pezzo unico articolato su una coppia di braccetti.
Purtroppo si vengono a depositare sia pietroline sia sabbia che, col lavoro della sospensione, vanno a disturbare la polizia di funzionamento e l’integrità della verniciatura in queste parti. Ovviamente niente di avvertibile durante l’uso, ma un peccato per la salute della vernice e della sospensione.
Consiglierei questa bici a chi ama stare in sella anche per ore, non fossimo in Sardegna avrei scritto “ per lunghi giri alpini” e a chi piace spremere in discesa, ma senza ambizioni di partecipare all’Enduro World Series. Sono passato per vari marchi di MTB, ho posseduto Giant,
Specialized, Santa Cruz, Ibis e ho usato svariate altre MTB di altri marchi, ho riparato tante biciclette, ma questa MDE ritengo che abbia quel qualcosa in più che forse non riesco a descrivere a parole.
Un prodotto eccellente, anche per ciò che riguarda il prezzo, peccato che, in questo momento storico di difficoltà del mercato dei componenti, Federico non riesca a consegnarle già assemblate.
Consiglierei questa MTB ad un biker già smaliziato, non alle prime armi.