Peccato perché c'è scritto appunto che la famosa pedalata rotonda, o meglio il mito di tirare con la gamba che non spinge è appunto un mito, suffragato da studi con riferimenti e un video di un test sul campo (non realizzato da lui), dove emerge che la pedalata più efficiente si ottiene spingendo e non tirando.
Vedi, pur continuando a rammaricarmi per la scelta - ormai presa - di non leggere 70 pagine di trattato sui pedali flat, non ho bisogno che qualcuno tenti di convincermi che la "pedalata rotonda" (che peraltro non si riduce a tirare e spingere, sennò sarebbe "a doppio stantuffo", non rotonda. Ci sono vari livelli di "rotondità"..) è mitologica, quando giornalmente ho la possibilità di provare ed ottenere i miei riscontri in merito.
Imparo leggendo un testo quando non ho la possibilità di provare personalmente, in caso contrario, se ho già la "mia verità", mi limito a prendere atto rispettosamente di quanto scritto, pur non essendo d'accordo.
Già utilizzando i flat avevo dapprima iniziato ad alleggerire il peso della gamba di richiamo, facendo la banale constatazione che la gamba in spinta avrebbe così evitato di dover sollevare anche la gamba a riposo (ed io ho le gambe molto grosse..), trovando giovamento.
Giovamento che è migliorato ulteriormente quando, sempre con i flat, ho iniziato a lavorare di caviglia per assecondare la pedalata, tirando fin dove era possibile prima di perdere la presa.
Con il passaggio agli SPD ho iniziato a tirare fino al punto morto superiore, riscontrando un NOTEVOLISSIMO aumento della potenza applicata e quindi dei tempi di percorrenza.
Parlo di scatti di breve-media distanza che sono quelli che la mia struttura fisica da velocista, con moltissima potenza e scarsa resistenza data da un allenamento incostante, privo di obbiettivi particolari e fai da te, è in grado di sostenere.
Era un periodo di (insensata) caccia al "KOM" (Strava) dei segmenti della mia zona ed improvvisamente mi ero trovato letteralmente a dimezzare (o più) i tempi in segmenti già tentati decine di volte, con medie di velocità stupefacenti per i miei standard.
Evidentemente avevo trovato il modo di esprimere tutta la potenza, cosa che prima non riuscivo a fare (tralasciamo le condizioni pietose in cui versavo dopo determinati sforzi fuorisoglia che è altra questione..).
In seguito mi sono applicato alla vera pedalata rotonda, che consiste in una spinta tangenziale al movimento della pedivella per tutta la rivoluzione della stessa, a 360°. Ci vuole impegno e coordinazione, certo, non basta agganciarsi e non viene naturale se non ci si prova appositamente.
In questo modo, dai dati, non applico più potenza rispetto alla pedalata spingi e tira (che ormai applico solo in piedi sui pedali, come dicevo ispirato da Contador che ha un gesto molto evidente se lo si osserva con attenzione..), però riesco a diluire la potenza lungo tutto il giro di pedale, interessando più fasce muscolari in modo meno intenso, quindi affaticandomi meno, almeno muscolarmente.
Restano invariati i miei limiti fisici, peso 85kg con gambe alla Rummenigge, non posso pretendere di salire come un camoscio in salita e non ho una grande resistenza aerobica agli sforzi violenti, quindi non posso permettermi di sfruttare la tecnica per andare molto più forte per tanto tempo, ma i vantaggi sono evidentissimi. Non ci può essere il minimo dubbio, però bisogna provarci, non basta leggere un manifesto - di qualsivoglia orientamento - o fare click sui pedali.
Se applico la pedalata rotonda, "tangenziale", quando sto già andando forte pedalando normalmente, diciamo a 30km/h, prendo 10km/h in più in poche pedalate.
Se applico la pedalata rotonda quando sto frullando e ancheggio/rimbalzo sul sellino ad ogni colpo di pedale, la mia postura si stabilizza immediatamente e posso aumentare ulteriormente la frequenza.
Giusto per fare due esempi che chiunque può provare con semplicità.
Tutte questo lo scrivo non per essere creduto per iscritto, ma per esortare chi legge e non ci crede a provare. All'inizio serve una discreta concentrazione e coordinazione, praticamente bisogna pedalare come se si avesse una gamba sola, oppure le pedivelle indipendenti tra loro. Quando si riesce a mettere in pratica la tecnica giusta non è umanamente possibile non accorgersi del vantaggio prestazionale, posturale e di affaticamento anaerobico.
Poi, il fatto di tramutarlo in un gesto ripetibile per intere gare o uscite di allenamento o scampagnate spensierate, è solo questione di attitudine ed abitudine, non è certo un fatto matematico.
Io non ce la faccio ad utilizzare la pedalata rotonda in massima spinta per molto tempo, la considero una sorta di "overboost" per affrontare uno strappo di potenza, uno scatto in piano oppure (ooops..) una frullata in discesa alla ricerca di alte velocità, dove per alte intendo
incompatibili con la MTB, comprati la BdC, ma 'ndo vai, è arrivato brazuka, etc...
Avevo, ancora una volta, iniziato a scrivere con l'intenzione di fare un trattato di 70 pagine sulla pedalata rotonda, ma siccome ve l'avrò già fatto a fette (si dice così?!
) mi fermo qui e mi ritiro a guardare foXfiles che c'è Scully che ha appena sparato a Mulder e sono preoccupato.. :)
Ah, un'ultimissima cosa: Degli SPD, della pedalata tiramolla e della pedalata rotonda se ne
può fare tranquillamente a meno, così come di alleggerire ossessivamente le bici, di spendere centinaia di euro per un pacco pignoni con più denti delle corone o più in generale di portare all'estremo ogni aspetto dell'andare in bici.
A meno che non ci corra dietro (o - soprattutto - davanti.. ) qualcuno, lì le cose possono essere differenti, è chiaro.
La relativa inutilità di un gesto, però, non lo rende meno vantaggioso in assoluto!
o-o
P.S. Iconografia della pedalata rotonda: