Caduto da scemo ormai un bel po' di anni fa (correva l'anno 2001), con frattura del capitello radiale, praticamente da fermo (ripartenza in bici, perdo il pedale, vado a zig zag finchè non mi schianto a terra). Ricordo ancora il referto all'uscita dal PS, con il braccio bloccato:" Cadeva da solo dalla bicicletta". Mancava la risata finale... fortuna che al tempo non c'erano le emoticon... Morale, un mese di stop forzato, e, per tutta una serie di altri motivi, interruzione dell'attività ciclistica fino al 2006.
Dal 2009, 1 caduta seria, con la
gravel, rischiando di finire letteralmente sotto ad un'auto, e tutto per schivare una buca sulla strada. Costola ammaccata, dolori vari, ma nient'altro di serio. La prima cosa che ho visto, riaprendo gli occhi, è stata la targa anteriore del veicolo, che transitava a bassa velocità e che si fermò, quando il guidatore mi vide sparire sotto al cofano. Nessun danno nè a me, nè alla bici, nè tanto meno al veicolo.
Sono molto pavido quando giro in bici, e per vari motivi:
1. giro al 98% delle volte da solo, spesso in tanta malora, per cui andare a rischiare di farmi male la ritengo una cosa da evitare a tutti i costi. Mi troverebbero gli orsi.
2. se penso poi al tempo di stop obbligatorio, mi viene male, e questo per 2 motivi: il fatto che odio stare fermo, e il fatto che ho una partita IVA, per cui se non lavoro, ci siamo capiti.
Per cui cerco sempre di non strafare e se trovo qualche punto schifoso, beh, non mi faccio scrupolo e lo faccio scendendo a piedi, accompagnando la bici.
Certo, cerco di migliorare se possibile, ma spesso il timore di potermi fare male è più forte, e non fa nient'altro che rendermi rigido come una trave.