Come, forse, ho già detto in precedenza, ma oggi mi sento, nuovamente, "ispirata" a "filosofare" sull'argomento, secondo il mio modesto pensiero:
ogni cammino evolutivo ha le sue cadute, le sue ferite e le sue cicatrici, senza non ci sarebbe evoluzione, perchè, anche, un percorso, apparentemente, dritto ha le sue insidie, solo affrontandole, si impara, ciò diventa esperienza e, quindi, la consapevolezza e la nuova conoscenza portano evolzione.
Il ricordo di tale esperienza è amaro, quando la ferita è, ancora, sanguinante, ma, pian piano, diventa malinconico e poi, persino, piacevole ricordo di un'esperienza vissuta.
Il nostro corpo è una mappa genetica di memoria storica e di cicatrici, visibili e non, che ci portiamo giornalmente e che ci fanno essere oggi il risultato di un attimo fa e quell'attimo risultato di tanti altri attimi:
vittorie e sconfitte, ferite, cicatrici, cadute e risalite in "sella", a testa alta, perchè questa è la nostra storia, questa la nostra evoluzione, questa la vita del genere umano, che solo da quelle ferite, se ben rimarginate, diventa più maturo e,
forse, riesce ad evolvere
(forse perchè non tutti riescono a capire e ad evolvere, ma questa è un'altra storia
e non vorrei dilungarmi oltre altrimenti andrei
e, soprattutto, non evolverei, ma involverei)