panzer division ha scritto:
con l'università moderna avete notato a che età ci si inserisce nel mondo del lavoro?
Ciao Panzer.
Per prima cosa rispondo a questa. Premesso che all'Università ci lavoro, ed è dunque un mondo che conosco piuttosto bene, io smetterei di dare la colpa all'università, e comincerei a darla agli studenti e alle loro famiglie. Faccio un breve excursus storico.
Prima del '68, all'Università ci andavano in pochi: vuoi perchè il tenore medio di vita era più basso e quindi studiare era per molti un sacrificio (e per moltissimi impossibile, le varie ESU non c'erano), vuoi perchè a quei tempi non potevi iscriverti liberamente (solo col classico ti iscrivevi ovunque, già lo scientifico ti precludeva medicina, se avevi fatto l'istituto tecnico ti scordavi parecchie facoltà). Dico a chiare lettere che era un mondo che precludeva gli studi a molte buone teste, magari solo perchè il papà era operaio, e quindi mai tornerei a un sistema simile; però chi si iscriveva all'Università (che quella volta era MOOOOLTO più difficile di adesso) sapeva di doversi fare un mazzo tanto, e chi gli pagava gli studi pretendeva che tale mazzo fosse ben evidente. Detto in parole povere, se il corso durava 5 anni ti laureavi in 5 anni, punto e basta: vuoi per senso di responsabilità, vuoi perchè allo scadere del quinto anno ricevevi scarpate nel didietro da tuo padre (o chiunque ti pagasse la retta) e venivi spedito a lavorare. Gli studenti non passavano le ore in giro per i bar a bere lo spritz o a feste universitarie: durante il giorno studiavano, tutto il semestre, la sera SE AVEVANO TEMPO si trovavano con gli amici.
Adesso non è più così: ci sono genitori che pretendono il figlio laureato (e magari a lui non gliene può importare di meno) e figli che sfruttano la disponibilità economica (e la mollezza) dei genitori per godersi la vita, e la cosa inevitabilmente aumenta i tempi. In media, il modo di studiare è questo: non si fa una mazza fino al mese prima degli esami, spesso nemmeno si va a lezione; poi, presi da cagotto, nottate sui libri per recuperare il tempo perso, che invariabilmente portano a non imparare un tubo.
Chiaramente anche adesso c'è parecchia gente che si laurea in 5 anni, ed è la dimostrazione di quanto ti dico: basta prendere l'università per quello che è, ovvero un impegno di studio, e la cosa non è per nulla difficile.
Per quanto riguarda la pensione a 70 anni, io credo che con i ritmi di lavoro attuali, anche considerando il fatto che quando io avrò 70 probabilmente sarò molto più 'giovane' fisicamente dei 70enni attuali, sarò stanco di testa: magari il fisico ti regge, ma non ne puoi veramente più. D'altronde penso anche che non si possa stare in pensione 20-25 anni: la vita si allunga, è giusto che si allunghi (in proporzione, però!) la vita lavorativa.
Come conciliare le due esigenze? Penso che sarebbe bello lavorare tutti part-time: pensate, ogni giorno qualche ora libera per fare quello che vi pare (la spesa, un giro in bici, andare in banca senza dover prendere due ore di permesso, semplicemente passare un po' di tempo in più con mio figlio che ha 4 anni e dal lunedì al venerdì lo vedo quasi solo per metterlo a letto), la mente più serena e in questo modo 'disposta' anche a lavorare più a lungo...