Sabato 21 e Domenica 22 Giugno...il tempo sembra stabile si prevede un weekend di sole e la voglia di fare un'uscita seria cresce durante la settimana.
Mercoledì squilla il cellullare con la suoneria dei BiECi, ormai famosa fra il nostro gruppo,...è [MENTION=95929]VigBuck[/MENTION] (Marco)...attenzione qualcosa bolle in pentola se chiama durante l'orario di lavoro
...mi svela che sabato e domenica è libero da impegni con la famiglia e con i suoi ragazzi della Scuola MTB Vigolana e allora la domanda nasce spontanea...dove andiamo?...Alto Adige...e magari già che ci siamo ci spariamo una due giorni...avverto anche il resto del gruppo ma alcuni sono in ferie e per altri i due giorni sono un ostacolo per impegni vari...niente paura sarà per la prossima volta.
Ma dove in Alto Adige?...sono appena tornato dal raduno di [MENTION=1523]nonnocarb[/MENTION] e allora senza indugi gli mando un mex per chiedergli di tre suoi giri che da tempo mi frullano in testa.
Proposta n°1: Alta Via di Merano; proposta n°2: Passo di Fundres; proposta n°3: Val di Vizze.
Risposta perentoria del “nonno”...bocciate le prime due, troppo sul rovescio c'è ancora neve a quelle quote, e allora la Val di Vizze, molto più soleggiata, sbaraglia la concorrenza.
La mente frulla sul tipo di giro da fare e riesco a concatenare due giri del “nonno” che ho lì nel cassetto.
1° giorno: partenza da Terme di Brennero, Passo Vallaccia, sentiero 5, Fosse, S.Giacomo e Rifugio Passo di Vizze;
2°giorno: sentiero 3, Rifugio Europa, sentiero 3a, fondovalle, Passo della Chiave e rientro alla macchina col sentiero 4.
Sabato 21 parcheggiamo poco a monte dell'abitato di Terme di Brennero, prendiamo un caffè veloce e iniziamo la galoppata verso il Passo Vallaccia sul versante in ombra. Sappiamo dal resoconto di nonnocarb che l'ascesa sarà dura, difatti, dopo un primissimo tratto umano, la militare prende pendenza e l'avanzare risulta ancor più faticoso per il fondo inerbato che rallenta l'azione.
Iniziano i tornanti, quelli più ravvicinati, l'ambiente da boscoso passa decisamente a paesaggio di alta montagna,
la vista si apre e il procedere, seppur faticoso, viene attenuato dalla straordinaria bellezza del posto.
Cominciano ad apparire le prime lingue di neve già a 1900 metri di quota, siamo sul versante in ombra era pacifico che trovavamo un pò di neve, ma la strada è quasi sempre libera
fin quasi sotto al passo dove per un attimo dobbiamo giocoforza spingere.
A Passo Vallaccia a quota 2395 m tira una bella arietta e allora scendiamo di poco per rifiatare un attimino, la salita, quasi 1100 m di dislivello, si è rivelata alquanto tosta e dispendiosa.
La successiva discesa col sentiero 5, mai troppo difficile se non nella primissima parte,
è di quelle che vorremmo in tutte le uscite, bella filante, una striscia di sentiero immersi nel verde del bosco
con tornanti mai troppo stretti e godibilissima fino al piccolo agglomerato di Fosse dove, purtroppo, troviamo il bitume.
A S. Giacomo ci concediamo una bella fetta di torta di mele con coca media.
Da qui una bella sterrata ci porta attraverso prati e pendìì erbosi all'attacco della seconda salita di giornata, l'ascesa a Passo di Vizze e all'omonimo Rifugio con altri 800 metri di dislivello.
Le pendenze però, per fortuna, sono molto più soft della prima salita e anche il fondo misto cementato aiuta non poco e così tra foto curiose,
ciacole, panorami e viste mozzafiato arriviamo abbastanza agevolmente prima al passo col suo laghetto
e quindi al vicinissimo rifugio a quota 2275 m.
Il rifugio promette bene già da subito e precisamente quando riponiamo le bike nel piano seminterrato. Qui in alta stagione “dovrebbero” transitare parecchi bikers per come è allestita la parete.
Si capisce che la location è di alto livello, sala da pranzo e camere sono ben strutturate e anche l'indicazione della sauna ci lascia sorpresi.
Ceniamo con un portentoso piatto di spaghetti alla bolognese, acqua, vino e un bel fettone di strudel accompagnato da un buon caffè.
La giornata è risultata impegnativa, siamo stanchi e allora decidiamo di andare a dormire presto; probabilmente non sono mai andato a letto alle nove e mezzo di sera neanche da ammalato. Difatti, seppur stanco, non riesco a prender sonno mentre Marco, invece, si spara qualche bella “ronfata”.
Al mattino quando gli dico che non sono riuscito più di tanto a riposare con la sua proverbiale saggezza mi lancia uno dei suoi numerosi detti...se no dorme l'ocet...polsa l'oset (traduzione: anche se l'occhio non si chiude e non dorme almeno si riposano le ossa e il fisico).
Dopo una bella colazione ripartiamo, anche se perdiamo un po' di tempo in riva al laghetto e in prossimità del passo dove ci sarebbe la possibilità di bivaccare e dove si potrebbe scendere in Austria per bella strada sterrata.
Avanziamo ora sul sentiero 3 che si rivela fin da subito un traverso in quota di rara bellezza,
molto ciclabile per di più, considerando anche la quota, nella prima parte e in quella centrale,
meno nella parte finale anche se la bellezza dell'ambiente circostante prevale sul dispiacere di dover affrontare qualche tratto a spinta.
Nell'ultimissima parte, poco sotto il rifugio, siamo costretti a spallare nella neve con un tratto faticoso di 50 metri di dislivello...il sentiero originale per il rifugio continuava verso sinistra ma la forte pendenza del versante a neve ci ha consigliato di attaccare la via più diretta battuta anche dagli escursionisti a piedi.
Raggiunta l'imponente struttura del Rifugio Europa a quota 2693 m
decidiamo giustamente di goderci al massimo la bella giornata di sole.
Meritata sosta dopo il lunghissimo traverso e piatto di pasta al pomodoro per Marco e canederli al pomodoro per il sottoscritto.
Inizia ora la prima discesa della giornata e che discesa ragazzi. La prima parte su sfasciumi di porfido è veramente tosta;
Marco si “beve” diversi tratti molto ostici, io mi adeguo e lo seguo con qualche tratto in più a piedi ma ci divertiamo come ragazzini nel cercare di superare i tratti più tecnici.
Il grado di attenzione e la concentrazione sempre alta sono indispensabili in questi frangenti.
Mano a mano che si scende il trail si addolcisce sempre più fino ad entrare nel bosco diventando addirittura tranquillo e rilassante nell'ultimo tratto.
Una volta giunti sul fondovalle ci ritempriamo dalle fatiche della discesa con una coca e un buon caffè.
Ci aspetta ora l'ultima salita della due giorni con l'impennata dal fondovalle al Passo della Chiave, scollinamento a quota 2212 m. Il dislivello da superare è di circa 850 m su carrareccia militare...la pendenza nella prima parte si fa sentire, la parte centrale dal fondo smosso non lascia respiro ed è molto dispendiosa mentre la parte finale sembra addolcirsi forse per via del fondo che incredibilmente risulta ben battuto e leggermente erboso.
Dal passo scende comodamente la sterrata in Val d'Isarco; chiaramente arrivati a questo punto decidiamo di seguire fedelmente la traccia di discesa di nonnocarb col sentiero 4.
Dopo una prima parte abbastanza "rognosa" e di difficile individuazione si raggiunge la forestale per il Rifugio Genziana che si segue a destra per circa un chilometro fino ad arrivare a dei cartelli indicanti la discesa finale per Terme di Brennero; il sentiero finale si rivela alquanto splendido con curve, tornantini e passaggi tecnici da non sottovalutare e da prendere con le molle.
Il rientro al punto di partenza, una volta raggiunto il fondovalle, passa sotto l'autostrada e ci porta all'inizio del paese di Terme di Brennero dove si conclude il nostro meraviglioso quanto spettacolare giro.
Un grazie a [MENTION=1523]nonnocarb[/MENTION] per le preziose tracce dei due itinerari che ci hanno agevolato molto nell'orientamento facendoci risparmiare tempo prezioso.
Ringrazio anche il mio amico di viaggio Marco che è rimasto piacevolmente sorpreso dalla bellezza degli itinerari e dalla spettacolarità d'ambiente di alta montagna specialmente lungo il meraviglioso traverso in quota tra il Rifugio Passo di Vizze e il Rifugio Europa.
[album]44910[/album]