Da Il Corriere On Line del 24 agosto 2009
Vogliamo sei stagioni, siamo australiani
Uno scienziato australiano chiede altri due periodi dellanno : lo «sprinter» e lo «sprummer»
MILANO - Ma chi l'ha detto che le mezze stagioni non esistono più? Secondo Tim Entwisle, capo del Royal Botanic Gardens di Sidney, in Australia esistono eccome. Anzi, ce ne vorrebbero due in più per liberare il Paese da una suddivisione delle stagioni lasciata in eredità dagli inglesi e assai più adatta ai climi europei che a quelli della terra dei canguri.
PRIMESTATE E PRIMINEVRNO? «Sprummer (fusione di spring e summer: primavera e estate in inglese) e «sprinter» (spring e winter: primavera e inverno), sono i nomi delle
due nuove stagioni che il ricercatore australiano propone alla propria nazione che è il sesto stato al mondo in ordine di dimensione, forte dei suoi 7.686.850 km quadrati ed è un Paese che alterna zone desertiche a catene montuose, lussureggianti tratti costieri a piccole isole di roccia disperse in mezzo al mare.
A CIASCUNO LA SUA STAGIONE - Gli Aborigeni australiani che abitano queste terre da più di 40 mila anni adottano, in alcune aree, una suddivisione che consta di ben otto stagioni. In questa direzione va la proposta di Tim Entwistle: creare differenti aree climatiche ciascuna con il numero di stagioni che effettivamente la interessano. Lo studioso australiano contesta limposizione britannica del XVIII secolo, che prevedeva linopportuna sequenza inverno/primavera/estate /autunno nel Paese sottosopra (lAustralia appunto), cosiddetto perché si trova interamente allinterno dellEmisfero sud.
CLIMA E AMBIENTE - Inoltre, secondo il botanico, una maggiore precisione nel definire lesistenza e il susseguirsi dei cicli stagionali permetterebbe una più accurata valutazione degli eventuali effetti del cambiamento climatico che, secondo molti, sta affliggendo il nostro pianeta. La densità dellAustralia e di 2.6 abitanti per km quadrato (lItalia ne conta 189, Singapore 5346), indice di gruppi relativamente piccoli di persone che vivono in comunità differenti in senso climatico, a distanza considerevole le une dalle altre e spesso separate da aree completamente disabitate o quasi.