Diciamo che l'articolo ha il pregio di dare un orizzonte di durata "media" dei componenti. Le variabili, come premette, sono però troppe, e dal canto mio è forse più indicato dare una durata in termini di distanze/dislivelli percorsi, o meglio ancora di rapporto tra i due. Un telaio ad esempio non ha senso che abbia una durata espressa in anni. Per quanto mi riguarda, ad esempio, per ragioni personali farei molta più distanze/dislivello di quanto non faccia, e dunque mi fermo spesso a modesti 1500-2000 km/anno con una discreta dose di salita in funzione della distanza. A questi ritmi un telaio da MTB (front/XC) può durare una 15ina di anni prima di raggiungere il limite di fatica, e parlo di telaio in alluminio. Telai in CFRP o in acciaio durano di più. Trasmissione e sospensioni sono entrambi fortemente dipendenti dal rateo distanza/dislivello. Se si fanno solo discese "lisce" e si tiene sempre ben pulito dalla polvere (pur da MTB, certo non percorsi su strada!) durano davvero tanto, se a molla poi...
C'è poi un'informazione che manca. Ogni componente è progettato con un limite stabilito per specifica di progetto. Ogni produttore avrà delle proprie specifiche interne, che immagino siano ben custodite e non di dominio pubblico (sia perché altrimenti tutti compreremmo ciò che è stato progettato in modo un pizzico più conservativo, sia perché la concorrenza ci "prenderebbe le misure"). Queste stabiliscono la reale durata prevista per un componente in funzione del suo utilizzo "standard" (che non è universale ma è parte dell'esperienza del produttore), al netto dei margini di progetto. Non sapremo mai questo dato ma. come dicevo, per alcuni componenti come il telaio c'è una aneddotica diffusa.
Sarebbe interessante - per aggiornare e rendere più "robusto" questo articolo - se riusciste a reperire informazioni di questo tipo da chi sicuramente vede arrivare i componenti a fine vita, ne vede tanti, e non ha vincoli di segretezza: mi riferisco ai meccanici dei team pro o semi-pro. I dati che raccogliereste sarebbero realistici e conservativi (sicuramente un pro stressa di più i componenti rispetto ad un amatore), e soprattutto relativamente facili da rapportare a parametri di utilizzo sensati (come proponevo, distanza/dislivello) e ben noti agli utilizzatori di tali mezzi (chi compete sa benissimo le distanze e i dislivelli che percorre su base annua).