Ci sono cose nell'articolo che sono condivisibili, anche perché inconfutabili. Però c'è qualcosina che manca. Siamo sicuri che siano elencate tutte le ragioni per le quali è preferibile un sistema rispetto all'altro? E che, peraltro, determinano un più consono campo di utilizzo? Ad esempio, se è vero che l'efficienza di un cambio tradizionale a catena è più elevata (anche se di poco) di una qualsivoglia soluzione a rotismi, è anche vero che questa è superiore quanto a longevità senza bisogno di interventi di manutenzione né di cambio di componenti. Ciò rende superiore la trasmissione a rotismi, sia essa collocata centralmente nel telaio o nel mozzo posteriore (che, rispetto all'articolo, non sposta il peso al centro del mezzo, pur rimanendo sempre una gearbox), rispetto al cambio tradizionale se si ha necessità di qualcosa di durevole nel senso più ampio del termine. Ne viene che se si deve allestire una bici da bikepacking per farsi io giro del globo, un cambio a rotismi con trasmissione a cinghia è la soluzione perfetta. Ciò non significa, però, che sia la soluzione migliore per la MTB che si usa nel weekend o in gara.
Per l'applicazione al mondo delle e-bike ha forse senso. Dell'efficienza l'utente medio se ne infischia. L'utente medio è più spesso uno che manco sa lubrificare la catena come si deve. In tal senso un cambio a rotismi può avere un suo perché.