Opinione La chimera del cambio integrato

marco

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Ieri Pinion ha presentato una novità molto interessante: la trasmissione integrata nel motore di una bici elettrica. Tanti i commenti "finalmente!" oppure "Era ora di mettere il tagliaravioli in naftalina!". Eppure uno sguardo attento alla tecnologia dietro il gearbox dovrebbe far salire notevolmente le azioni del tanto bistrattato "tagliaravioli", detto...
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Treppy

Biker dantescus
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Rockrider XC100S
La penso esattamente come te, ulteriore complicazione da manutenere, in cambio di cosa?
In cambio di aspetti negativi superiori a quelli positivi... non lo prenderei nemmeno in considerazione! Neanche su ebike.

Per quanto riguarda il nuovo cambio senza forcellino sembra davvero la rivoluzione, ma lo diventerà quando i prezzi diventeranno umani e potrà davvero pensare di sostituire i normali deragliatori appesi al forcellino.
 
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giouncino

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Io ho la cinghia e cambio nel mozzo posteriore (nexus) sulla mia bike da commuting senza motore.
Perfetta per i circa 30km giornalieri che devo fare ma per una mtb non andrebbe bene secondo me perché:

Cinghia e cambio interno hanno attriti significativi
Il cambio pesa molto di più
In inverno, col feeddo mi capita spesso che il Nexus si ghiacci e non cambi per niente e non c'è nulla da prendere a calci per farlo rifunzionare (a differenza del cambio tradizionale)

Insomma, é perfetto per commuting, ma non per la mtb dove spesso arrivo al limite della fatica già così, mentre nella tratta casa-lavoro é tutto allenamento e va benissimo!
 
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AlfreDoss

Biker electrificatus
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Sotto il Canto (BG)
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Io ho la cinghia e cambio nel mozzo posteriore (nexus) sulla mia bike da commuting senza motore.
Perfetta per i circa 30km giornalieri che devo fare ma per una mtb non andrebbe bene secondo me perché:

Cinghia e cambio interno hanno attriti significativi
Il cambio pesa molto di più
In inverno, col feeddo mi capita spesso che il Nexus si ghiacci e non cambi per niente e non c'è nulla da prendere a calci per farlo rifunzionare (a differenza del cambio tradizionale)

Insomma, é perfetto per commuting, ma non per la mtb dove spesso arrivo al limite della fatica già così, mentre nella tratta casa-lavoro é tutto allenamento e va benissimo!
Volendo lo si può montare con la catena, ovvio non avrà manutenzione zero al pari della cinghia.
 
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Lo vedrei piu' per un uso cargo-bike. Inoltre, visto la frequenza di problemi riscontrati dai motori elettici ( un po di tutte le marche) , sarebbe stato forse meglio poter dividere la scatola del cambio con il corpo contenente motore ed elttronica per poterla spedire in riparazione). Questo pero' probebilmente avrebbe sigificato un aumento di peso dell'unità.
 
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albatros_la

Biker assatanatus
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Ci sono cose nell'articolo che sono condivisibili, anche perché inconfutabili. Però c'è qualcosina che manca. Siamo sicuri che siano elencate tutte le ragioni per le quali è preferibile un sistema rispetto all'altro? E che, peraltro, determinano un più consono campo di utilizzo? Ad esempio, se è vero che l'efficienza di un cambio tradizionale a catena è più elevata (anche se di poco) di una qualsivoglia soluzione a rotismi, è anche vero che questa è superiore quanto a longevità senza bisogno di interventi di manutenzione né di cambio di componenti. Ciò rende superiore la trasmissione a rotismi, sia essa collocata centralmente nel telaio o nel mozzo posteriore (che, rispetto all'articolo, non sposta il peso al centro del mezzo, pur rimanendo sempre una gearbox), rispetto al cambio tradizionale se si ha necessità di qualcosa di durevole nel senso più ampio del termine. Ne viene che se si deve allestire una bici da bikepacking per farsi io giro del globo, un cambio a rotismi con trasmissione a cinghia è la soluzione perfetta. Ciò non significa, però, che sia la soluzione migliore per la MTB che si usa nel weekend o in gara.
Per l'applicazione al mondo delle e-bike ha forse senso. Dell'efficienza l'utente medio se ne infischia. L'utente medio è più spesso uno che manco sa lubrificare la catena come si deve. In tal senso un cambio a rotismi può avere un suo perché.
 

Paoloderapage

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io vedo un futuro per le Ebike, magari con un sistema differente rispetto a questo (un epicicloidale ?), abbinato ad una cambiata automatica in modo da rendere tutto sempre più affidabile e a prova di ''ignoranti''.
Per le bici è troppo peso complicato e pieno di attriti, inoltre come abbiamo visto con l'ultimo Sram c'è ancora margine per migliorare i cambi a deragliatore.
 

marika.f

Biker superis
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Una trasmissioni ad ingranaggi, chiusa in un carter protetto e lubrificato, fa meno attrito di una trasmissione a catena, peraltro "aperta", non protetta.
Non ho mai visto gli esplosi e i disegni di dettaglio. Se vi sono attriti importanti, non è certo colpa degli ingranaggi, ma molto probabilmente del meccanismo di cambiata scelto.

Il principale vantaggio del gearbox accoppiato al motore, è che può funzionare anche con la coppia retrograda, ovvero rende possibile la rigenerazione in discesa. Cosa impossibile con il deragliatore posteriore.
 

bughy1978

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Trek Fuel EX8
Ci sono cose nell'articolo che sono condivisibili, anche perché inconfutabili. Però c'è qualcosina che manca. Siamo sicuri che siano elencate tutte le ragioni per le quali è preferibile un sistema rispetto all'altro? E che, peraltro, determinano un più consono campo di utilizzo? Ad esempio, se è vero che l'efficienza di un cambio tradizionale a catena è più elevata (anche se di poco) di una qualsivoglia soluzione a rotismi, è anche vero che questa è superiore quanto a longevità senza bisogno di interventi di manutenzione né di cambio di componenti. Ciò rende superiore la trasmissione a rotismi, sia essa collocata centralmente nel telaio o nel mozzo posteriore (che, rispetto all'articolo, non sposta il peso al centro del mezzo, pur rimanendo sempre una gearbox), rispetto al cambio tradizionale se si ha necessità di qualcosa di durevole nel senso più ampio del termine. Ne viene che se si deve allestire una bici da bikepacking per farsi io giro del globo, un cambio a rotismi con trasmissione a cinghia è la soluzione perfetta. Ciò non significa, però, che sia la soluzione migliore per la MTB che si usa nel weekend o in gara.
Per l'applicazione al mondo delle e-bike ha forse senso. Dell'efficienza l'utente medio se ne infischia. L'utente medio è più spesso uno che manco sa lubrificare la catena come si deve. In tal senso un cambio a rotismi può avere un suo perché.
Da bikepacking anche no, se ti si rompe il Pinion in Romania o a Bergamo, chi te lo ripara?
Un cambio tradizionale in qualche modo, qualcuno te lo sistema...a martellate magari ma funzionerà.
 
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Boro

Biker meravigliosus
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Una trasmissioni ad ingranaggi, chiusa in un carter protetto e lubrificato, fa meno attrito di una trasmissione a catena, peraltro "aperta", non protetta.
Non ho mai visto gli esplosi e i disegni di dettaglio. Se vi sono attriti importanti, non è certo colpa degli ingranaggi, ma molto probabilmente del meccanismo di cambiata scelto.

Il principale vantaggio del gearbox accoppiato al motore, è che può funzionare anche con la coppia retrograda, ovvero rende possibile la rigenerazione in discesa. Cosa impossibile con il deragliatore posteriore.
Non ne sono molto sicuro. La trasmissione a catena assorbe pochissima potenza, credo proprio sia la trasmissione più efficiente che esista e su questo la lubrificazione ha un fattore trascurabile.
La funzione primaria della lubrificazione è assicurare la durata della catena più che ridurre l'assorbimento di potenza.
Una catena ad es. con or e grasso lubrificante sigillato nei perni assorbe molto più potenza di una catena senza. Ma dura molto di più.
Per cui non si usa nelle corse ma si usa su strada.
 

avalonice

Biker grossissimus
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ovunque
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con le ruote
Una trasmissioni ad ingranaggi, chiusa in un carter protetto e lubrificato, fa meno attrito di una trasmissione a catena, peraltro "aperta", non protetta.
Purtroppo non è così.
L'efficienza di una classica trasmissione da bici supera il 95%, se male lubrificate e mal regolata l'efficienza scende ma resta comunque parecchio alta.
Le trasmissioni epicicloidali invece hanno grandi differenze di efficienza a secondo del rapporto usato, con certi rapporti ci si avvicina all'efficienza della trasmissione tradizionale ma con altri si è molto lontani.
Cito un po' a memoria ma secondo alcuni test si dissipano fino a 25w, che per un ciclista che ne produci 100w non sono pochi.
 
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marika.f

Biker superis
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Orbea
La trasmissione a catena assorbe pochissima potenza, credo proprio sia la trasmissione più efficiente che esista e su questo la lubrificazione ha un fattore trascurabile.
Le trasmissioni epicicloidali invece hanno grandi differenze di efficienza a secondo del rapporto usato, con certi rapporti ci si avvicina all'efficienza della trasmissione tradizionale ma con altri si è molto lontani.

Una coppia di ingranaggi, ad assi paralleli, con dentatura elicoidale, ha rendimento 0.98
Una coppia ruote-vite senza fine, scade ad un misero 0.4 per rapporti dell'ordine del 1:30 e diventa non reversibile, autobloccante
Un riduttore epicicloidale è tutta un'altra cosa, in termini di rendimento, e non è il caso del pinion.

Qua è molto probabile che gli attriti percepiti siano colpa del fatto che TUTTI gli ingranaggi siano costantemente in presa, anche se non trasmettono coppia, e assorbano potenza.

Ma non è colpa dei poveri ingranaggi.
Se riuscissero a farlo con treni di ingranaggi scorrevoli e innesti frontali, sarebbe tutto un altro paio di maniche.
 
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