Il maledetto COVID ....
Lavorando in autonomia, il COVID mi è passato a fianco, ma non ha avuto un impatto diretto sulla mia vita.
Andavo in studio anche nel 2021, quando il mondo era immobile, col fiato sospeso.
Ricordo queste strade vuote, con le gazzelle agli angoli delle strade e il telefono improvvisamente ammutolito.
Ricordo anche il sollievo dato dalla possibilità di muoversi e girare in bici, e le mezz'ore passate su koomoot per strutturare il percorso più lungo possibile da compiersi all'interno del mio piccolo comune. E il sollievo derivante dalla scoperta di poter girare anche fuori dai suoi confini.
E tuttavia .... quando era passata anche l'ondata omicron, quando pareva finita .... ci sono caduto anche io.
Due settimane rinchiuso in casa a far tamponi e cercare di lavorare sul tavolo della cucina. Alcuni giorni di male alle ossa e tosse cavernoso. Alcuni giorni di febbre e poi il nulla, salva la tediosa conta dei minuti che mancavano alla fine della quarantena.
Ma tanto normale, alla fine, non è.
Avevo sentito parlare dell'assenza di fiato da covid, ma mi era parsa una di quelle cose da giornali da casalinghe. Una di quelle "malattie impiegatizie", con la tizia che ti telefona dicendo che ha 37.5 e il medico gli ha dato 4 giorni. E tu, che è una vita che lavori anche con la febbre a 39, rispondi con falsa solidarietà: "accidenti, mi dispiace, non preoccuparti, ripigliati". E intanto, dentro di te, pensi: "37,5 e stai a casa 4 giorni? vergogna".
Sarano anche cose da casalinghe, ma sono settimane che mi pianto ad ogni salita sostenuta, col fiatone e il cuore a 1000.
Le gambe ci sarebbero, è il fiato e il cardio che non ci sono più.
Anche ieri, giretto pomeridiano. Caldissimo e umido, da seccare le labbra come nel deserto. La borraccia da 1 litro, riesumata per l'occasione, che finisce in un'ora. L'idea era quella di partire da Bologna, arrivare intorno a Sasso Marconi facendo la Porrettana e poi salire per Monghidoro. E dopo, boh, le alternative per proseguire erano tante, a me sarebbe piaciuto proseguire per l'eremo di Tizzano.
Dalla Porrettana a Monghidoro è' una salita ragionevolmente tranquilla, abbiamo fatto molto di peggio. E' bella, anche, immersa in colli lussureggianti di natura.
Eppure, dopo soli 4 chilometri, ancora una volta il vuoto: niente fiato, cardio a 6000, bisogno di fermarsi.
Non rallentare (che comunque sono già abbastanza lumaca): fermarsi, piegato in avanti sul manubrio, col cuore in gola.
Ero talmente frustrato che ho girato la bici e sono tornato indietro. Mi è venuta voglia di una elettrica, e ho detto tutto.
Sgrunt.
Lavorando in autonomia, il COVID mi è passato a fianco, ma non ha avuto un impatto diretto sulla mia vita.
Andavo in studio anche nel 2021, quando il mondo era immobile, col fiato sospeso.
Ricordo queste strade vuote, con le gazzelle agli angoli delle strade e il telefono improvvisamente ammutolito.
Ricordo anche il sollievo dato dalla possibilità di muoversi e girare in bici, e le mezz'ore passate su koomoot per strutturare il percorso più lungo possibile da compiersi all'interno del mio piccolo comune. E il sollievo derivante dalla scoperta di poter girare anche fuori dai suoi confini.
E tuttavia .... quando era passata anche l'ondata omicron, quando pareva finita .... ci sono caduto anche io.
Due settimane rinchiuso in casa a far tamponi e cercare di lavorare sul tavolo della cucina. Alcuni giorni di male alle ossa e tosse cavernoso. Alcuni giorni di febbre e poi il nulla, salva la tediosa conta dei minuti che mancavano alla fine della quarantena.
Ma tanto normale, alla fine, non è.
Avevo sentito parlare dell'assenza di fiato da covid, ma mi era parsa una di quelle cose da giornali da casalinghe. Una di quelle "malattie impiegatizie", con la tizia che ti telefona dicendo che ha 37.5 e il medico gli ha dato 4 giorni. E tu, che è una vita che lavori anche con la febbre a 39, rispondi con falsa solidarietà: "accidenti, mi dispiace, non preoccuparti, ripigliati". E intanto, dentro di te, pensi: "37,5 e stai a casa 4 giorni? vergogna".
Sarano anche cose da casalinghe, ma sono settimane che mi pianto ad ogni salita sostenuta, col fiatone e il cuore a 1000.
Le gambe ci sarebbero, è il fiato e il cardio che non ci sono più.
Anche ieri, giretto pomeridiano. Caldissimo e umido, da seccare le labbra come nel deserto. La borraccia da 1 litro, riesumata per l'occasione, che finisce in un'ora. L'idea era quella di partire da Bologna, arrivare intorno a Sasso Marconi facendo la Porrettana e poi salire per Monghidoro. E dopo, boh, le alternative per proseguire erano tante, a me sarebbe piaciuto proseguire per l'eremo di Tizzano.
Dalla Porrettana a Monghidoro è' una salita ragionevolmente tranquilla, abbiamo fatto molto di peggio. E' bella, anche, immersa in colli lussureggianti di natura.
Eppure, dopo soli 4 chilometri, ancora una volta il vuoto: niente fiato, cardio a 6000, bisogno di fermarsi.
Non rallentare (che comunque sono già abbastanza lumaca): fermarsi, piegato in avanti sul manubrio, col cuore in gola.
Ero talmente frustrato che ho girato la bici e sono tornato indietro. Mi è venuta voglia di una elettrica, e ho detto tutto.
Sgrunt.