[img] Viaggio bici+treno 2012, Germania e Rep. Ceca

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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ottomilainsu

Biker assatanatus
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Rieccomi, sperando di non risultare noioso o un po' "fuori tema", visto che quest'anno calcherò un po' la mano anche sull'aspetto del servizio ferroviario estero.

L'estate del 2012 è arrivata e con essa torna la voglia di andare un po' a spasso fuori dall'Italia.
Le idee sono tante, vorrei andare di qua, no di là è meglio, ma alla fine decido di ritornare su zone già viste alcuni anni fa.
All'inizio una idea prevedeva di fare un giro verso la Spagna, ma la stagione estiva non è la più adatta per viaggiare in bici in zone calde.
Un amico era intenzionato ad aggregarsi, per questa volta non è stato possibile, chissà che leggendo il resoconto non gli venga la voglia di "osare".
Così decido di girare un po' la Germania nella Turingia meridionale, zona di Sonneberg, per poi spostarmi verso Praga dove degli amici si recheranno verso la metà di agosto.
Il tempo è sempre brutto, specie a nord delle Alpi, così di rinvio in rinvio siamo già ad inizio agosto e ancora non mi decido.
E' già tutto pronto per la partenza quando giunge la notizia del nubifragio che ha devastato la zona del Brennero, bloccando strada e ferrovia; e pensare che inizialmente avevo deciso di partire proprio per quel giorno, ma un'occhiata alle previsioni meteo mi aveva sconsigliato di partire.
Meno male, però il tempo passa, mentre il meteo migliora, ma le notizie indicano che sia la Pusteria sia il Brennero sono chiusi al traffico ferroviario.
La mattina del 7 agosto salgo sul treno per Calalzo, farò come al solito, ciclabile ex SFD fino a Dobbiaco e poi si vedrà.

La bici è la solita, nessuna modifica rispetto allo scorso anno, a parte la sostituzione del movimento centrale che aveva esalato l'ultimo respiro sulle colline della Turingia.
Il bagaglio è quello usuale, stavolta parto un po' più leggero avendo lasciato a casa alcune cose non necessarie, la bilancia si ferma un po' sotto i 20 kg tutto compreso.
Tutto compreso vale a dire che c'è anche l'attrezzo per prendere i particolari "souvenirs" che spero di trovare dove li avevano dimenticati. :mrgreen:

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Per quanto la ferrovia per Calalzo sia considerata un ramo secco, per quanto l'associazione per delinquere che gestisce politicamente e materialmente il trasporto ferroviario si dia da fare per rendere il treno sempre meno utilizzabile, a bordo non siamo in pochi e non sono l'unico in bicicletta.
Se solo... ma questo lo vedrò in Germania e in Cechia, non certo qui da noi.

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Visto che le prospettive di viaggio non sono tanto favorevoli e che vorrei arrivare più in su possibile, tiro dritto fino a Dobbiaco.
La ferrovia della Pusteria funziona, non ci sono ritardi, così prendo il treno per Fortezza.
L'alternativa sarebbe quella di scendere a Lienz, Spittal, traversare i Tauri e scendere verso Salisburgo per raggiungere Monaco; troppo lunga.

Questa volta ho rischiato. Il fondo della ciclabile è bello regolare, la pendenza mai eccessiva, così verso Cimabanche riesco a correre un po' quando la pendenza diminuisce.
Ma non ho fatto bene i conti con le recenti piogge, una pozzanghera apparentemente innocua si rivela una trappola.
La gomma liscia, il notevole peso della bici, la velocità, il fanghetto che è come il sapone... difficile tenere 35 kg di bici che decidono di andare dove vogliono, in un attimo sono a terra.
Nemmeno iniziate e già a rischio... per fortuna ho solo una piccola sbucciatura al ginocchio, cadendo la bici è andata da una parte e io dall'altra, uno strappo alla maglia dove c'è la fascia del cardiofrequenzimetro, le borse sono ancora attaccate e la borsa della macchina fotografica è inzaccherata.
Niente di rotto, tutto a posto per fortuna!
Alla prima fontana utile mi do una lavata, la polvere impalpabile di dolomia è diventata cemento e sono più bianco che altro.

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A Fortezza trovo la buona notizia. A due giorni di distanza dal disastro la ferrovia è stata riaperta, quindi al Brennero salirò in treno.

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La vista dal treno non è delle più piacevoli, già prima di Vipiteno si capisce che le proporzioni del disastro sono notevoli.
Acqua e detriti sono dappertutto, le foto sono eloquenti.

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Qui siamo tra Vipiteno e Colle Isarco.

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Dal Brenero a innsbruck la ferrovia è chiusa, si sta lavorando al rinnovo totale del binario.
Poco male, è tutta discesa e questo era nei programmi.

Una curiosità: devono lavorare su un elettrodotto, stanno montando una protezione costruita con pali di legno.
Dalle nostre parti non si lavora più così, siamo noi troppo moderni o sono loro arretrati?
Oppure, pragmaticamente, questa è la soluzione più rapida ed economica per risolvere il problema?

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Il Ponte Europa, per una volta riesco a vederlo da sotto con il bel tempo.

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A Innsbruck riprendo il treno, arriverò a Monaco in serata.
Ma prima bisogna dare una sbirciatina a questa locomotiva...

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Dopo cena torno in stazione per fare il biglietto per l'indomani, ho deciso che prenderò un treno fino a Hof e da lì via in bici verso le colline della Turingia.

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1/ continua.
 
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Hai ragione!
Purtroppo questa volta mi sono dimenticato di avvisarti e al ritorno ho scelto un'altra via.
Concedimi l'attenuante della "fretta", già così sono arrivato a Monaco abbastanza tardi e devo pure essere contento di essere arrivato.
 

ottomilainsu

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2/ Da Monaco a Bad Steben

Ore 9 e qualche minuto, parte il treno "Alex" per Regensburg - Hof.
La compagnia che effettua questo treno è di proprietà del gruppo FS.
Che c'entra, direte.
Ma questo è di fatto un treno regionale, il contratto tra il Libero Stato di Baviera e l'impresa ferroviaria è chiaro al riguardo.
Non è il solito regionalaccio sporco e scassato a cui siamo abituati, ha persino la carrozza bar ed è bello robusto come composizione.
Qui si sale con il biglietto regionale o, meglio, con il "Bayern-Ticket".
Questo biglietto è a tutti gli effetti un abbonamento integrato valido su tutti i treni regionali e i mezzi pubblici della Baviera.
Con 20 euro si viaggia dalle 9 alle 03 del mattino dopo senza pensiero di fare altri biglietti, senza preoccuparsi della compagnia di trasporto.
In Veneto ci raccontano un sacco di balle, la più clamorosa è quella del "biglietto integrato" che non sarebbe possibile senza una unica compagnia di trasporto pubblico, che gestisca tutto, dal salvagente in laguna all'asinello del Monte Rite.
Nulla di più falso, ripeto, e mi vien da pensare che in Regione più di uno agisca in malafede.
Ma perché non vengono a farsi un giretto in Baviera?
Ad ogni modo, che si tratti di incompetenza, malafede o "associazione per delinquere", il contrasto è stridente.
Non è il caso di dare la colpa alla Germania se i trasporti pubblici non funzionano da noi.
Ci siamo capiti, spero.

Si parte, la "Taurus" scatena la sua potenza con accelerazioni mai provate in Italia.
Qui non si fanno le pippe mentali nostrane, qui i treni devono camminare, "treno fermo non fa danno" in Italia, "treno fermo non porta gente" in Germania.
Difatti il treno è praticamente pieno, mi farò le tre ore e mezza di viaggio verso Hof seduto su uno strapuntino del vano bici della "UIC-X" trasformata per metà in carrozza bici, in compagnia di un gruppo di metallari reduci da un raduno metal da qualche parte della Germania e diretti a Lipsia.
E su questo treno ce ne sono ben tre di carrozze bici, tutte piene!

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A Regensburg si cambia, ma non treno, si cambia trazione.
Otto minuti di sosta e la Taurus lascia il posto ad una Eurorunner Diesel, poi via verso Hof.

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La stazione di Hof è cambiata parecchio dalla mia ultima visita di due anni fa.
L'elettrificazione è arrivata fin qui, a completamento della linea che proviene da Chemnitz (Dresda, Lipsia, Berlino...).
Per sostenere la linea aerea i tedeschi usano il classico sistema delle torri a traliccio con sospensione a catenaria.
Da noi avrebbero installato quegli orrendi portali a traliccio, almeno 2000 tonnellate di ferro per tenere su quattro fili... come si fa a non pensar male?

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La vecchia passerella pedonale in ferro intralciava ed è stata demolita, al suo posto c'è questo nuovissimo ponte che permette il passaggio a biciclette e disabili in carrozzina.
Costruito e aperto prima che sia completata l'elettrificazione, qui i diritti dei pedoni sono sacri, la ferrovia non deve essere una barriera insormontabile.
Le auto? fanno il giro, ovvio.

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Questo però non mi piace...
La vecchia rotonda del deposito locomotive è stata parzialmente demolita, forse era pericolante dopo decenni di abbandono, peccato.

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Dopo il necessario rifornimento di cibarie finalmente si parte, direzione Bad Steben, al confine con la Turingia.
Stavolta non seguo il corso della Saale, già percorso anni fa, anche se così facendo dovrò sorbirmi non poco dislivello su e giù per le colline.
Ma il panorama è bello, il tempo anche e le strade sterrate hanno un bel fondo.

Curioso questo ponte ad archi a sesto acuto, risale al 1850 circa.
Un suo simile era a Desenzano sulla ferrovia Milano - Venezia costruita dagli austriaci nel 1840-1850, la Seconda Guerra Mondiale lasciò solo macerie.
Anche qui lasciò macerie e divisioni, il mondo occidentale terminava a Hof e per passare oltre, verso Berlino, ti piombavano il treno, non potevi scendere né aprire le porte.
Vent'anni dopo è un "brutto" ricordo.

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E poi c'è lei, la ferrovia, la linea Hof - Bad Steben anch'essa tagliata dalla Cortina di Ferro.
Una linea che definire secondaria è poco, che raggiunge una modesta località termale di 3560 abitanti all'estremo nord della Baviera, a 400 km da Monaco.
Eppure il treno arriva ancora fin qua.
I passaggi a livello sono con semibarriere solo per le poche strade di una certa importanza, tutti gli altri hanno giusto un segnale luminoso o neppure quello.
Il treno non corre, al massimo va a 60 km/h e ad ogni PL incustodito deve rallentare, suona e poi riaccelera.
Non mancano punti suggestivi.

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Le stazioni sono minimali: un cartello, un marciapiede nemmeno asfaltato.

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Le curve devono avere un raggio ben stretto, se si ricorre alla controrotaia e il limite di velocità è di 20 km/h!

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Questi cocci ricordano che una volta le comunicazioni viaggiavano sui fili aerei.

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Arrivo a Bad Steben, capolinea di questa breve ferrovia, trovo un alloggio a due passi dalla stazione.
In fondo sono in un paesello come tanti dalle nostre parti, il Cadore al confronto è una metropoli.

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Ma non dimenticate che ho ancora il Bayern-Ticket valido fino alle 3 dell'indomani, e qui l'ultimo treno per Hof parte alle 21.42 e torna alle 23.20!
Avete capito che cosa intendo fare?

2/ Continua.
 

flapane

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Come gli altri, lo leggerò con interesse, visto che sono appassionato di trasporti e ferrovie.
Sapevo del Bayern Ticket, è così che si lavora con i turisti, e si forniscono servizi ai residenti. Con un pugno di fave si va a Norimberga e Salisburgo.
Auguri
 

ottomilainsu

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Come gli altri, lo leggerò con interesse, visto che sono appassionato di trasporti e ferrovie.
Sapevo del Bayern Ticket, è così che si lavora con i turisti, e si forniscono servizi ai residenti. Con un pugno di fave si va a Norimberga e Salisburgo.
Auguri

Quando parlerò della Turingia, che alla Baviera sta come l'Abruzzo sta alla Lombardia, credo che a molti verrà ancor di più il magone per come ci stiamo suicidando con le nostre mani.
 

ottomilainsu

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3/ Giretto in treno, molto istruttivo.

Si, visto che il biglietto è ancora valido intendo sfruttarlo per un giretto fino a Hof con l'ultimo treno della sera.

Il servizio è svolto dalla Agilis, una della tante compagnie di trasporto "private" che in Germania prendono in appalto il servizio su determinati gruppi di linee.
Fino a un paio di anni fa qui prestava servizio la Vogtlandbahn, oggi di proprietà Trenitalia, ma al momento del rinnovo hanno perso la gara, vinta da un altro che ha chiesto meno contributi pubblici per effettuare lo stesso servizio.

Questa è la prima dimostrazione che non serve una compagnia unica per gestire il servizio, basta che lo Stato faccia il suo dovere.
In Baviera una compagnia unica dal bus al treno passando per tram e metropolitane sarebbe una mostruosità perché lo stato è enorme, è vero che il grosso del servizio ferroviario è ancora garantito dalle DB, ma i piccoli si fanno spazio.

Dunque il treno per Hof viaggia dalle 6.37 alle 21.42, cadenzato al minuto .37 verso Hof, ogni ora, per 16 corse in un verso e altrettante nell'altro.
Da Hof parte al minuto .33 e solo l'ultima corsa della sera parte con un intervallo di due ore, dalle 20.37 si salta alle 22.37 (così si allunga il termine del servizio).
Niente IPO (interruzioni ovvero buchi d'orario per manutenzioni inesistenti) durante la giornata, ci sono ben SEDICI coppie di treni!
In una stazione intermedia si fa incrocio, non è un servizio a spola.
Solo le ultime due corse della sera non sono strettamente cadenzate, partono un po' più tardi perché non effettuando incrocio impiegano qualche minuto di meno e per arrivare a Hof nell'orario esatto di nodo possono permettersi di farti restare a Bad Steben qualche minuto in più.
Non ti fanno aspettare CINQUE minuti fermo nella stazione intermedia senza incrociare alcunché.

Dunque... a Bad Steben il binario è tronco, non vi sono segnali di partenza.
Come funziona?
C'è una sola lucetta blu che all'ora giusta lampeggia.
Niente capostazione, ma il controllore a bordo treno c'è.
Visto che sono l'unico passeggero in partenza, visto che scatto foto, il capotreno è incuriosito e cominciamo a dialogare.
Anzi, già che c'è, domanda al macchinista se posso accomodarmi in cabina... non mi par vero!

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Il treno è un nuovissimo RegioShuttle Br650 della Stadler, automotrice a pianale ribassato per servizi vicinali.
Rodiggio Bo-Bo, due motori da 275 kW, velocità di 120 km/h e ottima accelerazione.
Dalle specifiche Stadler può viaggiare in comando multiplo fino a 5 unità.
Ampie vetrature, luminosità e ambiente unico lo rendono simile ad un grande autobus, una versione moderna dello "schienenbus".
Questo è allestito con 101 posti a sedere, in parte su strapuntini, con spazio multifunzione per carrozzine e bici, una ampia toilette per disabili.

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Sono l'unico passeggero :mrgreen: , quindi... perché un treno e non un bus?

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Semplice: perché il treno è più spazioso, più comodo, puoi portare bagagli ingombranti, chi è su una carrozzina sale e scende con facilità, il treno viaggia con il bello e il brutto tempo, con il sole o con la neve.
Con la neve i bus vanno fuori strada, e quassù di neve ne cade tanta!
Così parlò il capotreno.

Dalla cabina, anche se è notte, si può capire parecchio.
Intanto questi hanno i "fernlicht" o fari di profondità, ci vedi veramente bene e per una linea dove si marcia praticamente a vista con PL incustoditi e rallentamenti continui questo è fondamentale.
Poi vedi che il PL è comandato dal macchinista con una "pistola laser" (è quella gialla appoggiata sul banco di guida), quindi viene attivato solo al momento opportuno, resta chiuso pochissimo; gli automobilisti ringraziano.
Una luce lampeggiante avvisa della avvenuta chiusura.
Non c'è un Dirigente Centrale Operativo che lo deve chiudere, magari a 200 km di distanza!

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Nelle fermate intermedie salgono e scendono alcune persone, ma il numero non raggiunge le dita di due mani.

A Hof arriva sullo stesso binario del servizio corrispondente per Selb Stadt, altra località servita dalla Agilis; uno che dovesse proseguire non deve nemmeno cambiare marciapiede; un binario, due treni.
Naturalmente nei 23 minuti di "cambio", che sembra un'eternità, a Hof giungono e partono i servizi da e per Monaco, Norimberga, Dresda.
Chi arriva o parte con la lunga percorrenza deve aspettare al più una decina di minuti.

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Nel tempo di attesa mi ricordo di fotografare un avviso, l'elettrificazione e la nuova passerella di stazione.
Faccio notare che per elettrificare 73 km di linea a doppio binario, tra Hof e Reichenbach, hanno speso circa 120 milioni di euro.
Linea tutta all'aperto, senza gallerie, al più qualche sovrappasso da rifare.
Giusto per rendere l'idea, le nostre due linee bellunesi (Conegliano - Ponte nelle Alpi e Treviso/Castelfranco - Montebelluna - Belluno - Calalzo) non elettrificate che si sviluppano per circa 160 km, contano la bellezza di 87 gallerie, e rifare una galleria costa, costa, costa.

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Non manca la emettitrice dedicata (che vende tutti i biglitti) e c'è pure a bordo treno.

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Nel viaggio di ritorno siamo in tre passeggeri, oltre a macchinista e capotreno, ovviamente.
Chiacchiero ancora un po' con il capotreno, gli domando dove proseguisse la linea, così mi spiega che Bad Steben è sempre stata stazione terminale, la linea per Saalfeld si staccava da Marxgrün ed entrava nella "Hollental", Valle dell'Inferno, fino a Blankenstein dove tutt'oggi termina la linea da Saalfeld.
Nei progetti c'è la ricostruzione della ferrovia, la ricucitura di una delle tante ferite della Seconda Guerra.
E pure da Selb si intende ricostruire la linea che andava in Rep. Ceca.

Da noi si eliminano i treni per i posti di confine e si chiudono ferrovie, da loro le riaprono e si va oltre confine in treno.

Ore 23.22, Bad Steben.
Il treno torna indietro a vuoto, non dorme qui.

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Io invece dormo qua vicino, domattina si va giù per la Valle dell'Inferno alla ricerca della ferrovia perduta.

3/ Continua.
 
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4/ Ritorno in Turingia

La mattina del terzo giorno si presenta con il bel tempo.
Mi ero dimenticato di specificare che finora non ho trovato una goccia di pioggia, sperando che continui così.

Parto da Bad Steben e invece di andare avanti torno indietro fino alla diramazione per la Hollental, ma prima do ancora un'occhiata a questa pittoresca ferrovia.
Questa è la locanda dove ho dormito, il posto è tranquillo e silenzioso.

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Aspetto il treno in corrispondenza di questa "S", la velocità è tale che ho tutto il tempo di trovare la giusta inquadratura.

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Qui comincia la valle dell'Inferno, niente di che rispetto alla tipica valle alpina.
Ma qui non siamo sulle Alpi.

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Una comoda strada forestale la percorre.

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Ecco la ferrovia, per riattivarla dovranno lavorare un po', settant'anni di abbandono si fanno sentire.

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In breve sono al confine, qui stazionano dei mezzi a memoria della ferrovia dismessa.
La locomotiva è un particolare mezzo a vapore senza caldaia, veniva caricata con acqua surriscaldata e andava avanti finché la "carica" si esauriva.

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Il confine; ne incontrerò parecchie di queste tabelle.

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Eccomi a Blankenstein, dove ricomincia la ferrovia.
Altro stato, altra compagnia, servizio essenziale ma distribuito per tutta la giornata, cadenzato ogni due ore con rinforzo negli orari di pendolarismo.
Comunque si viaggia dalle 5.30 alle 19.40, non male, per essere un paesello di OTTOCENTOSETTANTA abitanti!
Si, avete capito bene, 870 abitanti!
La ferrovia si è salvata perché qui ha sede una grossa cartiera, il legname necessario viaggia anche e soprattutto via ferrovia, lo scalo testimonia il rilevante traffico merci.
La "Zellstoff und Papierfabrik Rosenthal" trasporta via ferrovia il 63% della sua produzione e se vi fosse il collegamento con la Baviera potrebbe aumentare questa quota, ed è il più attivo tra i sostenitori del progetto di riattivazione della "Hollentalbahn".

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C'è anche un particolare che rende questa ferrovia "indispensabile": a Blankenstein inizia il "Rennsteig", un cammino di circa 170 km che affonda la sua storia nel medioevo, il più antico e il più frequentato di Germania, che attraversa la Thuringer Wald e termina vicino al Wartburg, cuore storico e spirituale della Germania.
Chi lo vuole percorrere può arrivare qui da Saalfeld in treno, o tornare verso casa una volta terminato qui.
In treno, non in autobus o peggio ancora in macchina.
100000 persone in media lo percorrono ogni anno, 100000 potenziali clienti delle ferrovia e di tutto il resto.

Io proseguo lungo la pista ciclabile, destinazione Hockeroda e poi Sonneberg (così speravo).

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La grande fabbrica è ben visibile da una delle tante collinette che bisogna valicare.

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Per fortuna è corta...

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La valle non è molto abitata, i paesi sono piccoli, questo è Bad Lobenstein, capoluogo del comune che conta circa 6000 abitanti.

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La stazione... già, la stazione.
Traffico merci, perbacco! Locomotori nuovissimi in una stazioncina che ti fa tornare indietro di cinquant'anni.

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Non ci sono sottopassaggi, sbarre, cartelli.
L'aspetto è alquanto dimesso, ma la cosa più importante c'è.
Il servizio, ovviamente.
Non ci sono pannelli a messaggio variabile, l'orologio è d'epoca, il treno è segnalato da una lampadina che si accende, ma c'è.
Sembrerò monotono, ma in Italia troviamo stazioni fantascientifiche senza treni, pannelli di ultima generazione per indicare la fermata di due treni in tutta la giornata, sottopassaggi galattici per tre passegeri...
Per favore, non parliamo male dei tedeschi, almeno loro i soldi li spendono in cose utili, non li buttano via in opere fatte per non si sa che per poi chiudere la linea.

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Diramazione a Unterlemnitz per Ebersdorf, a destra; a sinistra si prosegue per Saalfeld.
La linea raggiungeva Triptis, serpeggiando tra colline praticamente disabitate, è stata chiusa non molti anni fa ma non viene smantellata in quanto potrebbe essere riattivata se vi saranno le condizioni.

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Poco più avanti, a Wurzbach, c'è il "regresso", ovvero la ferrovia è costretta a fare inversione di marcia.
Non essendoci lo spazio per una curva adeguata all'epoca della costruzione si optò per questa soluzione; il treno arriva e inverte la marcia.
Quanto tempo si perde?
Pochi minuti.

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Piove, poi torna il sole.
Intermezzo floreal-faunistico, la farfalla è una bella Argynnis paphia, un nifalide parente delle più note vanesse.

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E questo è un "souvenir" di quelli che cercavo, affiora lungo la scarpata della ferrovia che costeggia la strada.
Non è rimasto lì. :mrgreen:

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A Leutenberg ricomincia a piovere, ma smette in breve; è ora di fare una sosta per mangiare qualcosa, sotto a quel grande albero accanto alla stazione.
Notare quanta gente prende il treno.

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E così fotografo questo pannello di benvenuto dell'epoca che fu, quando le vacanze nella DDR si facevano più o meno obbligatoriamente in certe località predeterminate.
Leutenberg era una di queste.

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Ancora pochi chilometri e la valle termina, invece che girare verso Saalfeld svolto per Probstzella e per la comoda strada che scende verso Sonneberg.

4/ fine prima parte.
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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Non ci avevo proprio fatto caso!
Sarà perché la Jugoslavia era uno stato "non allineato", non troppo compromesso con l'occidente, quindi accessibile con una certa facilità.

Ci sono storie rocambolesche di persone fuggite dalla DDR passando attraverso la Jugoslavia.
Una signora riuscì nel suo intento andando in vacanza in Bulgaria, all'epoca località "dei mari del sud" per i tedeschi dell'est.
Da lì, chiusa in una valigia appositamente preparata, si fece spedire a Belgrado da dove riuscì a raggiungere l'ovest.
 

pedalatore77

Biker superis
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Merida
Ciao, complimenti per il report. Un' informazione, conosci il tedesco o usi l'inglese nei tuoi giri in Germania? Vorrei anche io fare un giro li ma sono a zero con il tedesco.
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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Ciao, complimenti per il report. Un' informazione, conosci il tedesco o usi l'inglese nei tuoi giri in Germania? Vorrei anche io fare un giro li ma sono a zero con il tedesco.


Grazie.
Con l'inglese me la cavo bene; del tedesco... dopo qualche anno che vado all'estero, e complice l'interesse, qualche parola la comprendo, però non chiedermi di comporre una frase.
Con il linguaggio internazionale dei gesti te la cavi ovunque, magari ti portano una birra in più che non volevi ordinare :mrgreen: .
Nella seconda parte del giro sono passato in Rep. Ceca, lì non capisco un'acca e non si trova facilmente chi parli inglese.
Sono sopravvissuto. ;-)
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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4/ seconda parte

La strada è bella, non è ripida ed è deserta.
Per forza, è chiusa per lavori, non si passa in auto; ma di solito in bici si passa, quindi procedo.
Purtroppo anche la pista ciclabile è chiusa, sono lavori importanti, niente da fare.
Solo il treno passa perché questa è la direttrice Monaco - Norimberga - Lipsia - Berlino.

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Vorre prendere il treno, ma la stazione più prossima non fa servizio viaggiatori.
O torno verso Saalfeld, o trovo una via alternativa.
Il GPS in questo caso aiuta, cerco le possibilità e ne approfitto anche per mangiare qualcosa.
E butto l'occhio in stazione.

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Questi qui vorrei prendermeli, tutti quanti, compreso il supporto... ma sulla bici non ci stanno e non è facile arrivarci su.
Me li porto via in foto, è già qualcosa.

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Non mi resta che imboccare una strada alternativa, passando per la Koenigsthal, "Valle del Re", si può arrivare comunque a Sonneberg, evitando soluzioni poco ortodosse per sentieri che una bici carica non può certo affrontare.

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Il nome è altisonante, il paesello è minuscolo e carino.

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Ma la strada è terribilmente ripida, sale al 15-20% e in breve sono in cima alle colline.

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Quassù c'è un gruppetto di case, Goesselsdorf, mi sa che un cicloturista è un evento pure per loro, non solo mi salutano, ma mi offrono un ristoro e mi domandano se serve aiuto.
In qualche modo riesco a spiegare che sto andando a Sonneberg, mi indicano la strada e vedendomi sudato e impolverato mi dicono che se voglio farmi una doccia per rinfrescarmi, i loro servizi sono a disposizione!
Ringrazio, declino cortesemente l'offerta, la strada per Sonneberg è ancora lunga e il pomeriggio avanza.

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Le possibilità sono due: o passare per Graefenthal, Probstzella e riprendere la strada inizialmente prevista, o puntare su Neuhaus e scendere direttamente a Sonneberg.
Opto per la seconda, molto più breve, ignaro delle malefiche pendenze che mi attendono.

Per un po' si scende, a Schmiedefeld si incrocia la fu ferrovia Probstzella - Sonneberg, vittima della riunificazione.
Ma ne parlerò più avanti.

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Viadotti imponenti...

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... lassù, volendo, a quelli si arriva con le mani.
Lasciamo perdere, l'idea sarebbe un po' troppo malsana.

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Da qui per Neuhaus la strada si impenna, una rampa micidiale porta agli 830 m di quota del paese, 1 km al 15%!
Piglio il treno?
Manco per sogno, ora è tutta discesa fino a Sonneberg!

Questo è un altro capolinea, una ferrovia che si inerpica su questo piccolo altopiano dove passa il Rennsteig.

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E poi giù!

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Anche la ferrovia non scherza quanto a pendenza.

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Sono a Ernstthal, un tempo diramazione della ferrovia oggi chiusa, verso Probstzella.
Per salire a Neuhaus il treno deve fare inversione di marcia, detta tecnicamente "regresso".

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Lauscha, nuovo regresso. Giusto una di foto, la meta della giornata è ancora abbastanza lontana.

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Steinach, qui il treno passa in mezzo alle case, per trentotto volte al giorno.

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Ora la strada scende dolcemente, complice la costante discesa tiro dritto per Sonneberg, dove giungo comunque piuttosto tardi.
Trovo un alloggio e mi sistemo, la giornata è stata lunga, 10 ore in sella, 119 km con quasi 1500 metri di dislivello in salita tra le colline della Turingia, ma con pendenze degne delle Alpi più impegnative.

Traccia GPS della giornata: http://tc.mtb-forum.it/traccia.php?id=15938

4/ continua.
 

volatino

Biker tremendus
27/7/11
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AP
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che spettacolo ottomilainsù, ancora una volta grazie per i tuoi magnifici resoconti.
sarà che la baviera un pò ce l'ho nel cuore, ma vedere le tue foto mi fa davvero venire voglia di (ri)partire. -e in realtà dalle ultime foto i paesaggi non sembrano molto differenti dalla baviera centro-sud, a parte l'aspetto dei paesini forse, confermi?
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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che spettacolo ottomilainsù, ancora una volta grazie per i tuoi magnifici resoconti.
sarà che la baviera un pò ce l'ho nel cuore, ma vedere le tue foto mi fa davvero venire voglia di (ri)partire. -e in realtà dalle ultime foto i paesaggi non sembrano molto differenti dalla baviera centro-sud, a parte l'aspetto dei paesini forse, confermi?


La Turingia è più aspra rispetto alla Baviera, nella zona della Thuringer Wald i rilievi non sono molto alti, massimo 900 metri, ma le valli sono abbastanza profonde e strette.
Nella parte settentrionale e verso est si trova un po' di pianura.
Se la salita non spaventa, c'è solo l'imbarazzo della scelta, le strade forestali e i sentieri sono tantissimi.
Tra poco parlerò meglio del Rennsteig, percorso che attraversa tutta la foresta di Turingia, è fattibile sia a piedi sia in bici, 170 km circa.
I paesi e le città sono più "arretrati", ovvero non sono moderni come quelli bavaresi dove negli anni del dopoguerra hanno rifatto tutto.
Sono più ruspanti, più belli, si trovano tanti edifici in legno a graticcio, in mattoni rossi/gialli, insomma pare di andare indietro di un bel po'.
Colpa (e merito) della disastratissima economia della DDR, che ha fatto arrivare fino a l'altro ieri una Germania quasi come era prima della guerra.
Merita senz'altro una visita.

Comunque infrastrutture e trasporti sono moderni, nei vent'anni trascorsi dalla effettiva riunificazione hanno letteralmente ricostruito tutto, ferrovie, strade, autostrade.
E ancora si lavora.
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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5/ Sonneberg e "dintorni"

Sonneberg è nota per essere una delle città del giocattolo, qui ha sede un importante museo.
Prima che apra faccio un salto in stazione per fotografare il sovrapasso pedonale.
Così hanno risolto il problema, invece di imponenti scavi hanno realizzato questo altrettanto notevole sistema; ma serve anche da scavalco per la stazione, oltre che da accesso per i binari.

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Sono qui per visitare il museo del giocattolo, ospitato in questo edificio.

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Riesco a "rubare" con discrezione un paio di foto, infatti non è consentito scattare fotografie.
Giusto per capire, questa è una macchina a vapore giocattolo dell'inizio del 1900.
Più che un giocattolo, vista con gli occhi moderni, è una vera e propria opera d'arte.
Fa pensare il fatto che oggi sarebbe classificata come un oggetto pericolosissimo, per la presenza di sostanze infiammabili, parti ad alta temperatura, vapore, parti mobili facilmente accessibili.

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Posso capire le esigenze di sicurezza, però ormai stiamo esagerando.
Con queste scuse si preclude la possibilità di sperimentare, di imparare anche dai propri errori.
Mi immagino il fortunato possessore di questa meraviglia: in tenera età aveva già capito che bisognava prestare attenzione alle cose calde e alle parti in moto, facile pensare che sarà diventato un ingegnere industriale.

E che cosa dire di questi soldatini addetti al telegrafo?

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Il museo possiede preziosissime collezioni di bambole, case per bambole, pupazzi di ogni genere, modellini di treni, auto, macchinari industriali, bloccetti per costruzioni modulari, insomma presenta la storia del giocattolo in questa zona della Germania.

La città è piccola, circa 20000 abitanti, sorge ai piedi delle colline che danno origine alla Foresta della Turingia.
Il centro è manco a dirlo pedonalizzato.

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Si lavora, quando risanano una strada i lavori li fanno sul serio, e non "rubano" le vecchie pietre come da noi.

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Il vecchio municipio, nella parte antica della città.

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Sono trascorsi più di vent'anni dall'unificazione, l'Unione Sovietica non esiste più, fa un certo che vedere questo edificio, "Società per l'amicizia sovietico-tedesca" che ha visto senz'altro giorni migliori.

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Non è raro, comunque, incontrare case che hanno visto giorni migliori.
Questa bella casa a graticcio meriterebbe un restauro accurato.

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Accanto si trova un negozio chiuso da moltissimo tempo, "Konsum" era la dicitura dei negozi di generi di consumo della DDR. Quando c'erano.

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Notare il dettaglio del graticcio e come arrivava l'energia elettrica.

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Esco da Sonneberg dirigendomi verso ovest, con l'idea di valicare la Thuringer Wald e scendere verso Erfurt.
La strada prescelta non è propriamente una scorrevole pista ciclabile, ma si cammina e soprattutto niente auto.

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Questa ferrovia ha una storia tutta da raccontare, ma ne parlerò più avanti.

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Anche qui il servizio è molto buono, sebbene i paesi attraversati contino poche centinaia di abitanti.

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La stazione è divenuta casa di abitazione privata, stanno preparando la scorta di legna per l'inverno, qui d'inverno fa freddo e l'inverno dura sei mesi.
La legna è un combustibile economico anche non propriamente ecologico per le emissioni di polveri, ma dove l'economia è povera non ci sono altre soluzioni.
Gas e altro costano, se in un posto si vedono molte riserve di legna significa che i soldi da spendere non abbondano.

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La modernità avanza: questo imponente viadotto servirà per la linea ad alta velocità Bamberga - Erfurt.

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Mi godo il panorama, su e giù per le colline.

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Schalkau, grazioso paese nella valle verso Schleusingen.

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Si pedala assai bene, da queste parti.

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Schleusingen è una piccola cittadina con un bel castello, si trova in un punto di passaggio tra il nord e il sud della Turingia, il castello merita una visita.
Peccato che l'ora sia ormai abbastanza tarda e che sia chiuso.

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Che ci fa questo coccodrillo? Preobabilmente la risposta è nel museo.

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Visto che la stazione è a due passi, passo per dare un'occhiata.
Tutto morto...

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Vado avanti, voglio salire verso il Rennsteig che qui passa sullo spartiacque.

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I paesi hanno quell'aria di una volta che nella Germania occidentale è scomparsa da tempo.

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La ferrovia fa come la strada: alterna tratti pianeggianti a rampe, si sale sempre più.

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A Schmiedefeld trovo alloggio, in un paesello che mostra i segni di un passato industriale ormai tramontato.
Prima che faccia completamente buio un giro per curiosare la ferrovia abbandonata lo faccio.

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A valle della stazione il binario scende a precipizio, il GPS segna una pendenza del 6%.
Non oso immaginare le difficoltà tecniche per salire fin quassù.

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A domani.

Traccia GPS: http://tc.mtb-forum.it/traccia.php?id=15936

5/ Continua.
 

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