Punt Il sabato mattina, da Pinerolo (Val Pellice, Chisone, Germanasca)…

Maxiclimb

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Sulla Fraternali quel sentiero corre un poco più in basso, parallelamente alla sterrata: parte dalle case Ughetto.

Venerdì sono tornato a controllare, stavolta ho fatto qualche decina di metri a piedi in varie direzioni e non ho trovato niente dov'ero già passato, riproverò più in basso come dici tu.
Su BDTRE (base cartografica di riferimento del piemonte) invece è riportato come su Openstreetmap, ma evidentemente è sbagliato.
 

Maxiclimb

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Ne approfitto per un paio di aggiornamenti sulla zona dei 7 ponti:
ho fatto la classica traversata Crò-borgata Carla- Rocceria, e avevo intenzione di fare il sentiero 347 della comba dei traversi, quello parallelo ai 7 ponti.
Alla partenza c'è un foglio del comune di Pinasca che dice "Divieto di accesso, sentiero non percorribile".
Allora ho proseguito fino all'inizio dei 7 ponti, e ho trovato lo stesso cartello, ancora più esplicito, che citava anche di danni fatti dall'alluvione.
Onestamente sospetto che in qualche modo, magari con difficoltà, entrambi siano percorribili e che i cartelli di divieto siano solo per evitare grane e responsabilità da parte del Comune, però siccome l'idea di fare le acrobazie con la bici a spalle o magari dover tornare indietro se la situazione fosse stata davvero complicata, non mi invogliava molto, ho desistito.
Sono risalito su asfalto fino a Serremarchetto e ho fatto la discesa che ho postato qui sopra qualche giorno fa.
Condizioni direi abbastanza buone, la sterrata iniziale ormai è stata riassorbita dalla vegetazione ed è praticamente un singletrack, un po' dissestato ma non dall'acqua, bensì dai cinghiali!
Poi, nella parte segnalata come M2 su OSM, è un pochino sporco e c'è un breve tratto franato, ma si passa senza nessun problema.
Poi si fa tutto senza particolari difficoltà, io mentre c'ero ho sistemato qualche tratto togliendo alcuni grossi sassi e dei rami, e persino un grosso albero che era rimasto in bilico sul sentiero.
Ci sono segni di passaggio, tra l'altro, più delle altre volte in cui ero scesi di lì.
 

freesby

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Ne approfitto per un paio di aggiornamenti sulla zona dei 7 ponti:
ho fatto la classica traversata Crò-borgata Carla- Rocceria, e avevo intenzione di fare il sentiero 347 della comba dei traversi, quello parallelo ai 7 ponti.
Alla partenza c'è un foglio del comune di Pinasca che dice "Divieto di accesso, sentiero non percorribile".
Allora ho proseguito fino all'inizio dei 7 ponti, e ho trovato lo stesso cartello, ancora più esplicito, che citava anche di danni fatti dall'alluvione.
Onestamente sospetto che in qualche modo, magari con difficoltà, entrambi siano percorribili e che i cartelli di divieto siano solo per evitare grane e responsabilità da parte del Comune, però siccome l'idea di fare le acrobazie con la bici a spalle o magari dover tornare indietro se la situazione fosse stata davvero complicata, non mi invogliava molto, ho desistito.
Sono risalito su asfalto fino a Serremarchetto e ho fatto la discesa che ho postato qui sopra qualche giorno fa.
Condizioni direi abbastanza buone, la sterrata iniziale ormai è stata riassorbita dalla vegetazione ed è praticamente un singletrack, un po' dissestato ma non dall'acqua, bensì dai cinghiali!
Poi, nella parte segnalata come M2 su OSM, è un pochino sporco e c'è un breve tratto franato, ma si passa senza nessun problema.
Poi si fa tutto senza particolari difficoltà, io mentre c'ero ho sistemato qualche tratto togliendo alcuni grossi sassi e dei rami, e persino un grosso albero che era rimasto in bilico sul sentiero.
Ci sono segni di passaggio, tra l'altro, più delle altre volte in cui ero scesi di lì.
I sette ponti di fanno"tranquillamente".. a parte qualche passaggio da fare a piedi.. La parte più disastrata è dopo la chiesa di tagliaretto se si vuole scendere fino a dubbione( cmq percorribile) ma è meglio essere almeno in due, in un punto bisogna attraversare una frana e da soli non è il massimo..
Il sentiero parallelo ai sette ponti ( che parte "prima" arrivando dalla Carla) non l'ho ancora provato quest'anno.. Xò ci sono più passaggi, almeno nella prima parte, bordo fiume.. quindi penso sia peggio.. ma è solo una supposizione..
 

freesby

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Il punto dei sette ponti dove bisogna prestare più attenzione è all'inizio.. dopo i primi 200 mt di sentiero.. quando finisci di costeggiare il muro in pietra iniziale che hai sulla sx conviene girare a dx nel prato e fare attenzione quando si sbuca nuovamente sul sentiero originale appena prima del primo ponte. Il sentiero in quel punto è largo un mt circa con un bel buco diretto nel fiume di un paio di metri.. se invece dopo il muro si mantiene il sentiero originale a sx è franato vicino al fiume e non si passa
 
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I sette ponti di fanno"tranquillamente".. a parte qualche passaggio da fare a piedi.. La parte più disastrata è dopo la chiesa di tagliaretto se si vuole scendere fino a dubbione( cmq percorribile) ma è meglio essere almeno in due, in un punto bisogna attraversare una frana e da soli non è il massimo..
Il sentiero parallelo ai sette ponti ( che parte "prima" arrivando dalla Carla) non l'ho ancora provato quest'anno.. Xò ci sono più passaggi, almeno nella prima parte, bordo fiume.. quindi penso sia peggio.. ma è solo una supposizione..
Grazie per le info...io ero da solo e non ho avuto voglia di rischiare di incasinarmi...
La parte dalla chiesetta di tagliaretto fino a dubbione l'avevo già fatta poco dopo l'alluvione e attraversare quella frana, da solo, è stata dura...
Ne deduco che non abbiano ancora sistemato niente...ma in effetti in quel tratto i danni erano talmente gravi che non sarà facile.
 

mbike

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Ieri sono tornato in Val Germanasca, riprovando la discesa su sentiero GTA che si stacca dalla sterrata che sale verso l’Alpe Muret e va verso Granero; è in perfetto stato e probabilmente questo è uno dei periodi migliori per farla, visto che la primavera non è ancora esplosa ed in passato nella parte bassa un po’ di vegetazione tendeva ad invadere la sede del sentiero, seppur per una breve porzione.
Scendendo, più o meno a quota 1560, si incontra un altro sentiero che si stacca a destra con indicazione Traverse (n°222 su Fraternali); qualcuno lo ha mai provato e sa dirne la “consistenza” ?
 
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Ieri sono tornato in Val Germanasca, riprovando la discesa su sentiero GTA che si stacca dalla sterrata che sale verso l’Alpe Muret e va verso Granero; è in perfetto stato e probabilmente questo è uno dei periodi migliori per farla, visto che la primavera non è ancora esplosa ed in passato nella parte bassa un po’ di vegetazione tendeva ad invadere la sede del sentiero, seppur per una breve porzione.
Scendendo, più o meno a quota 1560, si incontra un altro sentiero che si stacca a destra con indicazione Traverse (n°222 su Fraternali); qualcuno lo ha mani provato e sa dirne la “consistenza” ?

Ieri ho fatto un giro in zona, e ho seguito interamente la traccia che avevi postato QUI, e mi è piaciuta tantissimo sia la prima parte che scende a Granero, in condizioni eccellenti, ma anche moltissimo la traversata fino a Faure, davvero gratificante.
Purtroppo la parte finale, da Faure a Selvaggio, non è altrettanto in buone condizioni, l'ho trovata abbastanza sporca e di conseguenza meno divertente delle parti precedenti.
Niente di drammatico, si scende senza grossi problemi, ma quando ci si sta divertendo tantissimo, finire il giro con una sezione decisamente sottotono lascia un po' di amaro in bocca.
Comunque, nella parte iniziale ho incrociato la traccia che citavi, e mi è venuta la tentazione di esplorarla...penso che un tentativo lo meriti. Da come è segnalato il sentiero 222 scende direttamente a Traverse...a giudicare dalla cartina sembra piuttosto ripido, ma bisognerebbe provare.
 
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Ieri ho fatto un giro in zona, e ho seguito interamente la traccia che avevi postato QUI, e mi è piaciuta tantissimo sia la prima parte che scende a Granero, in condizioni eccellenti, ma anche moltissimo la traversata fino a Faure, davvero gratificante.
Purtroppo la parte finale, da Faure a Selvaggio, non è altrettanto in buone condizioni, l'ho trovata abbastanza sporca e di conseguenza meno divertente delle parti precedenti.
Niente di drammatico, si scende senza grossi problemi, ma quando ci si sta divertendo tantissimo, finire il giro con una sezione decisamente sottotono lascia un po' di amaro in bocca.
Comunque, nella parte iniziale ho incrociato la traccia che citavi, e mi è venuta la tentazione di esplorarla...penso che un tentativo lo meriti. Da come è segnalato il sentiero 222 scende direttamente a Traverse...a giudicare dalla cartina sembra piuttosto ripido, ma bisognerebbe provare.

Bene, sono contento di contribuire alla comune causa del divertimento!
Io sabato scorso non ho fatto quel tratto, per mancanza di tempo. Quindi se non ho capito male non è un problema di sconvolgimenti dovuti agli scorsi temporali autunnali, ma di altro genere? L'ultima volta che l'ho fatta è stata a settembre e a parte un primo tratto di sentiero sparito perché inglobato nel disboscamento, il resto della discesa era stato accettabile, seppur con un po' di fogliame accatastato in qualche porzione...
Vedremo cosa avrà da offrire il 222...
 

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Bene, sono contento di contribuire alla comune causa del divertimento!
Io sabato scorso non ho fatto quel tratto, per mancanza di tempo. Quindi se non ho capito male non è un problema di sconvolgimenti dovuti agli scorsi temporali autunnali, ma di altro genere? L'ultima volta che l'ho fatta è stata a settembre e a parte un primo tratto di sentiero sparito perché inglobato nel disboscamento, il resto della discesa era stato accettabile, seppur con un po' di fogliame accatastato in qualche porzione...
Vedremo cosa avrà da offrire il 222...

No, nessun danno apparente dovuto ai temporali, anzi il fondo sembrava in buone condizioni.
Purtroppo è ricoperto di foglie e rami che si infilano nei raggi e nella trasmissione, e che rendono un po' insidiosa la lettura del tracciato (se c'è una buca o un grosso sasso lo becchi in pieno senza vederlo).
Però niente di drammatico, sui miei percorsi abituali in autunno a volte trovo ben di peggio... solo che paragonato ai primi due tratti la differenza è notevole.

La zona comunque è interessante, io lì avevo soltantofatto un paio di volte il giro di punta Raccias, passando dal col Clapier verso l'alpe Ciuliere nel vallone di Bourcet, ma mi sembra ci siano altre possibilità da esplorare.

Per esempio, la discesa fatta l'altro giorno non incrocia solo il sentiero 222, ma più in basso, a quota 1330 circa, incrocia un'altro sentiero che scende da sx verso destra...anche quello mi incuriosiva.
Poi salendo sulla sterrata, proprio dove si dirama a quota 1560, a sinistra parte un altro singletrack segnalato con un cartello "mtb", che credo conduca direttamente in prossimità della frazione Vrocchi.

E ci sarebbe una traccia che parte proprio dall'alpeggio alla fine della sterrata, a quota 1800, e scende direttamente alla borgata Saret/Lorenzo.
Su OSM è segnato "mtb" ma è privo di indicazioni circa la difficoltà... sembra ripido ma anche quello sarebbe da provare...
Tanta carne al fuoco! :-)
 

mbike

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No, nessun danno apparente dovuto ai temporali, anzi il fondo sembrava in buone condizioni.
Purtroppo è ricoperto di foglie e rami che si infilano nei raggi e nella trasmissione, e che rendono un po' insidiosa la lettura del tracciato (se c'è una buca o un grosso sasso lo becchi in pieno senza vederlo).
Però niente di drammatico, sui miei percorsi abituali in autunno a volte trovo ben di peggio... solo che paragonato ai primi due tratti la differenza è notevole.

La zona comunque è interessante, io lì avevo soltantofatto un paio di volte il giro di punta Raccias, passando dal col Clapier verso l'alpe Ciuliere nel vallone di Bourcet, ma mi sembra ci siano altre possibilità da esplorare.

Per esempio, la discesa fatta l'altro giorno non incrocia solo il sentiero 222, ma più in basso, a quota 1330 circa, incrocia un'altro sentiero che scende da sx verso destra...anche quello mi incuriosiva.
Poi salendo sulla sterrata, proprio dove si dirama a quota 1560, a sinistra parte un altro singletrack segnalato con un cartello "mtb", che credo conduca direttamente in prossimità della frazione Vrocchi.

E ci sarebbe una traccia che parte proprio dall'alpeggio alla fine della sterrata, a quota 1800, e scende direttamente alla borgata Saret/Lorenzo.
Su OSM è segnato "mtb" ma è privo di indicazioni circa la difficoltà... sembra ripido ma anche quello sarebbe da provare...
Tanta carne al fuoco! :-)


Il percorso che ha l’indicazione mtb dovrebbe essere questo allegato, ma benchè l’abbia fatto solo lo scorso autunno non ricordo quasi nulla! (Ho una memoria pessima…)
Se analizzo la traccia vedo che si alternano tratti scorrevoli ad altri che presumibilmente ho fatto a piedi. Boh… se non l’ho “memorizzata” sarà perché ritenevo l’altro sentiero (quello che parte da sopra) migliore.

Ieri invece ho provato la tua alternativa da Serremarchetto a Bert; un po’ troppo “avventurosa”/complicata la parte alta, poi migliora e si lascia apprezzare di più. Arrivato a Bert anziché scendere su asfalto ho puntato verso Giustetti e mi sono collegato alla parte finale del 7 ponti fino al termine (Dubbione).
 

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Il percorso che ha l’indicazione mtb dovrebbe essere questo allegato, ma benchè l’abbia fatto solo lo scorso autunno non ricordo quasi nulla! (Ho una memoria pessima…)
Se analizzo la traccia vedo che si alternano tratti scorrevoli ad altri che presumibilmente ho fatto a piedi. Boh… se non l’ho “memorizzata” sarà perché ritenevo l’altro sentiero (quello che parte da sopra) migliore.

Ieri invece ho provato la tua alternativa da Serremarchetto a Bert; un po’ troppo “avventurosa”/complicata la parte alta, poi migliora e si lascia apprezzare di più. Arrivato a Bert anziché scendere su asfalto ho puntato verso Giustetti e mi sono collegato alla parte finale del 7 ponti fino al termine (Dubbione).


Si, la traccia è sicuramente quella.
Anche senza averla fatta credo anch'io che quella che parte più in alto sia più interessante, se non altro perché è più lunga, come caratteristiche mi immaginavo fossero simili visto che la zona è la stessa, ma dalle curve di livello sembra un po' più ripida...ci sta che alcuni tratti siano complicati.
Io comunque ho uno spirito/mania da cartografo, quindi ogni sentiero lo "devo" necessariamente registrare e catalogare, e aggiungere alle mappe online...anche se poi non lo rifarò mai più. :nunsacci:

La discesa da Serremarchetto nella parte alta è effettivamente abbastanza "selvatica", anche se basterebbe poco per renderla più godibile...basterebbe un po' di frequentazione in più.
Ecco, avendole fatte entrambe recentemente, il sentiero che scende da Faure di cui parlavamo più sopra, attualmente è all'incirca nelle stesse condizioni di "sporcizia", però essendo un po' più facile tecnicamente risulta comunque più scorrevole/meno "avventuroso", anche se le condizioni di "manutenzione" sono molto simili.
 

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Ieri ho fatto un nuovo giro in zona, ero tentato di esplorare il "famoso" sentiero 222 di cui parlavamo, ma stavolta tra le varie opzioni ho deciso di arrivare fino alla fine della sterrata a quota 1830, e scendere per il sentiero 220, che non avevo mai fatto. Poi sono risalito a Vrocchi sfruttando un paio di singletrack che collegano le borgate (sentiero 200A), per poi scendere da una mulattiera che parte da Vrocchi e arriva alla borgata Torre e quindi al ponte sulla provinciale poco sopra Pomaretto.
QUI la traccia della discesa integrale.

Il sentiero 220 parte dall'alpeggio al termine della sterrata che inizia a Peyrone, ed è abbastanza interessante nel complesso.
La prima parte (60/80mt di dislivello) è piuttosto "freeride", nel senso che c'è appena una leggera traccia di passaggio sull'erba, come di bici o moto da trial, ma non esiste un sentiero vero e proprio, ed è molto ripida.
La partenza dall'alpeggio non è segnalata, o perlomeno io non ho trovato segnali, nè alcuna traccia al suolo, ma pochi metri più in basso seguendo la traccia GPS, si incontra la segnaletica bianco/rossa e diventa semplice da seguire.
Dopodichè il sentiero diventa meno ripido e più evidente, è il classico sentiero di montagna non frequentatissimo e di certo non concepito per le bici, quindi poco scorrevole e con molti ostacoli, ma sono riuscito a farlo tutto in sella. Bello l'ambiente.
Da quota 1570 circa, superato un piccolo ruscello da guadare, il sentiero diventa molto più largo e scorrevole, e si infila nel bosco proseguendo senza particolari difficoltà.
Ci sono un po' di foglie (mix di aghi di pino e foglie di faggio) ma non danno fastidio e si scende rapidamente a un buon ritmo.
Intorno a quota 1300 le difficoltà diventano un pochino più sostenute e a un certo punto il sentiero è chiuso da una recinzione per le mucche, con un cartello che invita a fare attenzione ai cani da pastore...
Si apre il cancello, si passa, si richiude il cancello e ci si trova in un tratto con grossi accumuli di foglie (castagni), tratto comunque brevissimo, poi la mulattiera prosegue fino ad un secondo cancello analogo al precedente.
Passato anche questo si arriva alla borgata Saretto.

Da lì con un trasferimento su asfalto sono salito alle borgate Forengo/Saretti e ho imboccato il sentiero 200A, (indicato sulla segnaletica sul posto come SV200) e che con un esile singletrack a mezzacosta, seguito da una breve ripida risalita (a spinta) ed una strada sterrata, conduce alla borgata Traverse.
Da qui, sempre seguendo il 200A, un singletrack fa risparmiare un tratto di asfalto, ma poi confluisce sulla strada asfaltata che conduce a Granero e poi a Vrocchi.

Da Vrocchi ho imboccato la strada che scende proprio dalla fontana nel curvone, con indicazioni Mulino.
al termine della breve sterrata e in corrispondenza delle ultime case parte una bella mulattiera, con tratti più sassosi e altri più scorrevoli, che alla fine confluisce in una veloce sterrata che arriva alla borgata Torre, da cui su asfalto si arriva al fondovalle.

Giro piacevole, ci sono comunque altri sentieri da esplorare in zona, e molte possibilità di collegamento tra le varie borgate.
Il sentiero 220 è (a mio giudizio) bello e interessante, ma da un punto di vista strettamente ciclistico, non tanto godibile quanto quello di cui parlavamo nei giorni scorsi, ovvero quello che parte da quota 1740 e scende a Granero, che in questi giorni è in condizioni perfette.
Il 220 in compenso è più vario come ambiente e tipologia di riding nelle varie sezioni, però la prima parte non è semplice da fare in sella senza una bici abbastanza votata alla discesa.
 
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Montoso - Madonna della Neve - Bagnolo:
rispetto allo scorso anno il sentiero si è inselvatichito, ma comunque è ancora divertente. Temo che sia stato un po' troppo frequentato dai motociclisti, quindi in certi punti si è un po' allargato stile sentieri del panettone di Montoso.
 
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Un’altra discesa che si è conservata bene e merita ogni tanto una visita è quella che scende dal valico del Colle Lazzarà, passa sotto al Truc Lausa e scende poi a Micialetti e da qui a Clotti.
Nel breve tratto tra queste due località c’è una porzione breve, ma intensa, che gli amanti del genere hard-ma-non-troppo apprezzerebbero…
 

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Ho fatto un giro che avevo in mente da tempo ma su cui avevo scarse testimonianze, la discesa dal Col Clapier in direzione Bourcet per il sentiero 310.
Le altre volte che ero salito al colle avevo fatto il giro di punta Raccias con discesa per l'alpe Ciuliere, ma è un giro molto poco ciclabile, per cui cercavo un'alternativa.

Si sale per asfalto da Chiotti, Vrocchi, Peyrone, poi si segue la sterrata fino al termine.
Poco prima di arrivare all'alpeggio, un sentierino si stacca sulla destra e con una mezz'oretta di bici in spalla si arriva al col Clapier.
Dal colle si risale verso destra in direzione monte Muretto per poche decine di metri, poi si scende a sinistra.
Inizialmente il sentiero è sorprendentemente flow, anche se piuttosto ripido in alcuni tratti, ma si scende rapidamente e con divertimento fino a quota 1700 circa.
Da qui il sentiero diventa molto esile ed è quasi soffocato dalla vegetazione, ed è abbastanza discontinuo e accidentato.
Si attraversano i ruderi di Comba del Torno e si prosegue fino ad un piccolo guado dove il sentiero si sposta sul versante opposto della vallata.
In questo periodo c'è molta acqua per cui mi sono visto costretto a togliermi le scarpe per attraversare senza inzupparle. Anche piacevolmente devo dire, vista l'afa!:-)
Attraversato il guado il sentiero risale sul versante opposto e da qui è praticamente tutto pedalabile, tranne un paio di brevissimi tratti.
Si attraversano i ruderi della località Bergon e si prosegue tra salitine, tratti in piano, una veloce discesa flow, tratti da guidare, e un sentiero sempre molto stretto ma ormai privo di difficoltà.
Arrivati a Serrondet resta solo un breve risalita e ci si collega alla sterrata che risale la valle.

Sceso fino alla cappella di Bourcet, ho poi deviato per un sentierino tecnico degno di nota.
La parte alta, dalla chiesetta al tornante della strada asfaltata sottostante, è ripido, tortuoso, ma con un fondo pulitissimo che dà molta confidenza. Non mancano passaggi tecnici e rocciosi, ma con una buona tecnica è fattibile interamente in sella. Mi è piaciuto moltissimo.
La parte bassa inizia pochi metri più in basso (frecce sull'asfalto) e nella prima parte è altrettanto bello e divertente, un po' più facile anche se un po' meno pulito.
Da metà in giù purtroppo è decisamente più sporco, ripido e dissestato, e non regge il confronto.
In qualche modo si scende (nel mio caso per molti tratti a piedi...) ma... la magia è sparita.:medita:

Considerazioni sparse:
è una discesa che va fatta a inizio stagione prima che la vegetazione estiva nella parte bassa prenda il sopravvento, altrimenti il sentiero letteralmente sparisce (già adesso è al limite).
Però la partenza è oltre i 2000mt ed esposta a nord, e nel primo tratto ho ancora incontrato un piccolo nevaio...quindi la finestra temporale è abbastanza ristretta, ovviamente però dipende dalle annate.
Consigliabile scegliere una giornata/periodo secco; sul versante nord persistono già naturalmente nebbie ed umidità (lo testimoniano le rocce muschiate) e la discesa con tempo umido risulta notevolmente più insidiosa.
Consigliabile anche essere almeno in due...il telefono nel vallone prende pochissimo e la frequentazione è davvero scarsa. Io come al solito ero da solo e in certi momenti mi sono sentito davvero isolato in mezzo al nulla.
Il vallone di Bourcet è ricco di storia, suggestioni, fascino e... ortiche!
Prati interi di ortiche, che danno il benvenuto ai passanti con braghe corte:omertà:
Per questo rinnovo il consiglio di evitare il periodo estivo.

QUI la traccia della discesa
 
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Sentiero 222: fatelo!

Oggi era il giorno che gli avevo dedicato e finalmente l’ho portato a termine, con soddisfazione perché ne vale la pena. Partito da quota 1730 ho lasciato con piacere il solito diretto verso Granero, anche perché lo avevano appena risalito una decina di moto che ne avevano “ruspato” il fondo, con pietre e terra appena rivoltati.
Sostanzialmente come qualità lo paragonerei all’altro, forse un pelino meno difficile (basti dire che io l’ho fatto interamente in sella), considerando che la parte alta è con fondo compatto e bello liscio, senza alcuna difficoltà e se non fosse per una buona pendenza lo si potrebbe classificare come facile. Poi man mano che scende si aggiunge un po’ di pepe, sempre di più, visto che si fa più scalinato e sinuoso, quindi anche gli amanti del tecnico avranno modo di rifarsi.

Il bello è che giunti a Traverse non finisce lì. Io avevo l’intento di puntare verso San Martino e da qui fare il traverso che scende verso Perrero (come da carta Fraternali), ma ho imboccato invece un’altra via che puntava nell’altra direzione, sbucando al borgo di Villasecca superiore, divertente anch’essa! Poco male; un giorno rifarò il 222 e questa volta cercherò meglio l’altra via per Perrero, per metterle a confronto.

La zona è una continua scoperta; questa opzione vale 800 metri di dislivello in gran parte su sentieri, piacevolissimi, a parte i polsi abbastanza provati per quanto ho utilizzato i freni.
 

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Ho fatto un giro che avevo in mente da tempo ma su cui avevo scarse testimonianze, la discesa dal Col Clapier in direzione Bourcet per il sentiero 310.
Le altre volte che ero salito al colle avevo fatto il giro di punta Raccias con discesa per l'alpe Ciuliere, ma è un giro molto poco ciclabile, per cui cercavo un'alternativa.

Si sale per asfalto da Chiotti, Vrocchi, Peyrone, poi si segue la sterrata fino al termine.
Poco prima di arrivare all'alpeggio, un sentierino si stacca sulla destra e con una mezz'oretta di bici in spalla si arriva al col Clapier.
Dal colle si risale verso destra in direzione monte Muretto per poche decine di metri, poi si scende a sinistra.
Inizialmente il sentiero è sorprendentemente flow, anche se piuttosto ripido in alcuni tratti, ma si scende rapidamente e con divertimento fino a quota 1700 circa.
Da qui il sentiero diventa molto esile ed è quasi soffocato dalla vegetazione, ed è abbastanza discontinuo e accidentato.
Si attraversano i ruderi di Comba del Torno e si prosegue fino ad un piccolo guado dove il sentiero si sposta sul versante opposto della vallata.
In questo periodo c'è molta acqua per cui mi sono visto costretto a togliermi le scarpe per attraversare senza inzupparle. Anche piacevolmente devo dire, vista l'afa!:-)
Attraversato il guado il sentiero risale sul versante opposto e da qui è praticamente tutto pedalabile, tranne un paio di brevissimi tratti.
Si attraversano i ruderi della località Bergon e si prosegue tra salitine, tratti in piano, una veloce discesa flow, tratti da guidare, e un sentiero sempre molto stretto ma ormai privo di difficoltà.
Arrivati a Serrondet resta solo un breve risalita e ci si collega alla sterrata che risale la valle.

Sceso fino alla cappella di Bourcet, ho poi deviato per un sentierino tecnico degno di nota.
La parte alta, dalla chiesetta al tornante della strada asfaltata sottostante, è ripido, tortuoso, ma con un fondo pulitissimo che dà molta confidenza. Non mancano passaggi tecnici e rocciosi, ma con una buona tecnica è fattibile interamente in sella. Mi è piaciuto moltissimo.
La parte bassa inizia pochi metri più in basso (frecce sull'asfalto) e nella prima parte è altrettanto bello e divertente, un po' più facile anche se un po' meno pulito.
Da metà in giù purtroppo è decisamente più sporco, ripido e dissestato, e non regge il confronto.
In qualche modo si scende (nel mio caso per molti tratti a piedi...) ma... la magia è sparita.:medita:

Considerazioni sparse:
è una discesa che va fatta a inizio stagione prima che la vegetazione estiva nella parte bassa prenda il sopravvento, altrimenti il sentiero letteralmente sparisce (già adesso è al limite).
Però la partenza è oltre i 2000mt ed esposta a nord, e nel primo tratto ho ancora incontrato un piccolo nevaio...quindi la finestra temporale è abbastanza ristretta, ovviamente però dipende dalle annate.
Consigliabile scegliere una giornata/periodo secco; sul versante nord persistono già naturalmente nebbie ed umidità (lo testimoniano le rocce muschiate) e la discesa con tempo umido risulta notevolmente più insidiosa.
Consigliabile anche essere almeno in due...il telefono nel vallone prende pochissimo e la frequentazione è davvero scarsa. Io come al solito ero da solo e in certi momenti mi sono sentito davvero isolato in mezzo al nulla.
Il vallone di Bourcet è ricco di storia, suggestioni, fascino e... ortiche!
Prati interi di ortiche, che danno il benvenuto ai passanti con braghe corte:omertà:
Per questo rinnovo il consiglio di evitare il periodo estivo.

QUI la traccia della discesa

Avevo in mente anche io lo scorso anno di farlo, ma poi ho desistito, scoraggiato dalle info avute dal Cai della Valgermanasca (gentilissimi!) a cui avevo chiesto:

"La GTA/310 da col Clapier a Bourcet è in pessime condizioni.
Molto meglio passare dal col Mean (dopo il Raccias) e scendere alle Chaulieres e poi su sterrata a Chasteiran.
La traccia è percorribile in MTB. Dal col Clapier al col Mean attraversa con poca pendenza, pendii ripidi per cui bisogna fare attenzione."
 

Maxiclimb

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Avevo in mente anche io lo scorso anno di farlo, ma poi ho desistito, scoraggiato dalle info avute dal Cai della Valgermanasca (gentilissimi!) a cui avevo chiesto:

"La GTA/310 da col Clapier a Bourcet è in pessime condizioni.
Molto meglio passare dal col Mean (dopo il Raccias) e scendere alle Chaulieres e poi su sterrata a Chasteiran.
La traccia è percorribile in MTB. Dal col Clapier al col Mean attraversa con poca pendenza, pendii ripidi per cui bisogna fare attenzione."

Mah, pessime condizioni mi sembra eccessivo, più che altro è poco frequentato e in alcuni tratti quasi riassorbito dalla vegetazione, ma tecnicamente non mi è parso più complicato della discesa dal Raccias, che feci in gran parte a piedi.
È però sicuramente un giro "avventuroso" rispetto alla media, più che altro per l'ambiente.

Io oggi ho fatto il Lazzarà e ho provato anche il tratto che hai segnalato tu, quello tra Micialetti e Clotti.
Bello, mi è piaciuto! Concordo con la definizione "hard ma non troppo".

Il 222 lo farò alla prima occasione, che purtroppo non si presenterà prima di questo inverno, purtroppo per i prossimi mesi niente bici, starò via per lavoro.
Ne approfitto per salutarvi tutti, buone gite e pedalate anche per me.
 

mbike

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Salita al monte Cucetto (quota 1740), una di quelle salite che faccio al max una volta l’anno, perché tanto deve trascorrere per dimenticarmi di quanto mi fa soffrire.
Salita micidiale, con pendenza media del 14% e punte al 26%, quasi interamente su sterrato (asfalto solo fino ai 790).
Poi discesa infinita, dove si perdono in un solo colpo 1200 metri di quota dalla cima a Dubbione sfruttando l'ultima porzione del tour dei 7 ponti, quasi interamente su sentiero, impegnativo in gran parte, ma di grande soddisfazione, con i polsi allo stremo per il tanto frenare…
 

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