Allora torno ora da un pomeriggio passato sui corni... L'intento era quello di farmi un po' la gamba in vista dell'escursione di sabato (sono fermo da un mese), ma vista l'avventura che ho affrontato ho deciso di rendervi tutti partecipi.
Parcheggio a Valmadrera e decido di fare la provinciale per arrivare a Valbrona, pensando di accorciare. Strada brutta e noiosa, per metà in gallerie di cui non conoscevo l'esistenza. Per fortuna il lago e i suoi abitanti spezzavano la monotonia.
La salita al SEV partendo da Onno sembra ancora più lunga, anzi lo è per davvero. Oltretutto il Telonix che ho appena montato dietro non mi aiuta nella scalata e fa un rumore di ventosa sull'asfalto.
Appena imbocco la strada per il SEV mi rendo subito conto di quanto abbia nevicato in questo Febbraio... sono ancora in paese e ai lati della strada ci sono già cumuli di neve. Salendo la neve aumenta a vista d'occhio, ma la strada è pulita e si sale velocemente.
Dopo aver pedalato gli 800 metri fino alla cementata ecco l'amara sorpresa. La strada non è per nulla battuta e a fatica si sale sfruttanto i passi di chi mi ha preceduto.
Cammino a passi brevi spingendo la biga in verticale così da rimanere nella traccia dei pedoni. Più salgo più la neve aumenta e per guadagnare i 250 metri che mi dividono dal SEV impiego quasi 40 minuti.
Arrivo al rifugio insieme ad un'escursionista, che prosegue con ramponi e bastoncini verso i corni. Io mi cambio e mi avventuro nel campo innevato, alla ricerca del sentiero che scende a Valmadrera.
Sopra la neve è tanta, troppa per essere fine febbraio. Mi sposto con fatica e se forzo troppo il passo affondo fino al sedere.. ci sarà un metro di neve, senza esagerare.
Vedo affiorare dal bianco la palina indicatrice che indica il sentiero. Purtroppo non è battuto, ma il sentiero è evidente e decido comunque di scendere.
Dopo i primi 100 metri dislivello, obbligatoriamente a piedi e con la neve al ginocchio, incontro un bivio e da li il sentiero inizia ad essere battuto.. una traccia stretta 30/40 centimetri, ma che mi permette di non affondare. A tratti cerco di mettermi in sella, ma non è facile. Per fortuna si cade su un morbido manto nevoso.
Tutta la parte in ombra della discesa è in queste condizioni e quando finalmente la neve lascia spazio a sassi e fango sono ormai quasi al bivio per San Tommaso, con ancora 400 metri da affrontare.
Nonostante abbia piovuto parecchio il fango non è molto e si scende scorrevoli per il single track, a volte molto tecnico, con passaggi da fare a piedi.
In breve arrivo alla chiesetta. Da li in poi il terreno è completamente asciutto e si vola verso Valmadrera sull'ultimo tratto tecnico del tracciato.
Per fortuna la macchina era li ad aspettarmi, perchè non sarei riuscito a pedalare ancora...