soprattutto oggi, e peggiorerà ancora, crolli di fatturato, licenziamenti, bancarotte...Sono molto ma molto poche le aziende ciclo che rispettano i termini di pagamento. Potrei scriverci un libro, anche solo con i solleciti.
soprattutto oggi, e peggiorerà ancora, crolli di fatturato, licenziamenti, bancarotte...Sono molto ma molto poche le aziende ciclo che rispettano i termini di pagamento. Potrei scriverci un libro, anche solo con i solleciti.
Probabile sia diventato un abitudine Italica ,non lo metto in dubbio forse dipende dal settore e dalle motivazioni dei ritardi ,di fatto l'esposizione verso i fornitori è un pessimo segno, il rischio è esponenziale anche se apparentemente non sembra e a volte si protrae per anni .Sono molto ma molto poche le aziende ciclo che rispettano i termini di pagamento. Potrei scriverci un libro, anche solo con i solleciti.
Mi dispiace ma non è solo una abitudine italica, anche le aziende in Olanda e Germania spesso sono da sollecitare, credo che sia una piaga diffusa.Probabile sia diventato un abitudine Italica ,non lo metto in dubbio forse dipende dal settore e dalle motivazioni dei ritardi ,di fatto l'esposizione verso i fornitori è un pessimo segno, il rischio è esponenziale anche se apparentemente non sembra e a volte si protrae per anni .
Siccome diffuso non lo si considera così pericoloso e spesso si allungano i termini o per le piccole imprese si ricorre allo "sconto fatture "
in modo da recuperare liquidità è invece un erosione costante di utili fino a portare il debito in "dovere di ristrutturazione"
Confermo, quando lavoravo nel tessile avevamo più clienti francesi e pagavano quando gli pareva a loro.Mi dispiace ma non è solo una abitudine italica, anche le aziende in Olanda e Germania spesso sono da sollecitare, credo che sia una piaga diffusa.
Relativa tenuta dello Yen? Rispetto a cosa? Al pesos messicano? Mi sa che avete una visione distorta dell'economia giapponese....Mi stupirei del contrario! Recessione, diffuso senso di precarietà, guerre… da mesi gli indici PMI europei (principale mercato per Shimano) viaggiano in territorio negativo, la Cina avrà anche mantenuto volumi e margini ma sta affrontando la peggiore crisi economica della propria epoca moderna, i mercati rimanenti sono e rimarranno residuali e non esistono mercati ulteriori da aggredire. La conclusione del riscatto post pandemico non si fermerà ai volumi ante pandemia, le previsioni sul PIL mondiale sono in continua revisione al ribasso.
Inoltre nel caso specifico la debolezza dell’euro e la relativa tenuta dello yen non saranno di supporto a Shimano.
Questa notizia fa il paio con quella dell’altro giorno sugli store online.
Allacciate le cinture di sicurezza biker…
Nell’ultimo anno il cambio dollaro/yen ha visto per lungo tempo la moneta giapponese rivalutarsi, ad oggi la quotazione è la stessa di 1 anno orsono, infatti ho scritto “relativa” tenuta. Ricordo che diversi paesi dell’area pacifica, e non solo, hanno valute agganciate al valore del dollaro statunitense.Relativa tenuta dello Yen? Rispetto a cosa? Al pesos messicano? Mi sa che avete una visione distorta dell'economia giapponese....
Mi interesserà di più vedere i risultati dei prossimi anni e vedere come Shimano si confronterà con le class action sulle pedivelle Hollowtech 2 che si crepano ( tecnologia ds rivedere e circa 2,8 milioni di pezzi da rifare)
Ho visto che il sito Ofmega è ancora online nonostante l'ultimo aggiornamento sia del 2003... A quanto pare hanno voluto tenerlo ma in vent'anni non sono riusciti a trovare un'azienda disposta a rilevare il marchio.Una cosa simile accadde nel 2000 alla fu Ofmega.
Avevamo i magazzini pieni di roba invenduta, movimenti centrali e guarniture di modelli vecchi di 10 anni prima.
Accadde che un grosso cliente non ricevette dei container dall'oriente, persi in mare per l'affondamento della nave.
Piuttosto di non avere le bici da vendere, ci svuotò mezzo magazzino raspando su tutto quello che era adattabile in qualche modo.
Questi ragionamenti qualcuno li fa, una volta era normale, fino a metà anni '90 per l' Ofmega le cose andavano così bene che l'invenduto era largamente compensato da tutto il resto, mettevano via al motto "non si sa mai", non lo contavano come una palla al piede ed erano, in fin dei conti, cifre limitate.
Oggi non è più così e, forse, i numeri sono così grandi da far tremare mezzo mondo del settore.
Dicono che i magazzini di fahrrad.de contengano merce per centinaia di milioni di euro.
Dicono.
Se è così, qualcuno ha sbagliato di brutto e ha perso completamente il senso della misura.
Qualcuno dice che prossimamente più di un grosso marchio tedesco del settore produzione bici potrebbe saltare.
Non ho idea di quale contratto avessero fatto, all'epoca, per il dominio. Magari è ancora attivo perché lo hanno comprato con scadenza molto lunga.Ho visto che il sito Ofmega è ancora online nonostante l'ultimo aggiornamento sia del 2003... A quanto pare hanno voluto tenerlo ma in vent'anni non sono riusciti a trovare un'azienda disposta a rilevare il marchio.
Se era un INA con cuscinetti a quattro contatti (erano eccellenti, unico difetto nessuna schermatura) o, più facilmente, un AXIS (asse zincato e corpo da 30 mm di diametro) posso confermare. Gli AXIS erano fabbricati dalla Kinex in Slovacchia, avevano l'asse in acciaio al Nichel-Cromo, corpo in 100Cr6, quasi eterni. Ma erano costosi, sebbene si vendessero senza problemi soprattutto ai clienti esigenti (Giant Olanda, per non far nomi) ai nostri commerciali non stava bene, un MC più economico avrebbe venduto di più.A me un MC Ofmega a cartuccia m'è durato quasi vent'anni.
Beh allora forse appartiene a quei lotti nati bene. All'epoca alcuni movimenti cedevano rapidamente, cosa mai capitata con il modello precedente.La bici è proprio una Giant.
L'ho appena ritrovato nella scatola dei rottami: ha le calotte in plastica, e il corpo è quasi completamente arrugginito.
L'unica scritta ancora leggibile è AXEC 113/JIS.
La durata c'è stataBeh allora forse appartiene a quei lotti nati bene. All'epoca alcuni movimenti cedevano rapidamente, cosa mai capitata con il modello precedente.
Le calotte in plastica furono uno dei miei primi lavori di progettazione, lavorai non poco per tirar fuori delle calotte che non costassero niente e fossero di adeguata resistenza, per non creare problemi nell'uso MTB specie con i "biciclettari" che le avvitavano con gli avvitatori dei gommisti.
Grazie per le informazioni su Ofmega.Non ho idea di quale contratto avessero fatto, all'epoca, per il dominio. Magari è ancora attivo perché lo hanno comprato con scadenza molto lunga.
Il marchio di fatto non interessa a nessuno, credo, perché il suo prestigio è pari a zero.
L'azienda ebbe una fiammata di gloria tra la fine degli anni '70 e l'inizio dei '90, quando arrivò a sponsorizzare una squadra professionistica (Atala-Ofmega).
Tra la seconda metà degli anni '80 e dei '90 con il boom della MTB vendettero tantissimo, ma quasi tutta robaccia economica.
Non furono mai in grado di attaccare il mercato di alta gamma.
Erano anche fornitori di Campagnolo e di Sachs, realizzavano la gamma "bassa" delle guarniture, questo a metà anni '90.
Ma a metà anni '90 la prima bolla della MTB si sgonfiò, anche in coincidenza con l'affermazione sempre più netta di Shimano, oltre che con l'arrivo degli orientali.
E questo, per un'azienda che mai aveva puntato su ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, fu il colpo di grazia.
Un'azienda non si risolleva assumendo un paio di giovani con il compito di studiare nuovi prodotti a budget zero "Lei deve far funzionare quella guarnitura senza modificare lo stampo", mi fu detto più di una volta.
La gamma base vendeva, ma a guadagno quasi zero.
Ai biciclettari bastava mettere su il cambio Shimano Tourney, quello più base che c'era, per vendere la bici "con il cambio Shimano", del resto dei componenti a nessuno fregava nulla, men che meno all'acquirente finale, bastava che ci fosse il cambio Shimano.
Continuavano a fare i mozzi come negli anni '70, ad un certo punto da Taiwan costavano meno ed erano dieci volte meglio, e la produzione cessò. Ma i taiwanesi li vendevano anche loro, a minor prezzo di quelli rimarchiati Ofmega.
Facevano i movimenti centrali ancora come nel 1950, perno, calotte, sfere, arrivarono quelli a cartuccia e smisero di farli, diventando al più rivenditori di (buoni) prodotti fatti in Slovacchia. Ma gli slovacchi li vendevano pure loro, a minor prezzo di quelli rimarchiati Ofmega.
Cambi, deragliatori e manettini erano o copiati o fatti dalla francese Simplex, ovviamente incompatibili con le trasmissioni Shimano. Cessata pure quella produzione, e nessuna alternativa.
Le serie sterzo erano anche quelle rimaste ferme come tecnologia agli anni '60. Provarono a farle realizzare in Indonesia... Io: "Non hanno fatto la cementazione" Il diretùr: "Pota, le abbiamo pagate con la cementazione, ce le devono mandare così" Il commerciale "Ma che ce frega, le famo annà bene lo stesso".
Restavano le guarniture, ma in oriente all'inizio dei 2000 avevano imparato a farle meglio o, se economiche, quelle indonesiane o indiane costavano la metà e andavano lo stesso.
Insomma, dei 15000 metri quadrati dello stabilimento, la zona attiva era sì e no di 5000 mq, il resto macchinari fermi e giacenze invendute sparse dappertutto.
L'epilogo arrivò verso il 2002, con la chiusura, la vendita o la rottamazione di tutto quello che era rimasto.
Se a un biciclettaro si nomina la ditta, si mette le mani nei capelli.
Ma facevate pagamenti dilazionati all'estero? senza garanzia ?Confermo, quando lavoravo nel tessile avevamo più clienti francesi e pagavano quando gli pareva a loro.
Posso dire che adesso lavoro con degli svizzeri e uno delle volte ha pagato prima della scadenza dei termini
Ma facevate pagamenti dilazionati all'estero? senza garanzia ?
PS Bianchi ha sospeso i licenziamenti
Treviglio, alla Bianchi ritirati i 25 esuberi: contratti di solidarietà invece dei licenziamenti
Dopo l’annuncio della fabbrica di biciclette di 25 tagli nello stabilimento della frazione Battaglie di Treviglio, arriva la svolta
A sai che sei pignolo?Cioé paga il contribuente
A sai che sei pignolo?
Ai lavoratori coinvolti nell’accordo di solidarietà viene riconosciuto dall’INPS un trattamento di integrazione salariale pari all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata per le ore di lavoro non prestate, comprese tra le zero ore e il limite previsto dall’orario contrattuale settimanale.
Ormai l'INPS è di fatto socio al 51% di una marea di aziende medie e grandi è un socio finanziatore che non raccoglie i profitti quando ci sonoche sorpresa. Forse l'INPS non conosce i prezzi delle bici.
We use cookies and similar technologies for the following purposes:
Do you accept cookies and these technologies?
We use cookies and similar technologies for the following purposes:
Do you accept cookies and these technologies?