lo sport, tutto lo sport, è bello in sè (tranne il golf e queli in cui non si fatica); mi piace la fatica, ascoltare il mio respiro e cercare di migliorarmi sempre. Non faccio gare, ma anche da solo provo a percorrere il tracciato sempre in minor tempo; se vedo un bitumaro su asfalto (a volte ci vado) provo gusto ad attaccarlo, a punzecchiarlo e, se riesco, a staccarlo. Godo perchè si incazza lo so, mi in----- pure io sempre ma non è mancanza di rispetto o intolleranza, fa parte del gioco, dello sport, dello stimolo a migliorarsi, fa parte di una competitività accesa ma leale. Quando mi sverniciano su strada o sterrato, in salita o in discesa mi incacchio sì, ma nello stesso tempo stimo l'avversario che mi passa; se io brucio qualcuno godo ma non sfotto, non denigro, questo per me è l'essenza dello sport. Per quanto riguarda la preferenza tra mtb e bdc credo sia questione di pelle: la bdc non mi piace come oggetto, non mi piace esteticamente, e un oggetto ti deve prendere dentro. La mtb la sento nel cuore, mi parla, è come se fosse animata. Quando sono sul mio vulcano, mentre pedalo, lei è il terzo elemento: io, la Signora montagna e lei, la mia belva che non solo mi fa salire o scendere pedalando come farebbe una bdc, ma ora scalcia, ora mi salva quando mi perdo, ora mi disarciona buttandomi sul sentiero e, quando la risollevo con le manopole sporche di terra, sembra sorridermi furbetta, tutta sporca, e dirmi: "visto che ti combino?" Sì! lo dice perchè sa parlare; parla quando le gomme pestano le foglie d'autunno, quando schiacciano la terra, gioca quando si mangia i canaloni e vola quando la stacco dal suolo. Mi porta in cima al vulcano, dove l'unico rumore è il silenzio che ti fa ronzare le orecchie, lì, in magica unione tra me e la natura, mi piace pregare.